Questo mese Comics&Science ospita Maurizio Wurtz di Artescienza (…se ne può già intuire l’affinità con la nostra rubrica). Abbiamo incontrato Maurizio in occasione del Festival della Comunicazione di cui Artescienza è ospite, nella splendida cornice di Camogli. Il Festival della Comunicazione è senza dubbio uno dei più interessanti appuntamenti dell’anno: superstar della cultura si alternano tra incontri, conferenze ed eventi per quattro giorni incredibilmente intensi. Per questo, prima ancora di proseguire con l’intervista a Maurizio, vogliamo lasciare al professor Singer (condirettore del Festival) l’onore di introdurre Artescienza e parlarci degli eventi in programma.
“Nel disegnare il palinsesto del primo festival della comunicazione (12-14 settembre 2014), volendo dedicare una sezione alla comunicazione dei cetacei, non potevamo non avvalerci della collaborazione di Artescienza e di Maurizio Wurtz. E anche per la seconda edizione, che si terrà sempre a Camogli, dal 10 al 13 settembre 2015, Maurizio Wurtz sarà un punto fermo per quello che riguarda il “linguaggio del mare”. Infatti, la manifestazione si concentrerà su uno degli aspetti fondanti di ogni comunicazione: il linguaggio. Dopo aver affrontato lo scorso anno un primo tratto del cammino per prepararci a ciò che ci riserverà il futuro, il festival alla sua seconda edizione declinerà il macro tema del linguaggio attraverso una prospettiva diversa, offrendo sguardi inediti e spunti di riflessione. Viviamo in un’epoca in cui l’evoluzione tecnologica viaggia a una velocità che nessuna epoca ha mai sperimentato prima, producendo profondi cambiamenti nel comportamento dei “consumatori”, nei modelli di “business”, nella diffusione di massa di strumenti tecnologici. Che non sono solo strumenti, bensì artefici a loro volta di innovazione nelle abitudini, nei modelli di vita, nel lavoro, nel tempo libero, nell’educazione. Di questo si occuperà il prossimo festival della comunicazione, affrontando tutte le articolazioni del “linguaggio”: quello della politica, della menzogna, dei fumetti, dell’architettura, dei giornali, della TV, delle imprese, del gossip, dell’economia, della pubblicità, della divulgazione scientifica, della “posta del cuore”, della ricerca, dei social network, del cinema, della musica, dell’alimentazione, della moda, della giustizia, del gioco, delle catastrofi, della medicina. E’ una sfida a cui parteciperanno esperti di semiotica, di diritto dell’informazione, blogger e direttori di giornali, filosofi, ed enigmisti, registi e critici cinematografici, studiosi del mondo classico ed esperti di Twitter, magistrati e critici d’arte, autori televisivi e scrittori, economisti e finanzieri, top manager e architetti. Il tutto in una splendida cornice naturale quale quella del Golfo Paradiso.”
ON: Buongiorno Maurizio, riprendendo l’intervento del professor Singer, puoi brevemente descriverci l’attività di Artescienza?
Maurizio: Artescienza si occupa prevalentemente di comunicazione scientifica attraverso vari “canali”tra cui l’illustrazione scientifica e la scultura naturalistica, che sono i nostri punti di forza. Realizziamo anche video e documentazione fotografica, che spesso ci servono per lo studio dei soggetti da riprodurre con il disegno e in modelli tridimensionali, quasi sempre in scala 1:1.
ON: Facciamo un passo indietro, come si diventa illustratori scientifici? Quali percorsi, di studi prima e professionali poi, portano a questo mestiere?
