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The Clone Wars: le ragioni per recuperarlo

Con il lancio di Disney+ arriva la stagione conclusiva di una serie indispensabile per ogni fan di Star Wars

The Clone Wars è una serie animata del 2008, ambientata in quello che un tempo era chiamato “l’universo espanso” di Star Wars. Si tratta di una narrazione di quello che succede nella Galassia Lontana Lontana fra l’Episodio II e l’Episodio III: la guerra dei cloni, appunto. Il materiale cinematografico ci mostra con chiarezza l’importanza straordinaria di questo cataclisma galattico…senza mai mostrarcelo: ne L’Attacco dei Cloni assistiamo alle macchinazioni di Sidious e Tyranus che portano all’inizio della guerra, e La Vendetta dei Sith racconta le fasi finali del conflitto. Di ciò che accade nel mezzo, nulla è dato a sapere. The Clone Wars contiene tutte le risposte -e molto, molto di più.

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Oggi arriva in Italia Disney+, e con la nuova piattaforma arriva anche la settima, conclusiva stagione di The Clone Wars. La precedente stagione, la sesta, era stata messa in onda su Netflix nel 2014, ben sei anni fa. È passato tanto tempo, ma siamo qui per convincervi che The Clone Wars sia uno dei prodotti legati a Star Wars migliori di sempre, e che dovreste assolutamente farvi il favore di recuperarlo per intero.

Anakin e la caduta dei Jedi

the clone wars

Il primo, grandissimo merito di The Clone Wars è quello di risolvere una delle maggiori note storte dell’Episodio III, ovvero la caduta di Anakin al lato oscuro. Nel film è sconcertante quanto sia repentino e improvviso il passaggio da cavaliere Jedi assetato di giustizia a psicopatico killer di bambini. L’intera storia di Anakin nei film, che culmina con questo momento deludente, ci mostra un ragazzino viziato, lamentoso e antipatico che non esita ad aggrapparsi a qualunque scusa e giustificazione pur di ottenere ciò che vuole. Le sei stagioni di The Clone Wars, però, ci mostrano nel dettaglio tutto ciò che c’è dietro: Anakin è testimone di numerosi episodi in cui l’ordine dei Jedi si mostra per quello che è: i cavalieri sono spesso corrotti, guerrafondai, bugiardi, traditori, e gli ideali dell’ordine, a cui Anakin è legato nel profondo, sono spesso utilizzati come scudo per giustificare tali nefandezze. The Clone Wars ci presenta tutti i motivi per considerare la disillusione di Anakin nell’Episodio III perfettamente comprensibile, e la sua caduta una conseguenza logica, per quanto terribile, di ciò che i Jedi stavano diventando.

La relazione tra Obi-Wan e Anakin

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I prequel ci chiedono di accettare per vero l’assunto che Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker abbiano uno strettissimo rapporto che va oltre la dinamica allievo-maestro. In diverse occasioni i due ci spiegano di essere amici profondi, che hanno attraversato ogni situazione insieme, che affiderebbero senza la minima esitazione la propria vita nelle mani dell’altro. È triste ammettere che nulla di tutto questo ci viene effettivamente mostrato. Anzi: quello che vediamo sono un maestro frustrato e un discepolo irragionevole e indisciplinato, con un rapporto costantemente conflittuale e litigioso. The Clone Wars, però, ha tutto il tempo per approfondire il loro rapporto, che diventa il centro focale di buona parte degli episodi della serie. Alla fine delle sei stagioni lo spettatore sa che i due sono amici per la pelle, perchè li ha visti comportarsi come tali. Anche per questa ragione molte scene dell’Episodio III assumono una nuova carica di emozioni grazie a The Clone Wars.

