Il mondo del cinema è ormai sempre più ampio e variegato, tra tentativi di apertura di nuovi percorsi narrativi e sperimentali, titoli dalla indubitabile impronta blockbuster, accanto a una importante dicotomia tra corti da una parte e lungometraggi (sempre più lunghi) dall’altra. Non sempre però queste produzioni sono slegate l’una dall’altra e non parliamo solo di quelle serie di titoli facenti parte di uno stesso universo nato sin dall’inizio con un limite ben definito. Parliamo in questo caso del concetto di universo cinematografico. Una serie di mondi fittizi, come Harry Potter, Hunger Games, Le cronache di Narnia e altri ancora che si rifanno a cicli letterari di precedente produzione (e di diversa fortuna ottenuta sul grande schermo). Nel corso degli anni però si sono susseguiti diversi progetti di varia durata e fama, senza dimenticare alcuni casi italiani come il recente lancio di Dampyr.
Arriviamo al dunque: avete presente i cosiddetti universi cinematografici? Quelli che, proprio come l’universo “reale”, si sviluppano nel tempo e presentano diverse dimensioni gli uni dagli altri? Non parliamo solo di veri e propri business affermati come Marvel e, in seconda battuta, DC e altri, ma anche di quelli che hanno stentato a funzionare e ad avere il proprio posto fortunato nel settore. Quali sono dunque le difficoltà soggiacenti alla creazione e al lancio di un universo cinematografico?
Universo cinematografico, le origini e i primi mostri Universal
Cominciamo dalle origini del concetto stesso di universo cinematografico. Per contestualizzare al meglio questo termine, dobbiamo pensare a un media franchise, che unisce trame e personaggi di più film, serie TV o altri prodotti televisivi, ma tutti appartenenti allo stesso frangente narrativo. Se dovessimo risalire alle origini di queste produzioni, faremmo un balzo nel passato di almeno cento anni. Ebbene sì, i primi passi compiuti in questa direzione sono stati fatti dalla casa di produzione Universal con il lancio dei suoi Mostri.
Erano personaggi cinematografici protagonisti di serie di film horror e sci-fi realizzate tra il 1923 e il 1956. Tra questi, possiamo annoverare il Conte Dracula, il mostro di Frankenstein, la Mummia, il fantasma dell’Opera e tanti altri ancora, ciascuno con le sue peculiarità. Tutti loro sono riusciti a entrare nell’immaginario collettivo, permanendoci fino a oggi e diventando anche protagonisti di film di altre case di produzione.
Un esempio? Nel 2014, la Universal aveva dato origine a un reboot, chiamato Dark Universe, con l’intenzione di creare un nuovo universo cinematografico condiviso dei suoi personaggi. Un castello in aria, per via dello scarso successo dei primi due film realizzati, Dracula Untold e La mummia. Questi sono però due titoli che, bene o male, ricorderete tutti, ma la loro memorabilità non è stata tale da determinare uno sforzo ulteriore e successivo, per arrivare a un progetto così grande come un universo apposito.
Altri esempi flop: da Troma a Casper
Se la bontà, la qualità e la forza delle origini di un universo non bastano per determinarne la sua longevità, dobbiamo guardare ad altri parametri di garanzia di durata. Rimanendo nel ventesimo secolo, mentre passano gli anni, e mentre cominciano a dipanarsi le prime avvisaglie di mondi fantastici come quello di Star Wars, ve ne sono altri decisamente meno fortunati. Qualcuno di voi ha mai sentito parlare della Troma Entertainment?
Ebbene, nata nel 1974 negli States da Lloyd Kaufman e Michael Herz, è una casa di produzione e distribuzione cinematografica indipendente, che ha firmato pellicole indipendenti e decisamente low budget. Tra sequenze splatter e nudo, non manca nemmeno il “politically scorrect” in questi lavori, ma per quanto si tratti di una serie di elementi che spesso aiutano ad attirare il pubblico, solo alcuni sono diventati dei cult. Altrove rispetto all’Italia, quantomeno.
