Grandi aspettative hanno accompagnato lo sviluppo di Diabolik, nuovo film che trasporta al cinema un leggendario personaggio dei fumetti italiani. Il percorso dal primo annuncio fino al debutto in sala del nuovo lavoro dei Manetti Bros. somigliava in parte a quello di simili progetti d’oltreoceano, con conseguenti grandi speranze per quest’opera. Ora che il Re del Terrore è finalmente in sala, possiamo dare un giudizio che purtroppo non è positivo come vorremmo.
Diabolik, dal fumetto al film
Al centro di quest’opera troviamo la storia dell’incontro tra due dei personaggi più celebri del fumetto tricolore: Diabolik ed Eva Kant. Un racconto complesso, che fin da subito traccia la strada del futuro della coppia, con un amore nato in mezzo alle difficoltà e saldato da una prima missione ad altissimo rischio, che certifica le capacità del duo di collaborare per raggiungere qualsiasi obiettivo, anche i più impensabili.
Nel raccontare questa vicenda, il film di Diabolik prende a pienissime mani dalle storie a fumetti. I lettori apprezzeranno quanto da vicino si segua tutto il percorso, riprendendo nomi ed eventi con precisione. Apprezzabilissima anche l’inclusione di Elizabeth, prima compagna del ladro negli albi, ma mai sua complice nelle avventure criminose, anzi.
Non è solo in questo che i fan potranno riconoscere la cura con cui ci si è approcciati al materiale originale. Tutta la pellicola è un florilegio di nomi, richiami, citazioni (con tanto di apparizioni a sorpresa!) al mito del Re del Terrore visto nei fumetti. Tutto immerso nell’atmosfera degli anni ’60 nella città di Milano, ispirazione quasi esplicita per Clerville e luogo di nascita editoriale di Diabolik.
Forse però una parte di questa cura nel ripescare riferimenti meritava di essere riservata anche alla sceneggiatura in sé. A tratti infatti la scrittura appare poco ispirata, senza sforzarsi di raccontare in maniera originale o armonica, ma introducendo dettagli utili ad avanzare la trama in dialoghi difficilmente credibili. Tutto è esplicitato, senza lasciare nulla all’intuito dello spettatore, forzando discorsi nella direzione desiderata.
Ritratti centrati
Un aspetto che ci ha particolarmente colpito è la fedeltà al ritratto originale di Diabolik che il film realizza. Il Re del Terrore qui è un personaggio misterioso, avvolto dalle ombre e dagli scopi poco chiari, reso generalmente bene da Luca Marinelli. Soprattutto, il protagonista è una figura spesso negativa. Non c’è un ammorbidimento dei suoi tratti, né un suo particolare aggiornamento alla sensibilità attuale.
In particolare nei suoi inizi editoriali, Diabolik aveva molti lati negativi. Tutto il suo rapporto con Elizabeth, prima fiamma poi abbandonata per Eva Kant, era ben lontano dall’amore criminale, ma a suo modo romantico che svilupperà poi con la compagna di una vita. Il film ci mostra esattamente questo Diabolik: cattivo, spietato, pronto a tutto per i suoi scopi criminosi. E soprattutto, senza alcuno scrupolo nell’uccidere con il suo letale pugnale.
Il contraltare perfetto è Eva Kant. Tanto il Re del Terrore è sfuggente e nascosto, tanto questo personaggio è presente nella pellicola, al punto che la si potrebbe definire a pieno titolo co-protagonista dell’avventura. Miriam Leone regala forse la miglior prestazione del cast, riuscendo a raccontarci la storia di una donna tormentata, rapidamente affascinata dal Male e pronta a prendere in mano la propria vita, a ogni costo.
Azzeccato, come accennavamo più sopra, anche il ritratto dell’universo in cui i nostri personaggi sono immersi. L’estetica anni ’60 è a modo suo affascinante e ci riporta immediatamente tra le pagine degli albi a fumetti. Tra capelli laccati all’indietro, piattaforme che si sollevano dall’asfalto e la leggendaria Jaguar E-Type, l’iconografia funziona molto bene. Si può ancora migliorare, ma già così è decisamente soddisfacente.
Il film su Diabolik si perde via in altri dettagli però
Se i protagonisti come detto in linea generale convincono, meno bene si può dire del loro antagonista. L’ispettore Ginko di Valerio Mastandrea non sembra riuscire a catturare a pieno lo spirito del personaggio del fumetto. Un poliziotto duro come una roccia, tutto d’un pezzo, determinato ad arrestare la sua nemesi e consegnarlo alla giustizia. Questo spirito emerge bene in alcune scene, ma in altre sembra più dimesso, quasi stanco. Una rilettura che potrebbe anche essere interessante, ma certamente non quando le schermaglie tra i due eterni rivali sono ancora alle battute iniziali.
Un aspetto su cui è molto difficile chiudere un occhio sono le interpretazioni del cast secondario. Con l’eccezione dei tre personaggi principali (Mastandrea comunque incluso, nonostante i dubbi sulla direzione scelta per il personaggio) e pochi altri, le performance non sono decisamente all’altezza. Complici anche i sopracitati problemi con la sceneggiatura, gli attori appaiono rigidi, assolutamente poco credibili sulla pellicola. In alcuni casi la sensazione è quella di assistere a interpretazioni troppo teatrali, in altri sono semplicemente poco valide.
Il risultato finale di Diabolik è un film che mostra di aver avuto una spinta a crescere e far crescere il cinema di genere italiano, ma che non ha saputo sostenerla. Lo spirito che ha guidato questo progetto è assolutamente valido e desideriamo con tutto il cuore che ritorni con più forza nei già annunciati sequel. Se però la visione d’insieme è generalmente apprezzabile, i dettagli vanno rivisti e danneggiano l’esperienza complessiva.
Non si tratta di un completo passo falso, ma non è ancora il film su Diabolik che il personaggio e i suoi fan meritano. La speranza quindi è che si metta mano all’obiettivo, si ritrovi un equilibrio, si metta tutto bene a fuoco e ci si lanci con rinnovato vigore nel prossimo capitolo per rendere giustizia a una delle figure che ha segnato la nostra storia del fumetto. E che, per inciso, potrebbe avere potenziale enorme anche oltreconfine.
- Castelli, Alfredo (Scrittore) - Giussani, Angela (Autore)
- Audience Rating: X (Solo per adulti)
Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
Da non perdere questa settimana su Orgoglionerd
🇻🇦 In che senso il Vaticano ha una propria mascotte in stile anime?
🏛️ Francesco Totti diventa Gladiatore a Lucca Comics & Games
🦇 Oltre i villain e i supereroi: intervista a Lee Bermejo
📰 Ma lo sai che abbiamo un sacco di newsletter?
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!
Un aereo che corre sulla pista senza riuscire a decollare.