Ahsoka Tano

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Se avete sentito qualche commento su The Clone Wars, senza avere approfondito più di tanto, potreste esservi convinti che l’intera serie sia una plateale operazione commerciale per abbassare il target di Star Wars e creare un prodotto per bambini. Se avete sentito parlare di Ahsoka Tano, la ragazzina lamentosa che diventa la nuova padawan di Anakin, potreste essere convinti che sia un personaggio insopportabile alla stregua di Jar Jar Binks. Se è questo il caso, lasciate che vi diciamo che vi state sbagliando, e di grosso. È vero che The Clone Wars inizia decisamente in sordina: come spesso capita, le prime stagioni sono dimenticabili, gli autori non hanno ancora preso confidenza con i personaggi e la direzione dello show è tutto sommato vaga. Giudicando The Clone Wars dai primi episodi sarebbe molto facile confermare le impressioni di cui sopra: Ahsoka è davvero insopportabile e le storie sono talmente semplici da non poter attrarre se non un pubblico di bambini. Tutto questo, però, arriva ad una svolta straordinaria dalla terza stagione in avanti. Non solo The Clone Wars inizia ad ingranare, affrontando temi molto profondi, impegnati, adulti, ma la piccola Ahsoka matura -in modo straordinariamente realistico- da “piccola peste che ne combina di ogni” a guerriera veterana, sicura di sé, saggia e rispettata da tutti…personaggi e spettatori. Alla fine della serie Ahsoka ha ereditato tutti i migliori tratti del suo maestro: l’odio per l’ingiustizia, la lealtà, il disdegno per le regole ingiuste. Non vi diciamo cosa succede al personaggio sul finire della serie, solo che il suo (apparente) epilogo è un altro dei modi in cui la caduta di Anakin nell’Episodio III ci appare molto ben giustificata.

I cloni della Guerra dei Cloni

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The Clone Wars è l’erede spirituale della miniserie Star Wars: Clone Wars, di quel genio di Tartakovskij. In quella serie, animata in modo tradizionale, vediamo altri momenti della guerra dei cloni. Tartakovskij non ha mai celato di adorare la figura dei guerrieri cloni introdotti nell’Episodio II, e infatti nel suo lavoro i cloni sono i protagonisti assoluti: da comparse in computer grafica, letteralmente carne da cannone senza alcuna importanza, in Clone Wars i cloni diventano carismatici, potentissimi, soldati perfetti in grado di coordinarsi con poco più di un cenno del capo. The Clone Wars abbraccia a piene mani questa filosofia, espandendola grandemente. I cloni diventano a tutti gli effetti i coprotagonisti della serie, hanno una storia, una personalità e, soprattutto, un’individualità sensazionale. In un bellissimo arco narrativo della sesta stagione, poi, The Clone Wars ci offre un inquietante e struggente sguardo sull’Ordine 66 dal punto di vista dei cloni. Ormai sarete stufi di sentircelo dire, ma l’Episodio III diventa davvero un film migliore avendo visto questa serie!

La Forza: magia e misticismo (finalmente!)

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Non è un segreto per nessuno: uno dei punti più bassi della trilogia dei prequel è stato l’introduzione sciagurata dei midi-chlorian, un tentativo goffo e malriuscito di trasformare il mistero della Forza, energia impalpabile e inconoscibile della trilogia classica, in un banale concetto fantascientifico, misurabile e catalogabile. I fan non erano stati molto contenti di questo, perché il punto di forza (pun not intended) della Forza era appunto la sua magia: era un elemento puramente fantasy in un universo con astronavi e pistole laser. Bene, sarete contenti di sapere che The Clone Wars ha anche il merito di sistemare questa deragliata. Qui la Forza torna pienamente in possesso della sua dimensione mistica, religiosa, arcana, e questo viene mostrato costantemente. Ci riferiamo al celeberrimo arco di Mortis, nella terza stagione, dove i nostri eroi precipitano su un pianeta abitato da tre misteriose entità che incarnano la Forza nei suoi tre aspetti: il lato chiaro, il lato oscuro, l’equilibrio; ci riferiamo al poetico sguardo sui giovani apprendisti Jedi e la loro ricerca del proprio cristallo Kyber, un rituale antico che richiama immediatamente alla mente la grotta di Dagobah e la prova di Luke; ci riferiamo allo strepitoso arco di Yoda nella sesta stagione, in cui il venerando maestro compie un viaggio galattico che lo porta a scoprire i misteri più profondi della Forza, scoprendo che ne è stato di Qui-Gon Jinn ed arrivando perfino sul pianeta Korriban e a parlare con Darth Bane. The Clone Wars tratta la Forza con il reverenziale rispetto che merita.