Tra i titoli più famosi troviamo The Toxic Avenger, Tromeo and Juliet, Terror Firmer e Cannibal! The Musical. Nessuno di questi vi dice qualcosa? Non preoccupatevi, è sicuramente più rinomato il franchise legato al fantasmino più tenero della TV: Casper. Anche in questo caso, i lavori sono iniziati qualche anno dopo, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, ma il ciclo si è fermato a due soli titoli. Forse perché all’epoca attirava ascolti e interesse del fandom non un fantasma, ma i suoi “antagonisti”: gli acchiappafantasmi.
Dai fantasmi alle stelle…
Inutile dire che l’immaginario collettivo legato a The Ghostbusters è stato molto più vario, ricco e alimentato nel tempo, tanto da arrivare fino al 2021 con l’ultima pellicola e tanti altri progetti in arrivo. Per quanto la storia rimanga sempre la stessa, tra varie rivisitazioni, innegabile sostenere che proprio ora, con il tentativo di produrre una serie animata e un film animato, si sta cercando di tenere alta la bandiera di questo piccolo, grande universo.
Risale a poco prima della nascita di questo mondo, nel 1977, che spunta la prima pellicola dell’universo firmato da George Luca: Star Wars. Senza dilungarci nella classica questione relativa alla successione cronologica dei vari episodi, non possiamo esimerci dal citare questo universo. Ha vissuto una decisiva spinta dopo essere finito sotto l’ombrello della casa di Topolino. In seguito all’acquisizione del brand, Disney ha ampiamente rifocillato l’universo Star Wars con una serie di prodotti non solo ancillari, ma anche utili a consentire la prosecuzione della line-up principale.
Si aprono dunque ulteriori occasioni per arricchire l’universo cinematografico approfondendo la storia di alcuni personaggi. Da Baby Yoda/Grogu a The Mandalorian, fino a esplorare altre zone inesplorate, quali la recente uscita di Andor e i prossimi Ashoka, Star Wars: Skeleton Crew e Star Wars: Young Jedi Adventures. Questi sono solo alcuni accenni ai prossimi progetti, tenendo anche conto del fatto che ci potrebbe anche essere più carne al fuoco di quella annunciata.
Secondo indiscrezioni, Disney avrebbe chiesto alla presidente di Lucasfilm, Kathleen Kennedy, di non annunciare progetti e partner creativi. Questo per evitare lo scatenarsi di reazioni negative online dalla fanbase quando i progetti annunciati poi non vedono la luce. “Nel bene o nel male, purché se ne parli” non sembra essere un approccio apprezzato dalla casa di Topolino, che riesce però a mantenere questo franchise decisamente fiorente. I motivi? Il brand è ormai solido, c’è sicuramente tanta materia prima da poter sfruttare. Inoltre l’appeal nei confronti di una fanbase mondiale è di dimensioni sempre maggiori fa la sua parte. Una saga che sforna prodotti di varia natura e che catalizza l’attenzione di consumatori e di diversi player del mercato non si può permettere errori. Oltre a dimostrare di essere in una fase decisamente d’oro. E non è la sola.
…fino all’universo cinematografico che unisce cinema e fumetti: da Marvel a DC
Arriviamo infatti anche a ulteriori esempi similari e altrettanto fortunati. A partire dall’universo cinematografico per eccellenza, quello nato nel 2005. Arriva dopo aver co-prodotto diversi film di supereroi con case quali Columbia Pictures, New Line Cinema, 20th Century Fox e altri ancora. Parliamo del mondo Marvel, che dopo il successo della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi con Sony, decise di controllare maggiormente le proprie “creature” e realizzare i Marvel Studios. Furono la prima major indipendente di Hollywood dopo la DreamWorks, che vide una serie sempre maggiore di film, e poi serie TV, di successo in crescita.
Da che si aprono le porte degli studios, è un attimo arrivare a produzioni sfornate con una velocità sempre maggiore e con finestre temporali sempre più ristrette. Una sequenza non priva di bagarre di varia natura. Nel dicembre 2009, The Walt Disney Company acquistò la Marvel Entertainment e i diritti di distribuzione di The Avengers e Iron Man 3 dalla Paramount Pictures, con il logo della Paramount solo all’inizio dei film e non nei titoli di coda.
