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The Marvels: spago, colla vinilica e un pizzico di magia | Recensione

Tra i record di The Marvels (fra cui quello di film più corto del MCU) c’è probabilmente anche quello di meno promosso di tutto il franchise. E se ciò è in parte da imputare allo sciopero degli attori – concluso solo poche ore prima del debutto – è indubbio che non sia l’unica ragione. C’era nell’aria da settimane l’idea che questo film difficilmente sarebbe stato il migliore della lunghissima saga degli Avengers e dopo averlo visto, possiamo confermare questa impressione. Proviamo a ricostruire cosa ha funzionato e cosa no in The Marvels addentrandoci nella recensione

The Marvels recensione: ripartiamo da dove eravamo rimasti

L’ultima volta che abbiamo incontrato due delle protagoniste di questa nuova pellicola (le uniche che tecnicamente hanno davvero Marvel nel nome, almeno nel MCU) era nel finale della serie TV dedicata a Kamala Khan. Nel film riprendiamo da quel colpo di scena, seppur girandoci intorno, scoprendo di più sul contesto e ricostruendo insieme alle protagoniste cosa stia succedendo.

Da quello spunto si avvia una vicenda che porterà il terzetto a scontrarsi contro una nuova minaccia Kree. La battaglia le porterà in giro per la galassia, saltando da un pianeta all’altro per riuscire a proteggere ancora una volta l’esistenza. Il tutto affrontando un percorso di crescita, in parte umano, in parte “professionale” come d’obbligo in questo tipo di film.

The Marvels ha diversi meriti, che sarebbe ingiusto negargli in una recensione. Ad esempio è uno dei film del MCU che più riconosce l’esistenza del lato televisivo (com’è ovvio che sia, visto che due delle sue protagoniste sono nate lì) e che in generale “fa rete” con il resto del franchise. E riesce a trovare un buon equilibrio tra dare le giuste spiegazioni a chi non ha seguito tutti i capitoli del MCU e non annoiare chi invece l’ha fatto.

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Inoltre è uno dei film più genuinamente divertenti del franchise degli ultimi anni. Non tanto da essere considerabile una commedia, ma riesce ad avere e mantenere uno spirito leggero per tutto il tempo, facendosi volere bene. Questo anche grazie alla presenza di Kamala Khan, indubbiamente uno dei migliori acquisti (insieme alla sua interprete Iman Vellani) del MCU post-Endgame. Ma ora veniamo ai problemi.

Cerchiamo di portarla a casa

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Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

È facile immaginare che una qualche versione di questa frase sia stata pronunciata più volte durante la produzione di The Marvels, o almeno questa è la sensazione che si ha usciti dalla sala. Perché è piuttosto evidente che questo film sia stato rimaneggiato più e più volte, incastrando varie sessioni di riprese ma soprattutto combinando il materiale a disposizione per riuscire a creare qualcosa di coerente.

Il risultato è quello di avere un nuovo villain anonimo, come quelli che hanno caratterizzato le prime fasi del franchise e che tante critiche attirarono. Una figura le cui potenzialità non sono davvero esplorate e che non regala particolari soddisfazioni nello scontro con le protagoniste.

C’è poi la sensazione che manchino diversi pezzi del puzzle. È difficile ricostruire concretamente quanto sia rimasto sul pavimento della sala di montaggio, ma ripercorrendo mentalmente The Marvels si trovano diverse sequenze che evidentemente erano concepite per uno sviluppo maggiore.

In alcuni casi non è neanche necessario fare profonde riflessioni sulla narrazione, perché a farci capire che c’è stato qualche rimaneggiamento di troppo intervengono dei veri e propri errori tecnici. Il tutto combinato con una CGI che in alcuni momenti cala drasticamente e, pur restando sopra la sufficienza, scende sotto la media del franchise.

L’impressione quindi è che questo film abbia bruciato le tappe, nella convinzione di riuscire a sistemare i problemi in corsa, nella fase successiva dello sviluppo, pur di centrare la deadline. Metodo che i Marvel Studios hanno spesso utilizzato ma che questa volta (forse anche per l’aumento spropositato di prodotti che sfornano) ha mostrato tutti i suoi limiti. Generando l’effetto “cerchiamo di portarla a casa”.

The Marvels recensione: ma quindi ce l’ha fatta?

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Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

Cercando di tirare le fila su questa recensione di The Marvels, potremmo definirlo un film che va visto da lontano. Perché effettivamente è un’esperienza piacevole, che lascia più di un sorriso e ha quelle due-tre chicche che ci abbagliano abbastanza da farci uscire felici dalla sala. Una pellicola non particolarmente memorabile ma che – appunto – “la porta a casa”.

Certo, se poi ci avviciniamo, cerchiamo di analizzarla, iniziamo a porci delle domande come si fa per una recensione, non si può decisamente salvare The Marvels. I problemi sono davvero troppi per ignorarli, anche per un fan del franchise come chi vi scrive. La speranza è che – complici i risultati non eccezionali al box office – possa davvero spingere gli Studios a rivedere i propri metodi produttivi. C’è un potenziale nuovo Avengers: Endgame in arrivo e non devono lasciarselo scappare.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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