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Love Everlasting: da queste storie d’amore non si scappa | Recensione

La serie di Tom King ed Elsa Charretier decostruisce le love story

Le storie d’amore sono per sempre. Ma in Love Everlasting, che vi racconteremo in questa recensione, Tom King – con i disegni di Elsa Charretier e i colori di Matt Hollingsworth – ci dimostra che questo concetto non sempre è un augurio. Ma una minaccia.

La serie, che BAO Publishing porta in Italia con il primo volume, ha una sola protagonista: Joan Peterson. Ma le storie d’amore raccontate sono diverse – Joan piange disperata d’amore prima negli anni ’50 e poi nei ’60, passando per il Far West di fine Ottocento e la Grande Guerra. Soffre e s’innamora in ogni nuova trama, senza via d’uscita. Almeno finché non decide di ribellarsi: il suo lieto fine se lo scriverà da sola.

SPOILER ALERT: Il resto della recensione conterrà spoiler su alcuni elementi della storia di Love Everlasting, anche se cercheremo il più possibile di non rovinarvi la sorpresa. Se volete evitarli, fin da subito vi diciamo: compratelo, ci è piaciuto e vogliamo leggere al più presto anche il prossimo volume.

La nostra recensione di Love Everlasting

Quando conosciamo Joan Peterson, è una giovane ingenua che arriva per la prima volta nella grande città. Siamo negli anni ’50 e i creatori di Love Everlasting ce lo fanno capire con ogni dettaglio. Le didascalie di King spiegano fin troppo, i dialoghi sono struggenti e fanno apparire le donne al centro della vicenda come interessate a un’unica cosa: l’amore.

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I disegni di Charretier lo evidenziano ancora di più, con uno stile che sembra perfettamente a tono con l’epoca. Ma che ha una forza espressiva che impariamo ad amare continuando a leggere il primo volume, anche grazie agli efficaci colori di Hollingsworth, che specie nelle storie successive gioca molto bene con le ombre.

In queste prime pagine, il mix di trama classica e arte retrò ci fanno pensare a un esercizio di stile. Come se gli autori avessero voluto solamente raccontarci una storia di un tempo passato, in cui le pene amorose – così come le gioie – della protagonista sono subite, non affrontate. Un pizzico di nostalgia per un passato che nessuno dei lettori o quasi, verosimilmente, ricorda più.

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Ma le cose cambiano decisamente continuando a leggere.

Le storie d’amore sono senza tempo – e Joan se ne accorge

La seconda storia ci porta negli anni ’60. Qui l’amore arriva dalla counterculture, dal movimento hippie che sta nascendo. Ma tranquillizzando i lettori “borghesi” dell’epoca riportando la storia nei confini di una storia d’amore fra ragazzi “per bene”. Insomma – un’altra perfetta disamina di come le love stories erano in quel periodo per il mondo dei fumetti.

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Ma qualcosa cambia in Joan, che è protagonista anche di questa storia. Non si era sposata con George, il protagonista del primo racconto a fumetti? Perché ora si trova dieci anni nel futuro, abbracciata a un altro possibile amante?

Il resto del volume, che non vogliamo spoilerarvi troppo in questa recensione perché Love Everlasting ci è molto piaciuto, continua a far cadere la facciata delle storie d’amore, in cui Joan non è la protagonista perché innamorata – ma perché prigioniera.

Un forte carattere come filo rosso da seguire

Soprattutto il primo dei numeri di Love Everlasting che BAO Publishing ha raccolto nel volume oggetto di questa recensione, è molto vario. Joan è prima segretaria, poi infermiera, poi cantante. Figlia di papà o figlia della donna delle pulizie che si innamora del datore di lavoro. Ma nonostante le diverse circostanze cambino come si comporta, resta sempre Joan Peterson.

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King ripropone, in parte, l’operazione che aveva tentato nel ciclo dedicato al matrimonio fra Batman e Catwoman per DC. In quell’occasione, mostrava la relazione fra i due personaggi nel corso dei decenni cambiando il modo in cui erano rappresentati: la Gatta e il Pipistrello erano prima disegnati in stile anni ’50 e poi da nuovo millennio, sempre condividendo il proprio amore. Anche qui vediamo un filo comune in tutte le storie, ma il modo in cui lo rende ci sembra molto più efficace.

Charretier non cambia il proprio stile – Joan rimane una protagonista da anni ’50 nel volto e negli occhi azzurri. Ma tutto ciò che la circonda sulla tavola e il tono della storia sono tanto diversi, che anche il modo in cui è rappresentata la protagonista ci sembra cambiato di conseguenza. In lei troviamo una consistenza nella resa artistica che diventa anche una consistenza di carattere. A poco a poco, capiamo quando è davvero innamorata e quando invece pensa a fuggire.

Joan è intelligente. È forte. E il fatto di aver conosciuto questa donna risoluta e decisa negli anni ’50, quando si limitava ad “aspettare l’amore”, la rende ancora più interessate: è una testimonianza di come le storie diventino mozzafiato, quando sono trainate da una donna vera e non da una collezione di stereotipi bidimensionali.

Recensione: Love Everlasting ci ha improgionati – ma quanto durerà l’amore

Giocando con il ritmo del racconto e con la resa di disegni e colori, i creatori di questa serie riescono a volte a cambiare la scena con una gradualità che non ci fa accorgere fino all’ultimo di quello che sta succedendo. Altre il cambiamento è improvviso e “stonato”, facendoci subito capire che sta succedendo qualcosa di importante.

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In particolare, ci sono alcuni panel in cui Charretier ripropone la stessa scena in due periodi diversi, oppure mostrando Joan in due diversi stati emotivi. Qualcosa che comunica il suo essere prigioniera meglio di mille parole.

Per il momento, l’emancipazione di Joan ha avuto un andamento altalenante e complicato. Il suo tentativo di sfuggire da queste continue e ripetute storie d’amore l’ha portata ad affrontare diversi rischi – fra cui il più spietato è il risoluto Cowboy. Ma la mitologia creata da King e compagni in queste prime pagine ci fa pensare che la storia abbia ancora tanto da raccontare.

L’unica nostra paura sta nella difficoltà di tenere viva una storia tanto permeata di mistero. La metanarrativa è un gioco davvero divertente per la commedia e l’azione (She-Hulk e Deadpool ne sono la prova a fumetti). Ma quando si parla di drammi e di storie d’amore, quanto dura la poesia?

Il primo volume si interrompe nel momento perfetto per assicurare che, non appena BAO avrà pronto il prossimo, correremo in fumetteria. Non vediamo l’ora di continuare questa storia. Perché vogliamo avere delle risposte, pur consapevoli del fatto che le risposte non sempre sono affascinanti quanto il mistero. C’è un motivo per cui tutte le storie d’amore si interrompono al fatidico “sì” degli innamorati: mantenere le promesse del cuore non è cosa facile.

Ma King, Charretier e Hollingsworth sembrano avere in mente un piano chiaro e un ritmo capace di farci trattenere il respiro. Forse non saremo le persone più romantiche al mondo – ma questa volta crediamo davvero in un lieto fine.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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