Skeleton Crew gioca con il confine della citazione | Recensione

Da quando sono arrivati i primi dettagli, tanto più i primi trailer, su Skeleton Crew, la nuova serie TV di Star Wars che inizia oggi su Disney+ in tanti l’hanno paragonata a un classico del cinema per ragazzi, ovvero I Goonies. I richiami erano evidenti dopotutto ed è un paragone che nobilita sicuramente il progetto e che ha attirato tanta curiosità. Noi abbiamo visto alcuni episodi in anteprima per questa recensione di Skeleton Crew e durante la visione ci siamo trovati a riflettere su dove fosse effettivamente possibile tracciare la linea tra i due prodotti. Viaggiate con noi nella galassia lontana lontana per scoprirlo….

Di cosa parla la nuova serie TV di Star Wars, Skeleton Crew?

Questo show si incentra su Wim, un giovanissimo studente di uno dei tanti pianeti che popolano la Nuova Repubblica. È un bambino che sogna sempre a occhi aperti, che vorrebbe vivere un’avventura come quelle che legge, che parlano dei grandi guerrieri Jedi del passato. Il suo migliore amico è Neel, studioso e diligente, ma un po’ ingenuo e timoroso.

Il giorno di un importante esame, Wim scopre rocambolescamente una botola segreta nel mezzo di un bosco. Convinto che possa essere l’entrata per un tempio Jedi, va a studiarla con l’amico Neel e sulla strada incontrano Fern e KB, due ragazze che vogliono “rubare” il ritrovamento. Da qui si innescherà una catena di eventi che porterà i quattro a vivere un’avventura straordinaria, quasi come quelle sognate da Wim. Dove però gli Jedi hanno un ruolo diverso da quello che conosce…

Un aspetto interessante di Skeleton Crew è che ci offre un’atmosfera molto diversa da quella che siamo abituati ad aspettarci da Star Wars. Fatta eccezione per alcune memorabili puntate di The Clone Wars (e altri progetti animati) raramente abbiamo assunto il punto di vista dei più giovani della galassia ed è altrettanto difficile trovare una storia raccontata dagli occhi di “persone comuni”.

I nostri protagonisti non sono cacciatori di taglie mandaloriani, cellule ribelli, né tantomeno guerrieri Jedi. Sono i figli di burocrati e analisti, che vanno a scuola e vivono le proprie vite lontanissimi dai centri del potere, da dove si lotta per la supremazia del Lato Chiaro o del Lato Oscuro.

Da questo link Film e show | Disney+

È un approccio affascinante e fresco, che per certi versi è complementare all’altra serie di Star Wars debuttata quest’anno, The Acolyte. Tanto quella ci mostrava i nodi della (Vecchia/Alta) Repubblica e i suoi lati più cupi, tanto questa ci porta negli aspetti più tranquilli della (Nuova) Repubblica.

Ma fin dove si può spingere l’omaggio?

Al di là di queste riflessioni, che possono incuriosire, il selling point di questo show è sicuramente il suo tono, preso direttamente da un film per ragazzi degli anni ’80. Non uno generico, uno specifico: I Goonies. Se già dall’accenno di trama qui sopra e dai trailer l’associazione è lampante, guardando gli episodi l’ispirazione è ancora più evidente, perché ci sono una serie di ulteriori elementi e richiami che stiamo volutamente omettendo per ragioni di spoiler. E forse sono anche troppi.

Qualcuno potrebbe obiettare che non è nulla di inaudito, ricordando il caso di Stranger Things (a cui peraltro Skeleton Crew sembra ispirarsi nella sigla). La serie Netflix ha costruito il suo successo proprio sull’essere un omaggio a quel genere di film, con sfilze di richiami a opere degli anni ’80, Goonies compresi. In quel caso però era un grande mix di influenze, riorganizzate per creare qualcosa di completamente nuovo. Qui la sensazione è davvero di vedere “I Goonies nello spazio”.

Il punto non è ovviamente la liceità dell’operazione – non ci interessa – quanto il senso. Perché raccontare ancora una storia così nota e amata? È un esercizio di stile? Un esperimento di narrazione? Un tentativo di intercettare giovani appassionati di Star Wars che non hanno mai sentito parlare di tracobbetti?

Forse niente di tutto ciò. Proprio mentre temevamo che questo show stesse davvero superando i limiti dell’omaggio, una virata degna del Millennium Falcon ha riportato un po’ di ordine. Altre influenze si sono affacciate (una su tutte L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson) puntando di nuovo al mix che citavamo sopra. Rimane una serie citazionistica, ma con una prospettiva più ampia. Speriamo.

Skeleton Crew potrebbe essere una perla quasi rivoluzionaria per l’universo di Star Wars

Quello che abbiamo visto finora non è assolutamente abbastanza per dare un giudizio complessivo su questo show. Abbiamo appena scalfito la superficie, conosciuto i personaggi e dato il via alla storia. Tuttavia, c’è il potenziale non solo per una vicenda appassionante, ma anche per aprire nuovi percorsi per questo franchise. Ampliare quello che si può raccontare di questo universo che sì è gigantesco ma che ruota quasi sempre intorno agli stessi archetipi, gli stessi generi, lo stesso target, gli stessi personaggi. Se Skeleton Crew dovesse andare in porto, sia dal punto di vista della qualità che dell’accoglienza del pubblico, potrebbero esserci tante possibilità nuove per allargare i confini di Star Wars.

È una possibilità intrigante ed è plausibile fino a dove siamo arrivati noi con la storia. La speranza è che riesca ad andare oltre l’ispirazione di partenza e prendersi un suo spazio, darsi una propria consapevolezza e identità. Deve riuscire a scavalcare il confine sottile ma solido che separa una stanca prevedibilità da una accogliente familiarità.

Se non dovesse riuscirci, rimarrebbe semplicemente un modo per introdurre i Goonies ai giovani fan di Star Wars. E viceversa.