Obi-Wan innamorato

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Tra i personaggi interessanti introdotti da The Clone Wars troviamo la duchessa Satine di Mandalore. Con i suoi occhi vediamo il complesso dipanarsi degli intrighi e della politica del suo mondo, scopriamo la cultura mandaloriana e troviamo un ennesimo personaggio femminile forte e determinato. Ma soprattutto vediamo un aspetto di Obi-Wan che è a un tempo incredibile e perfettamente in linea con il personaggio. Sì, perché Satine è l’interesse romantico del nostro integerrimo cavaliere Jedi. Una relazione, la loro, che viene delineata in maniera molto elegante, delicata, adulta, ma che nel contempo ci mostra le contraddizioni viscerali del codice dei Jedi, che incentiva l’amore e l’altruismo ma proibisce il coinvolgimento. La storia di amore fra Obi-Wan e Satine ci mostra il lato fragile, umano, di quello che più di chiunque altro ha incarnato fin dall’inizio il più perfetto dei paladini. Non solo, ma colora di una luce totalmente diversa gli avvenimenti dell’Episodio III: ora sappiamo che il dispiacere che Obi-Wan mostra quando scopre la storia fra Anakin e Padmè è sincero, e proviene da una intima consapevolezza di quanto dilaniante sia il conflitto fra amore e dovere.

Il ritorno di Darth Maul

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The Clone Wars ha il grande merito di dare lo spazio che merita al personaggio più figo e peggio utilizzato dell’intera trilogia dei prequel: l’apprendista di Sidious, Darth Maul. Sappiamo cosa potreste pensare: si tratta di una furbata, di una decisione commerciale. Vi assicuriamo che non è affatto così. L’arco narrativo che racconta del ritorno di Maul è fenomenale, lento, verosimile: la sua “resurrezione” non è trattata di sfuggita, ma anzi è un affare complicato, lungo, che gli autori usano per presentare il pianeta natale di Maul, Dathomir, e la sua cultura pazzesca. Anche ciò che l’ex Sith fa della sua nuova esistenza è interessante e molto inaspettato. Maul non è più il docile apprendista di un tempo, ma un violento, sadico, inarrestabile cane sciolto accecato dalla vendetta. Si rivelerà non solo uno degli antagonisti più pericolosi della serie, ma anche uno dei personaggi meglio delineati.

È tutto in continuity!

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Per concludere, una motivazione più generale per cui The Clone Wars va visto: si incastra alla perfezione con tutto il resto dei prodotti di Star Wars. Sappiamo che con l’avvento della Disney Star Wars ha subito una sua “grande purga”, con la triste decisione di tagliare nettamente tutto il cosiddetto universo espanso. Il rovescio della medaglia è che ciò che rimane è tutto molto ben orchestrato ed amalgamato. Ci verrebbe quasi da aggiungere “con l’eccezione dei film”, perché paradossalmente abbiamo visto un livello di attenzione per i dettagli e per le connessioni assai inferiore negli episodi cinematografici rispetto a quanto troviamo nei cosiddetti spin-off, dove sono invece trattati con la massima cura. The Clone Wars è un esempio perfetto: non solo affronta, espande e risolve questioni e problemi lasciati in sospeso, ma crea ed elabora nuovi spunti che poi vengono ripresi, espansi ed ampliati in altre produzioni. L’immagine qui sopra è presa da Star Wars: Rebels, altra serie animata proveniente dagli stessi autori di The Clone Wars, ma ambientata fra l’Episodio III e l’Episodio IV. In Rebels ritroviamo Ahsoka, i cloni, Darth Maul, Hera Syndulla, Saw Gerrera, gli spiriti di Mortis…tutti personaggi introdotti in The Clone Wars. Saw Gerrera, poi, compare anche nel film Rogue One, Darth Maul fa capolino in Solo e Ahsoka è stata confermata nella seconda stagione di The Mandalorian. Certo, constatare quanto ben interlacciati siano gli spin-off fa apparire ancora più dolorosa la quantità di occasioni perdute per integrarli nella serie cinematografica…ma questo è un altro discorso!

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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