Maurizio: Per me, rispondere a questa domanda è veramente difficile. Non ho fatto studi inerenti ad un percorso artistico, ho semplicemente sperimentato da autodidatta molte tecniche pittoriche, facendo molti sbagli, ma provando e riprovando sono riuscito ad “maneggiare”pennelli, matite, pastelli e aerografi con una certa padronanza. Anche con la scultura è più o meno successo così, non ho problemi con gran parte dei materiali, tuttavia negli ultimi anni gran parte del mio lavoro si è sviluppato su grandi modelli (sculture) naturalistici realizzati in vetroresina. In questo caso il risultato dipende molto dalla conoscenza dei materiali usati e quello che so lo devo tutto ad un tecnico eccezionale, Angelo Di Luca, che mi ha insegnato molti segreti e “trucchi”del mestiere.
ON: Per riportare fedelmente un rilievo devi rispettare proporzioni, caratteristiche anatomiche, cromatiche e con altissimi livelli di complessità. Quali sono le difficoltà e criticità che si incontrano nel tuo lavoro?
Maurizio: Per me la difficoltà maggiore è far stare fermo un capodoglio il tempo necessario a realizzare un suo ritratto… In altre parole disegno e scolpisco animali che ho osservato direttamente nel loro ambiente naturale, anche per molto tempo. A questo è necessario aggiungere studi di anatomia e, nel caso di grandi cetacei, la mia specialità, misure dei loro scheletri e delle loro proporzioni corporee, queste ultime possibili solo su animali che si spiaggiano. Comunque, ritengo che non si possa realizzare un buon lavoro se non si è vissuto un “incontro ravvicinato” con il soggetto da ritrarre. Poi la scelta della tecnica e dei materiali gioca un ruolo altrettanto importante, ma per quanto mi riguarda, questo è un atto naturale e quasi spontaneo.
ON: Viviamo in un periodo storico in cui le risorse tecniche a disposizione per portare avanti la ricerca scientifica cambiano e si aggiorno a gran velocità. Scansioni e stampa 3D, render ad alta risoluzione…tu stesso sperimenti con resine e sculture, come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni?
Maurizio: Ho appena finito di realizzare un modello in scala 1:1 di una balenottera azzurra (24 metri di lunghezza totale) per il nuovo Museo di Storia Naturale di Shanghai. Come sempre, per iniziare ho realizzato un modello a scala ridotta su cui tecnici cinesi e giapponesi hanno fatto scansioni 3D e molti preparativi, ma alla fine il mio occhio ha funzionato meglio e ho dovuto fare molte correzioni. Spesso per dare il senso della vita e del movimento queste nuove tecnologie non danno i migliori risultati, anche i dettagli risultano freddi, è sempre necessario intervenire direttamente e manualmente.
ON: Il tuo lavoro, nonostante la cruciale utilità scientifica è a tutti gli effetti una forma d’arte, ci sono degli artisti a cui ti ispiri?
Maurizio: Tutti e nessuno. Come ho detto sono un autodidatta e “rubo” a piene mani soluzioni tecniche e pittoriche studiando continuamente. Oggi sono particolarmente interessato alle tecniche utilizzate da artisti iperrealisti… John de Andrea, Duane Hanson o Ron Mueck… applicate però agli animali marini che sono il mio soggetto di lavoro.
ON: Ora una nostra precisa curiosità: tra i fumettisti è piuttosto frequente avere degli “elementi impossibili”; un classico esempio è la distinzione che si fa in Disney tra paperinisti e topolinisti. Esiste sempre un personaggio o una posizione che viene disegnata meno volentieri. Qual è il tuo soggetto nemesi? C’è un animale che detesti disegnare?
Maurizio: Non saprei, per me sono le sfide “impossibili” quelle che mi interessano e mi stimolano di più. Più un lavoro è complesso e difficile più mi coinvolge e mi attira.
ON: Per concludere, una domanda di rito che rivolgiamo a tutti i nostri ospiti, quale super poter vorresti avere?
Maurizio: E’scontato! Avere un’apnea come quella del capodoglio e potermi immergere senza attrezzature a oltre 2000m di profondità.
Testi di Jacopo Peretti Cucchi (OrgoglioNerd)
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