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Giochi da tavolo i 10 più significativi del decennio

Warhammer: Age of Sigmar

Giochi da tavolo

Sappiamo che questa entry farà storcere il naso a molti: Age of Sigmar non ha certo ricevuto un’accoglienza unanimemente positiva. Anzi! Quando è stato presentato, nel 2015, ha suscitato perplessità e sgomento nel mondo degli appassionati del wargame più celebre in circolazione, perché l’ha rivoluzionato in modo molto profondo, tagliando mille regole, semplificando manuali enormi in sole quattro pagine. Non solo, ma ha scardinato l’intero impianto di bilanciamento delle armate, prima basato su un precisissimo sistema di punti da pagare per ogni soldato, ogni generale, ogni arma o oggetto magico, sostituendolo con…beh, con niente! I giocatori erano semplicemente chiamati ad organizzarsi a modo loro per bilanciare le battaglie. E non solo: ogni armata aveva accesso ad una o più abilità “di colore”, basata sul flavor dell’ambientazione: proclamare sfide cavalleresche avrebbe dato bonus ai propri cavalieri di Bretonnia, disporre di grossi baffi cespugliosi avrebbe potenziato i propri soldati imperiali e così via. Non è difficile immaginare perché questo drastico cambio di rotta abbia indispettito i fan del franchise, che del resto è stato da sempre associato al più certosino livello di pianificazione tattica in ogni dettaglio. Eppure, dopo l’iniziale pubblicazione del materiale incriminato (e la conseguente ondata di proteste) la Games Workshop ha messo ben più di una pezza: con la pubblicazione dei manuali successivi l’intera operazione ha ottenuto il senso che mancava all’inizio. Al posto di un enorme manuale che spiega tutto, ora le regole speciali sono illustrate direttamente nelle schede delle unità che le possiedono, sono stati reintrodotti i punti per le varie unità e in generale Age of Sigmar si presenta come una versione molto semplificata, molto più scarna, molto più gestibile di Warhammer. Ovviamente chi cerca il conglomerato di minuzie tattiche presenti nel vecchio regolamento non lo troverà in Age of Sigmar, ma l’ottava edizione del vecchio regolamento è ancora disponibile. Chi però si approccia per la prima volta a questo gioco, notoriamente molto complicato soprattutto nelle prime fasi, ha a disposizione un punto d’ingresso assai più agevole. Age of Sigmar non è quindi per tutti, e forse non è nemmeno per il pubblico più tradizionalmente associato con i wargame. Sicuramente, però, ha il merito di aver svecchiato la formula di un gioco fin troppo ancorato a meccaniche tradizionali e superate. Sicuramente uno dei giochi del decennio.

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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Un commento

  1. Grazie a Gabriele, alcuni giochi non li conoscevo proprio. Sarei curioso di sapere come mai non è stato incluso Kingdom Death: Monster, un gioco che in due Kickstarter ha rafcolto 20 milioni di dollari

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