Come siamo giunti alla crisi tra Russia e Ucraina?
Partiamo col dire che non è successo tutto all’improvviso, anzi, possiamo identificare nel 2014 l’anno che ha determinato lo scoppio della crisi tra l’Ucraina e la Russia.
Sono quindi oltre 8 anni di crisi e conflitti armati al confine tra i due paesi, la causa principale si identifica nella rivendicazione dell’indipendenza della Crimea e della regione del Donbass, ma dietro si celano altri interessi e strategie geopolitiche.
Perché si parla tanto di Crimea e di Donbass?
È il 21 febbraio 2014, dopo mesi di manifestazioni massicce, il presidente in carica Viktor Janukovyč scappa ed abbandona il paese rifugiandosi in Russia, non un paese a caso, ma un partner strategico durante tutto il suo mandato presidenziale, inoltre lo stesso Janukovyč proviene dalle regioni russofone dell’Ucraina.
Proprio nelle regioni russofone del confine, precisamente nel Donbass e nella penisola della Crimea, cominciano i conflitti armati tra i separatisti filorussi e l’esercito ucraino. Gli indipendentisti non sono disposti a riconoscere il nuovo governo, tanto che nel mese di maggio dello stesso anno, vengono autoproclamate le due repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nell’est del paese, precisamente nel Donbass, oltre il fiume Dniepr. Inutile dire che in tutto questo Mosca e l’esercito russo giocano un ruolo fondamentale, anche se gli organi russi continueranno a dirsi estranei ai fatti per molto tempo, per poi affermare in un secondo momento che tra le file dei separatisti vi erano anche soldati russi.
Cosa c’entra la NATO nella crisi tra Russia e Ucraina?
L’Ucraina rappresenta quello che si può definire un “paese cuscinetto”, in parole povere un paese di mezzo, un territorio che dovrebbe garantire l’equilibrio tra due potenze ostili tra loro. L’Ucraina in poche parole è il confine da non oltrepassare, sia da una parte, che dall’altra.
La sua posizione strategica lungo la cosiddetta cortina di ferro ha da sempre definito il confine tra Europa orientale ed Europa occidentale, che tradotto significa tra NATO e URSS.
Nel 2019, il governo ucraino ha inserito nella propria Costituzione la volontà d’intraprendere un percorso strategico d’avvicinamento e adesione alla NATO.
Per il governo ucraino questo rappresentava l’obiettivo principale, nonché il più importante in materia di sicurezza nazionale.
La decisione di incorporare nella propria Costituzione l’adesione NATO, ha permesso all’Ucraina di ottenere proprio da quest’ultima lo status di un Partner con le Opportunità Potenziate nel giugno 2020.
Inutile dire che il cammino verso l’adesione alla NATO dell’Ucraina non è andata giù a Vladimir Putin, che si è opposto fin da subito a tale decisione, arrivando a schierare oltre 100 mila uomini ai confini dell’Ucraina, mostrando così i muscoli a Kiev e al resto del Mondo.
Nel 2022, quando sembrava non ci fosse più scampo al peggio, durante un confronto con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, lo stesso Putin ha affermato che la Russia non vuole la guerra, ma neanche la NATO alle porte.
Come si potrebbe uscire dalla crisi tra Russia e Ucraina?
Nelle ultime ore pare che Putin ed il governo russo siano intenzionati a fare un mezzo passo indietro.
Sì, ma a quale costo?
Vladimir Putin non può uscire di scena a testa bassa e neanche può uscirne sconfitto, questo rischierebbe di avere ripercussioni pesanti sulla sua credibilità, nonché sulla sua politica interna ed estera.
La soluzione più plausibile pare essere quella rilanciata dall’ambasciatore ucraino a Londra, tale Vadym Prystaiko, che ai microfoni della BBC ha ribadito: «Potremmo rinunciare all’entrata nella NATO, soprattutto se veniamo minacciati così.»
L’adesione alla NATO in realtà pare essere molto più complicata di quel che sembra per l’Ucraina.
Le normative del 1999 che stabiliscono l’allargamento NATO infatti, non prevedono alcuna adesione per i paesi che al loro interno abbiano dei conflitti aperti. Nel caso dell’Ucraina la questione del Donbass e della Crimea ne comprometterebbero il cammino verso la NATO.
Un altro scenario potrebbe vedere l’Ucraina seguire quello che fu il percorso della Finlandia durante la guerra fredda. In poche parole potrebbe aderire all’Unione Europea senza però passare per la NATO, un passaggio quest’ultimo che viene intrapreso quasi sempre dai paesi candidati all’adesione UE.
La “finlandizzazione” prevedrebbe un non allineamento militare da parte dell’Ucraina, una condizione questa difficile da accettare da Kiev, che vede nell’adesione NATO la garanzia di una sicurezza nazionale.
- Editore: Carocci
- Autore: Giorgio Cella
- Collana: Studi storici Carocci
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2021
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