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Cosa non ha funzionato in The Flash?

Fra possibilità sprecate e problemi di trama, cerchiamo di capire il mancato successo del film DC

Perché la gente non sta correndo più veloce della luce al cinema per vedere The Flash? Il nuovo film DC ha vissuto diverse vicissitudini prima del suo arrivo sul grande schermo, ma crediamo che i problemi maggiori siano narrativi: non solo problemi con la trama, ma soprattutto occasioni mancate. Ma soprattutto, pensiamo che la cosa che non ha funzionato in The Flash sia il concetto stesso di “multiverso”. Che ha finito per tenere lontani i fan, a una distanza che nemmeno il Velocista Scarlatto ha saputo colmare.

SPOILER ALERT: Da qui in poi parleremo anche della trama del nuovo film The Flash

The Flash: cosa non ha funzionato nel nuovo film DC?

Con un box office attuale appena sopra i 200 milioni di dollari, il nuovo film The Flash non è il peggior risultato per DC quest’anno – ha incassato più del secondo titolo di Shazam (anche se decisamente meno di Across the Spider-Verse, per esempio). E sebbene i voti su Metacritic siano insufficienti, su Rotten Tomatoes ha una media sufficiente fra i critici e un buon voto fra i fan. Non vogliamo scrivere del “perché i fan sbagliano”, perché tutti possono apprezzare i film che preferiscono (anzi, se non abbiamo colto qualcosa scrivetecelo nei commenti). Ma solo provare a capire cosa non ha funzionato, impedendo a The Flash di connettersi con un pubblico più grande.

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Il film di Andy Muschietti non è il successo sperato, soprattutto considerando il cast eccezionale (fra cui l’amatissimo Batman di Michael Keaton) e il fatto che la saga a fumetti Flash: Flashpoint, su cui il film si basa, è amatissima dai fan DC. E parla di un concetto che ha dimostrato il proprio successo in titoli come Everything Everywhere All At Once e Spider-Man: Into the Spider-Verse (e sequel): il Multiverso.

Fra tanti problemi di produzione, non mancano quelli narrativi

The Flash

D’altro canto, The Flash è un film che sarebbe dovuto uscire sei anni fa. Con un protagonista controverso (qui un riassunto delle vicende giuridiche di Ezra Miller) e parte del “morente” progetto DC Extended Universe, sostituito dal nuovo progetto gestito da James Gunn e Peter Safran. Tutte le premesse per un disastro di proporzioni kryptoniane – peggiore del risultato ottenuto, comunque piacevole secondo la maggior parte dei (pochi) fan che l’hanno visto.

A queste considerazioni, si aggiunge la crisi continua dei cinema (nei quali noi adoriamo andare anche quando il film non ci sbaloridisce) e un calendario con diversi “rivali” prestigiosi come Indiana Jones e Spider-Man.

Ma al di là dei problemi di produzione e di distribuzione, ci sembra che il film abbia sprecato alcune possibilità narrative – specialmente quando si tratta di parlare del multiverso. Una colpa che non diamo alla sceneggiatrice Christina Hodson, autrice anche di Bumblebee e Birds of Prey, che a quanto pare è la venticinquesima persona a ritoccare la sceneggiatura. Nè a Andy Muschietti o chiunque altro nel team dietro The Flash, che ha fatto del proprio meglio su un progetto complicato: ma è innegabile che qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto nel film.

A cosa serve il Multiverso?

Nel 2011, Geoff Johns e Andy Kubert scrivono un arco narrativo passato alla storia recente dei fumetti: Flashpoint. Barry Allen torna indietro nel tempo per salvare sua madre. Ma crea una realtà alternativa completamente diversa. Batman non è Bruce Wayne, ma suo padre Thomas: più violento e disilluso. Superman è in prigione, Wonder Woman guida le amazzoni in guerra contro Aquaman e gli atlantidei. Un cambiamento epocale, che una volta “sistemato”, porterà alla creazioni di nuovi eroi DC: The New 52.

