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Il Tiro della Tigre: Giappone e sport

Tra le caratteristiche principali di un popolo possono spiccare tante qualità, la predominanza atletica non figura comunemente fra la realtà Giapponese ma questo non ha mai fermato questo popolo dal confezionare capolavori a tema agonistico ricchi di improbabili momenti di rivalsa che comprendo raggi cosmici, alieni e capacità al limite dell'umano.
E di questo noi ringraziamo.
Oltre a essere cresciuti con opere come Captain Tsubasa è arrivato anche il richiamo con anime e manga come EyeShield 21 e altri ancora più freschi.
L'introduzione del cosiddetto "Momento Epico" in uno sport, del superamento dei propri limiti in un preciso istante chiave per la propria esistenza, ci ha sempre affascinato.
Ma non tutti gli sport cartacei giapponesi ci regalano momenti "assurdamente epici" e la nostra domanda è: quale preferiamo? Andiamo con ordine..
Il genere shonen, ossia quello rivolto verso un pubblico di ragazzi, parla spesso della vita scolastica degli adolescenti e, fra i vari temi che lo contraddistinguono, i manga sportivi sono senza dubbio i più avvincenti grazie alla passione e al modo in cui sono in grado di coinvolgere il lettore. 
In Giappone lo sport più popolare e diffuso è il baseball, praticato a partire dalle scuole elementari proseguendo fino oltre gli anni degli studi. Ogni anno, durante il periodo estivo, viene disputato il Koshien, torneo che prende il nome dallo stadio di Tokyo in cui viene disputato e che vede partecipanti le 49 squadre vincitrici dei rispettivi campionati di prefettura. Un vero e proprio torneo nazionale durante il quale l'intero Paese si ferma per tifare la squadra della propria prefettura che, fra sudore e impegno, tenta la scalata al premio più ambito.
Gli autori che si sono cimentati nel raccontare storie legate a questo sport sono innumerevoli ma, senza ombra di dubbio, uno è il mangaka che incarna al meglio lo spirito giapponese del baseball facendone il suo principale cavallo di battaglia, Mitsuru Adachi. 
La sua passione per questo sport gli ha permesso di scrivere classici del fumetto come Touch, H2, Rough e tanti altri. Agli occhi di un lettore inesperto queste storie sembrano assomigliarsi in modo inequivocabile, con personaggi simili fra loro e situazioni che spesso sanno di già visto; dopo un'attenta lettura stupirà invece il modo sempre nuovo di proporre la tematica della vita giovanile divisa fra scuola e sport, con diversi rimandi ai racconti precedenti oltre che alla palese comparsa dell'autore nelle vignette stesse: molte gag si basano sulla reale apparizione di Adachi o dei suoi editor in un riquadro della tavola o nella voce fuori campo dell'autore stesso.
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Il grande lavoro di Adachi si evince sia dal numero di serie scritte ma anche da quello relativo alle storie brevi, punto di forza e mezzo per sperimentare nuove possibilità narrative. 
Fra esse Idol A è la più recente proposta in Italia in volume monografico, sebbene i primi capitoli siano già stati pubblicati nella raccolta Short Program. 
Seguiamo le vicende di due ragazzi, i classici amici d'infanzia che tanto piacciono ad Adachi: lui, Keita Hirayama, sogna di aprire un combini mentre lei, Azusa Satomi, è una giovane Idol col sogno di giocare fra i professionisti del baseball, se non fosse che le ragazze non siano ammesse.
I due si assomigliano a tal punto da rendere possibile uno scambio di persona prima delle varie partite a cui partecipa Keita, lanciatore del club di baseball, concedendo alla ragazza la possibilità di realizzare il suo sogno. Vi lasciamo solo immaginare quali assurde situazioni potrà creare questo scambio di persone, due ragazzi talmente simili che, abiti invertiti, anche i genitori hanno difficoltà a riconoscere.
Adachi si diverte a scherzare con Keita e Azusa contornandoli di personaggi tipici della sua letteratura: genitori con la testa fra le nuvole, un rivale in amore o il compagno di squadra un po' sempliciotto ma di buon cuore, niente invasioni aliene o colpi dell'aquila tonante, ci dispiace..
Grazie ad Idol A ci immergeremo nuovamente nelle tematiche tanto care al maestro e ai suoi stessi fan come l'ardente forza di volontà dei giovani, la passione per lo sport e i piaceri della vita quotidiana oltre ad inconvenienti, frasi non dette o solo timidamente sussurrate. 
Voi cosa preferite? Lo sport assurdo e coinvolgente ci Captain Tsubasa o la realtà di Idol A?

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Autore

  • Mattia De Poi

    Anche conosciuto come Il Nini, Mattia è il lato gioioso di Orgoglio Nerd. Biondo e curioso, è appassionato di ogni genere fumettistico, Gunpla e avventure. Portatelo in viaggio, all'organizzazione ci penserà lui.

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