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The Book of Boba Fett, un tuffo nelle sabbie del passato

Il primo episodio della serie di Star Wars rischia di rovinare il mistero?

Star Wars è tornato, giusto in tempo per la fine dell’anno. E con uno dei personaggi più amati di tutta la saga. The Book of Boba Fett racconta la storia del cacciatore di taglie dopo la trilogia originale: ecco quali sono le nostre prime impressioni (più che una vera e propria recensione, impossibile dopo una sola puntata). Senza spoiler, non temete.

The Book of Boba Fett | Prime impressioni

Quando abbiamo visto per la prima volta Boba Fett (che fosse ne L’Impero Colpisce Ancora o nello Speciale di Natale), non siamo stati colpiti dal brillante dialogo o dalla sua estroversa personalità. Abbiamo visto il casco, l’armatura. Lo abbiamo visto agire da cacciatore di taglie senza scrupoli. Ne abbiamo amato da subito il particolare alone di mistero.

Fino alla trilogia prequel (quando Temuera Morrison impersona il padre di Boba, Jango) non ne conoscevamo l’origine. E solo con le serie animate (soprattutto Clone Wars) abbiamo potuto conoscere il giovane Boba e vedere quanto vale. Prima era solo mito. Poi, un poco alla volta è diventato personaggio.

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Qualcuno più cinico di noi potrebbe dire che all’inizio era solo un action figure. Ma non sarebbe un insulto: la fantasia collettiva di milioni di fan lo ha trasformato in un antieroe dal potenziale enorme, prima ancora che l’universo esteso fatto di fumetti, libri e serie lo raccontasse nei dettagli.

The Book of Boba Fett però rappresenta la prima volta in cui il cacciatore di taglie diventa protagonista in una serie live action e che sarà vista dalla grande maggioranza dei fan. Un’opportunità enorme. Ma anche un rischio.

Un mistero svelato

La nuova serie su Disney+ inizia esattamente dove avevamo lasciato Boba alla fine della trilogia originale. Ma al tempo stesso, riprende il racconto iniziato con The Mandalorian, ambientato cinque anni dopo l’esplosione della seconda Morte Nera.

Jon Favreau, che ha sceneggiato questa puntata e fa da produttore esecutivo insieme a Dave Filoni, gioca infatti la storia su due filoni narrativi. Rispondendo già dalle scene prima del titolo dell’episodio (Straniero, in terra straniera) alla domanda “Come ha fatto a salvarsi dalle sabbie di Tatooine?“.

Il team creativo dietro la serie ha scelto di dividere in due filoni la storia, pur con continui richiami tematici (almeno in questa prima puntata). Una scelta che non è complicata nell’esecuzione. Ma che, da fan, un po’ ci spaventa. Sappiamo che la storia di Boba Fett è stata esplorata in mille prodotti dell’Universo Star Wars. Ma in qualche modo, questa serie rischia di poter togliere un po’ del mistero che ha resto Boba un mito.

Sia perché svela parti del suo passato (con richiami alle due trilogie di film). Ma anche perché, nel suo nuovo ruolo di Daymo al posto di Jabba su Tatooine, prende il posto dell’eroe. Con metodi spicci e violenti, ma pur sempre il protagonista per cui facciamo il tifo. Lo conosceremo meglio, sia per quello che ha fatto in passato che per quello che deciderà di fare. E questo potrebbe togliere a Boba l’aria da cacciatore di taglie alla Sergio Leone, ma nello spazio.

The Book of Boba Fett, prime impressioni: i dettagli incanteranno i fan

Con tutte le potenzialità e rischi narrativi di cui abbiamo parlato, nel primo episodio il regista Robert Rodriguez se la prende con grande calma. Non perché manchi l’azione, anzi. Ma preferisce mostrare Tatooine e tutti i personaggi che la abitano. Una gioia per i fan, che rivedranno alcuni dei design alieni che hanno amato già dagli anni ’80 (o dalla prima volta che hanno visto Star Wars).

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Avere Dave Filoni sul set significa assicurarsi che ogni dettaglio sia preciso. E il team creativo ha chiaramente lavorato perché tutto, dai costumi al trucco fino agli effetti speciali, ci riporti nella Tatooine della trilogia originale. Anche questa volta, il world building è impeccabile. E sì, giocano moltissimo con la nostra nostalgia per i primi tre splendidi film. Ma lo fanno con maestria e senza allontanare i nuovi fan. I personaggi visti su Tatooine non sono più easter egg ma parte vibrante della storia.

Le scene d’azione però ci sono sembrate meno dinamiche rispetto a quanto visto in The Mandalorian. Quando Fennec Shand (Ming-Na Wen) mette il casco e vediamo solo gli stunt people all’opera, la coreografia è impeccabile, ma durante gli scontri a volto scoperto ci sono forse un po’ troppi tagli nelle inquadrature. Ma stiamo forse facendo un paragone improprio: confrontata a qualsiasi altra serie fuori dall’universo Star Wars, l’azione risulta splendida.

Le interpretazioni sono solide, il team tecnico ha fatto un lavoro egregio. Ma forse ci aspettavamo qualcosa di più. Il primo episodio ci lascia quindi un po’ titubanti, pur essendo perfettamente godibile. Ma senza dubbio continueremo nella visione settimana dopo settimana. È Star Wars, dopotutto. Un universo che finalmente si sta allargando oltre l’orizzonte della famiglia Skywalker anche in live action, raccontando la galassia lontano lontano più famosa di sempre. Forse Boba perderà il mistero che ci ha fatto comprare le action figure, immaginando storie con il cacciatore di taglie. Ma potrebbe sostituirlo con una storia degna di essere raccontata.

Voi cosa ne pensate della prima puntata di The Book of Boba Fett? Ditecelo nei commenti (avvisando se contengono spoiler).

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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