Disney ha poi distribuito tutti i film dei Marvel Studios, cercando di barcamenarsi tra vari accordi siglati e non, come quello con Sony, per consentire a Spider-Man di apparire nel Marvel Cinematic Universe. Accordo non più rinnovato nel 2019 per divergenze finanziarie inizialmente e poi sanato di nuovo. Accanto a questi temi, non manca tutta quella parte di lore cresciuta man mano nel tempo. Questo ha consentito a Marvel di apporre la propria firma anche su serie TV ancillari, di vario (e talvolta discutibile) successo. Oltretutto ha visto crescere il comparto del merchandising in maniera esponenziale e conquistare perfino una parte di parchi di divertimento a tema, come Disneyland Paris. E sai che fatica, giocando in casa.
Non altrettanto ricco e baciato dalla fortuna l’universo DC, che conta meno film e una ben minore capacità di appealing nei confronti del pubblico. Sarà che non gode degli stessi benefici dell’universo Marvel approdando in Disney, o che semplicemente ci sono meno eroi, a oggi, da far risplendere sotto le luci dei riflettori, o ancora l’industria cinematografica ci crede meno rispetto ad altri supereroi? Un mix di fattori insomma che non gioca troppo a favore dei fumetti di questo editore, non essendo riusciti a fare breccia nel cuore del pubblico tanto quanto il mondo marveliano.
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Vero è anche che il cosiddetto DC Extended Universe, termine coniato dallo scrittore di Entertainment Weekly, Keith Staskiewicz, nel 2015, sta vivendo un periodo di transizione. Porterà a parecchie novità e a una nuova, augurata epoca d’oro? Che Black Adam, di recente uscita cinematografica, possa essere un’occasione di rilancio del franchise sul grande schermo, soprattutto considerandone il finale (di cui non vi diremo nulla), è un’opzione da non sottovalutare. Per quanto la risposta al botteghino sia stata finora più tiepida delle attese.
Da quanto tempo non vediamo Superman? E quanto tempo è passato prima di rivedere Batman sullo schermo, per l’ennesima volta e con l’ennesimo cambio attoriale? Il tutto chiaramente paragonato e calcolato sulle tempistiche attuali del mondo del cinema, sempre più veloci e affamate di pubblico, per non perdere la morsa sull’interesse di una fanbase quanto mai volatile oggi.
Il futuro dell’universo cinematografico italiano
A oggi, dunque, quanti sono i veri e propri universi cinematografici attivi e in espansione? Sicuramente meno di quelli che stanno cercando il proprio posto nell’industria dell’entertainment. Pensiamo ai progetti falliti, come Eragon, Alita, e le difficoltà attuali che sta vivendo Dampyr, il primo film del Bonelli Cinematic Universe dal 28 ottobre al cinema. Quest’ultimo, promosso anche durante la scorsa edizione di Lucca Comics & Games, è stato finora accolto come un titolo dedicato a un “eroe umano”, ma che forse poteva osare di più.
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Che questa possa essere la risposta italiana ai Marvel e DC Studios? Che sia l’occasione per Sergio Bonelli Editore di entrare a gamba tesa nel mondo del cinema italiano, e con una più ampia visibilità di respiro internazionale? Solo il tempo lo dirà, e intanto il finale aperto di Dampyr ci fa ben sperare su ulteriori sviluppi del franchise. Su come il personaggio si incastrerà all’interno del nuovo Bonelli Cinematic Universe è ancora tutto da vedere.
Sicuramente questa è una ghiotta occasione per l’editoria italiana, da cogliere al volo e da sfruttare in maniera oculata per riuscire a scalare la montagna della cinematografia internazionale allo stesso tempo. Saremo in grado di tenere alto il vessillo, nonostante le difficoltà dovute alla critica e alla ricezione di pubblico che non semplificano le cose?