Di4ri: non siamo soli | Recensione

Netflix si avvicina sempre più ai giovanissimi con la nuova serie originale italiana per ragazzi Di4ri. Ambientata a Capri, e più precisamente a Marina Piccola, la storia vede protagonista la 2 D, la classe di una scuola media che sta per chiudere i battenti. Si tratta di una produzione che racconta tematiche attuali a partire dal punto di vista dei suoi personaggi principali. In ogni episodio vediamo uno dei ragazzi raccontarsi al pubblico, parlando direttamente alla telecamera. Ognuno, con il proprio modo di vivere le cose che gli accadono attorno, avrà qualcosa di importante da dirci. E lo farà con una naturalezza quasi surreale e disarmante, come a ricordarci che le tematiche affrontate, nel 2022, non possono più essere considerate un tabù. Insomma, già solo per questo aspetto è un grande prodotto. Ma prima di proseguire con la nostra recensione di Di4ri, vediamo insieme il trailer della serie:

Di4ri: la recensione

Nella serie Netflix Di4ri ogni episodio copre l’arco temporale di una settimana scolastica (compare il titoletto per ogni giorno (“lunedì”, “martedì”) in modo da dare continuità agli eventi narrati), ed è raccontato dalla prospettiva di uno degli otto protagonisti. Il primo episodio, a differenza di tutti gli altri, ha una doppia narrazione: Pietro (Andrea Arru) nella prima metà e Livia (Flavia Leone) nella seconda. È anche quello che ha una durata di tempo maggiore: circa un’ora rispetto ai 24-26 minuti dei restanti episodi. È come se Netflix avesse deciso di unire i diari personali dei due personaggi che più hanno un ruolo preponderante nella storia. Al termine dei 15 episodi complessivi, però, ci renderemo conto che ogni personaggio, nel suo piccolo, è importante ai fini del racconto. Un racconto che parla di noi, delle nostre esperienze passate e presenti, ma anche di quelle che potrebbero presentarsi in futuro.

Di4ri è cambiamento. Non solo in termini di produzioni e idee, ma anche nel senso più stretto del termine. Non è un caso che il pensiero dei suoi protagonisti cambi in corso d’opera: se all’inizio della serie nella classe vige l’individualismo, con il tempo ogni personaggio scoprirà di non essere solo e di poter contare sui propri compagni di avventura. Il titolo del brano originale di Tancredi (presente in due episodi), Isole, sigla di apertura della nuova produzione Netflix, rimanda proprio a questo concetto. Isole, come i suoi personaggi e il luogo in cui vivono: individui a sé stanti, con una propria personalità. E se non fosse per l’imminente smantellamento della loro piccola scuola, probabilmente non avrebbero mai compreso il vero senso dell’amicizia e il desiderio di stare insieme all’altro.

Le tematiche

Nella nostra recensione abbiamo parlato di pluralità di voci e storie, ma non ancora dei temi trattati in Di4ri. Il bello della serie Netflix sta proprio nella leggerezza con cui vengono affrontati. Si inizia con le prime cotte e le incertezze che attanagliano un po’ tutti a 12 anni, per poi passare a temi sempre più complessi; temi come l’omosessualità, la dislessia, la paura di crescere, l’accettazione e i rapporti di famiglia. La voglia di ribellarsi, di cambiare, di sentirsi liberi sono quelli che più emergono.

L’unico problema riguarda il minutaggio ridotto degli episodi: data la rilevanza oggi di tali tematiche, ci saremmo aspettati un maggiore approfondimento. Ogni tema viene affrontato così velocemente da chiedersi se fosse tutto lì ciò che Di4ri voleva dirci. Passiamo dal problema alla soluzione in tempi talmente brevi che l’empatia con i personaggi va a perdersi, nonostante i loro pensieri (Di4ri adotta anche la voce fuori campo dei protagonisti) e i loro sguardi verso la macchina da presa siano onnipresenti. Teniamo conto che si tratta di una serie per ragazzi, ma proprio per questo un maggiore equilibrio tra gli elementi e il tempo avrebbe giovato alla produzione e la leggerezza che caratterizza i diari settimanali non ne avrebbe risentito in ogni caso. Perché sono proprio le scelte di regia a rendere la serie godibile, non solo per un pubblico di ragazzi.

Conclusione

Vedere la serie Netflix può essere utile a tutti: un po’ per le tematiche e il modo di approcciarsi a esse, perché ricordiamo che il punto di vista è sempre quello di 8 preadolescenti; un po’ per comprendere i propri figli e il male che potrebbero sentire in alcune circostanze (soprattutto quando in famiglia ci sono problemi); e un po’ per avvicinarsi gli uni agli altri. Infatti Di4ri dà la possibilità agli spettatori di comprendere quanto sia importante il punto di vista dell’altro, quale sia la differenza di percezioni e sentimenti in base alle persone che li provano, e quanto sia fondamentale riconoscere e coltivare il valore della equanimità.