DC sfruttò questo evento per mostrarci i nostri eroi come non li avevamo mai visti: un Batman senza scrupoli, Diana e Arthur in guerra, Clark ridotto alla cattività. E lo fece per “azzerare” il suo universo e fare ordine fra tutti i suoi eroi. Dopo qualche anno si trovò costretta a rifarlo, ma molti – anche se non tutti – fan apprezzano quel periodo (noi adoriamo la run di Scott Snyder e Greg Capullo in Batman).

Vivere all’altezza delle aspettative

In The Flash, invece, ci sembra che le ambizioni iniziali (e anche alcuni elementi della trama “presi in prestito” da Flashpoint) non abbiamo avuto un esito altrettanto portentoso. Abbiamo un nuovo Batman, ma è “semplicemente” la versione di Michael Keaton. Che pensiamo sia la miglior versione non-animata di Batman – ma che non ha cambiato davvero il personaggio. All’inizio ha i capelli lunghi e la barba, poi torna se stesso in un minuto, con tanto di citazioni ai film di Tim Burton.

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Courtesy of Warner Bros. Pictures/™ & © DC Comics

In questo universo vediamo Sasha Calle nei panni di una Supergirl che abbiamo apprezzato, ma che abbiamo conosciuto molto poco.

Inoltre, il finale tanto discusso in cui (ULTIMO AVVERTIMENTO SPOILER) vediamo George Clooney al posto di Batman non è un modo per ridisegnare i confini dell’universo DC. Ma solo un cameo. Come lo è quello di Nicholas Cage come Superman nelle sequenze finali dei film e l’omaggio all’indimenticabile Christopher Reeve.

Sembra che The Flash non abbia usato l’universo DC per espandere il suo mondo, ma solo per omaggiarne altri. E dopo aver visto Everything Everywhere All At Once usare il concetto del multiverso per combattere il nichilismo e i vari Spider-Man per capire la tragedia e la responsabilità di essere supereoi, questo approccio non è abbastanza nuovo per far correre i fan al cinema.

Cosa non ha funzionato con il piano di The Flash?

Piuttosto che farci vedere guerre fra atlantidei e amazzoni, o altri eventi epocali, The Flash ha cercato di andare sul personale. Qualcosa di fondamentale: abbiamo visto che anche EEAAO e Spider-Man hanno puntato prima di tutto sulle relazioni dei personaggi, per poterci ancorare al multiverso.

Passiamo infatti molto tempo con il Velocista interpretato da Ezra Miller in tutte le sue varianti – che finiscono per scontrarsi nel finale. E sebbene Miller esageri spesso con le idiosincrasie del personaggio, pensiamo colpisca sul vivo nelle scene più drammatiche del film. Ma purtroppo, alcune di queste scene hanno davvero poco senso.

Che alibi è?

Nel fumetto, per esempio, scopriamo che l’assassino della madre di Barry Allen è Reverse Flash, uno scienziato che viene dal futuro e adora talmente tanto Flash da trasformarsi in un Velocista, ma che diventa un villain spietato. In questo film non sappiamo nemmeno chi sia l’assassino, né Flash sembra intenzionato a scoprirlo. Andrebbe bene fosse solo un ladro colto dalla sorpresa di trovare la madre la casa, come fa intuire il film, ma davvero Barry non vuole nemmeno saperlo?

Forse siamo noi troppo fissati sull’originale fumettistico. Ma siamo invece piuttosto sicuri che l’alibi di suo padre sia molto campato in aria. Nei flashback vediamo che torna in tempo per vedere sua moglie morire fra le sue braccia, tanto che dice a Barry di chiamare il 911 (anche se poi il bambino corre fuori casa invece che verso il telefono). Quindi, in che modo dimostrare che prima era andato al supermercato cambierebbe la sua condanna? Un uomo che ha appena comprato dei pelati non può accoltellare la moglie?

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Certamente, Barry torna indietro nel tempo per salvare sua madre – cosa che evita in automatico il carcere per il padre. Ma alla fine del film, scopriamo che sposta i pelati nel ripiano più alto per fare alzare il viso al padre verso la telecamera. Nonostante avrebbe dovuto capire durante il film che qualsiasi evento potrebbe lanciarlo su una linea temporale diversa. Lo scienziato forense Barry Allen è finito in una linea temporale con il Batman di George Clooney per una prova che non reggerebbe nemmeno nel tribunale di Forum.

