I Looney Tunes ci hanno cresciuto e forse proprio per questo abbiamo digerito tanti restyling e spinoff tra i più disparati, da gli ottimi Tiny Tunes ai Loonatic Unleashed per arrivare al nostro, adorato, Looney Tunes Show (cliccate qui per avere un'idea).
Quando sono cominciati i rumors su Wabbit molti hanno storto il naso, certo si trattava di un ritorno alle origini, alla comicità slapstick e non sense, ma il tratto "modaiolo" non dava sicurezza.
Con il successo di Adventure Time (e prima di Flap Jack) si è aperta una nuova era di cartoon dal tratto "semplice" che poi di semplicistico non ha proprio niente : Gravity Falls, Steven Universe, Rick and Morty sono solo alcuni degli esempi di questa sindrome che può dare, in egual modo, ottimi prodotti (come quelli appena citati) e opere da dimenticare.
Anche il nuovo Be Cool, Scooby Doo! è stato vittima di questa moda, come se bastasse creare linee semplici e contorni spessi per sopperire a mancanza di idee.
Ma cosa ne è stato di Bugs Bunny? Tornato protagonista assoluto della serie, coniglio antropomorfo ma ben lontano dagli estremismi di "Looney Tunes Show", Bugs vive ancora in un buco, schiva cacciatori e tenta di tirare giornata.
Dite addio agli ottimi e geniali sceneggiatori visti in "Show", artisti che erano riusciti a trasformare un cartoon in una intelligente Sit Com dalle battute raffinate e per niente "a misura di bambino".
Avevano estratto dal cappello un coniglio tutto nuovo, audace e innovativo ma che, purtroppo, non era riuscito ad avere successo.
Wabbit non è questo: è un'opera che pare non aver compreso a pieno il proprio target, una serie che pur avendo intrapreso la strada dello stile che ha invaso la rete, che ha ammaliato i 30enni, lo relega a trame da cartoon pre-adolescenziale che male si combina con uno stile così etichettato.
Certo, uno stile artistico non è legato a doppia mandata a uno stile espositivo, non ci sono paletti di nessun genere, ma non si può ignorare che questo connubio, sviluppato in questo momento, non sembri altro che un tentativo di seguire un filone di successo.
Filone che di solito è supportato da una comicità adulta e una scrittura solida e che non si conclude con Yosemite Sam che ruzzola giù dalle scale ancora e ancora. E anche ragionando per i più piccoli questa "nuova" strada pone comunque Wabbit a un gradino più basso rispetto ad Adventure Time, ad esempio, che comunque può essere visto a più età grazie a i suoi tanti livelli di lettura.
Wabbit ha incuriosito ma non ha stupito, con l'addentrarsi nella prima stagione vedremo se ci saranno svolte ma dubitiamo che una volta scelta questa linea editoriale si tornerà sui propri passi.