Il multiverso si frantuma, ma mancano i conflitti

L’uso del multiverso solo come scusa per i camei e una premessa che logicamente sta poco in piedi sono peccati gravi per un film. Ma la verità è che non sono insuperabili. Marvel ci ha dimostrato più volte che, se anche il “fan service” fa storcere il naso ai critici, se la storia è abbastanza avvicente se ne dimenticano prima dei titoli di coda. E l’elenco di ottimi film con grossi problemi nella trama è pressoché inesauribile.

Il problema narrativo principale per cui The Flash non ha funzionato è che mancano i conflitti. O meglio, quelli personali. Nel film rivediamo per la centesima volta Zod che attacca la Terra (che dopo Man of Steel era l’episodio scatenante di Batman Vs Superman), vediamo universi diversi schiantarsi uno contro l’altro e tre versioni di The Flash lottare fra loro. Ma sul livello più “umano” abbiamo sentito un impatto molto meno potente.

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Courtesy of Warner Bros. Pictures/™ & © DC Comics

Michael Keaton come Batman rifiuta di aiutare i due Barry senza una vera ragione, per poi scarrozzarli sul suo Bat-aereo due minuti dopo. Supergirl non vuole aiutare gli umani che l’hanno imprigionata, giustamente. Ma ci ripensa dopo che Zod uccide i militari – come aveva promesso di fare.

E ancora di più sono i conflitti solo accennati, ma mai esplorati. Barry ci dice di essere stanco di fare da “assistente tutto-fare” per la Justice League, per poi non affrontare più il problema per tutto il film. È terrorizzato dal fatto di uscire con Iris West, che pure sembra già innamorata di lui dal primo secondo in cui lo vede.

Ma il più problematico per noi è quando Barry racconta di aver salvato solamente un bambino durante il primo attacco di Zod, ma non suo padre. E ora che è tornato al passato, vediamo che di quel bambino si è praticamente dimenticato. Nonostante vediamo lui e il padre fuggire dalla macchina che sta terraformando il nostro pianeta per i Kryptoniani.

Troppe modifiche?

Fra conflitti che si risolvono da soli nell’arco di una scena e quelli di cui il film si dimentica totalmente, ci sorge una domanda: perché inserirli nel film, senza poi esplorarli? La nostra ipotesi è che nelle varie bozze del copione questi punti avevano risposte pertinenti. Ma che negli anni di riscritture e cambi di registi e sceneggiatori, oppure nelle note dei produttori e nell’editing finale, siano stati tanto modificati da risultare irriconoscibili.

Con i continui ritardi e problemi di Ezra MIller, con l’arrivo di James Gunn e Peter Safran per riscrivere l’universo DC, questo film forse sarebbe dovuto essere scartato, per ricominciare da capo. Ma a differenza di Batgirl (che Safran ha definito ‘impubblicabile’ ma che per la protagonista Leslie Grace era di buona qualità), DC non poteva scartare The Flash. Non perché avesse una grande storie emozionale da raccontare (che pure c’è) ma perché era l’occasione per creare un Multiverso pieno di camei. Che risultano divertenti, ma non essenziali.

Ezra Miller The Flash

Quindi sembra che il film si sia più concentrato sul farci indicare lo schermo (come nel meme di DiCaprio) indicando Cage o Clooney, piuttosto che approndire il nocciolo emotivo alla base di questa storia. Ma senza un’ancora fatta di emozioni, il Multiverso rischia di essere un uragano di azione e colori. Che lascia solo macerie dei vari universi che fa vorticare.

O forse, semplicemente, siamo solamente rimasti delusi di non aver visto l’evento epocale che i richiami a Flashpoint ci avevano fatto sperare. Voi invece cosa ne pensate di The Flash? Noi siamo stati critici perché il potenziale ci sembrava enorme ma poco sfruttato – ma forse ci siamo persi qualcosa. Fateci sapere nei commenti.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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