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South Park: Scontri Di-Retti – Guerra Incivile

South Park è una di quelle serie animate americane che hanno fatto la storia. Seconda forse solo ai Simpson come popolarità, quest’anno vede andare in onda proprio in questo periodo la sua ventunesima stagione. Se però show come i Simpson, nel corso del tempo, hanno perso un po’ di smalto rispetto alle prime stagioni, South Park continua invece a essere sulla cresta dell’onda quanto a ironia e critica sociale, grazie anche al fatto che Trey Parker e Matt Stone, i due creatori della serie, hanno saputo sempre rinnovare la formula delle puntate, non restando ancorati a un modus operandi vecchio di vent’anni. L’innovazione però non inizia e finisce sugli schermi del televisore: i due autori hanno portato South Park anche nel mondo videoludico, già tre anni fa con il bellissimo South Park: il Bastone della Verità. Questo primo videogioco era un GDR a turni che manteneva inalterate tutte le caratteristiche fondamentali che hanno reso South Park quello che è, ironizzando in particolare sul mondo dei videogiochi oltre che sul contesto sociopolitico attuale. Ora ci ritroviamo con il seguito di quel titolo, South Park: Scontri Di-Retti (The Fractured But-Whole in originale, titolo abbastanza intraducibile letteralmente), secondo capitolo che mantiene appieno l’irriverente formula del suo riuscitissimo prequel.

La prima sensazione che si prova giocando a questo secondo capitolo è quella di essere dentro un episodio interattivo dello show. Grafica e sonoro rispecchiano perfettamente il cartone rendendo l’esperienza ancora più coinvolgente per i fan dei bambini del Colorado. Come nel primo episodio, inizieremo scegliendo il nostro aspetto fisico. Le possibilità sono molte e andando avanti potremo sbloccare nuove pettinature e tratti facciali, come cicatrici o lentiggini, che potremo cambiare in qualsiasi momento. Geniale la scelta di basare la difficoltà sul colore della pelle, con nero come difficoltà massima. In realtà questa scelta non influirà minimamente sulla vera difficoltà del gioco, che verrà selezionata successivamente, ma è innegabile la genialità e irriverenza della cosa, pienamente in stile South Park.

Una volta scelto il nostro aspetto fisico, vestiremo nuovamente i panni del “novellino”, un bambino trasferitosi da poco nella ridente cittadina di South Park. Il gioco inizia proprio dove lo avevamo lasciato, con il nostro personaggio ormai re del mondo fantasy “simulato” dai bambini nel Bastone della Verità. Presto però l’arrivo del Procione, il super eroe interpretato da Cartman, sconvolgerà questo mondo fantasy, trasformandolo in un mondo a tema supereroistico. Il gruppo dei bambini di South Park si dividerà così in due fazioni: “il Procione e i suoi amici” e “gli amici della libertà”. Una volta il gruppo era uno solo, fondato su alti valori, ovvero rendere il loro franchise di super eroi milionario. Cartman aveva già pensato a tre fasi contenenti film sui singoli eroi, film corali e serie Netflix, ma le divergenze sullo spazio lasciato a molti eroi ha diviso il gruppo creando una vera e propria Civil War. Il gioco parodizza in modo geniale sui vari franchise supereroistici in voga negli ultimi anni, a cominciare ovviamente dalla Marvel, ma non trascurando anche la DC.

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Il nostro personaggio si unirà al gruppo del Procione, il cui scopo è trovare un gatto smarrito e incassare la ricompensa di 100 dollari per iniziare a produrre una serie Netflix. Ma come già visto nel primo episodio, l’incipit è solo la punta dell’iceberg. Ben presto ci ritroveremo in situazioni deliranti e fuori da ogni schema immaginabile, rotolando a terra dalle risate in più e più occasioni. Fra assurde visite al Night Club, ninja coreani che si fingono giapponesi, Morgan Freeman che ci vende Tacos (e nostro sommo maestro dell'arte del peto spaziotemporale), esseri dotati di molteplici sfinteri e persino richiami alla mitologia lovecraftiana, la storia diventa sempre più assurda e divertente. Difficilmente si smette di ridere per più di 5 minuti. Unica nota negativa, un ritmo della narrazione più blando nella prima metà del gioco. La storia infatti ci mette un po’ a ingranare al massimo delle sue possibilità, specialmente per via delle attività secondarie non sempre brillanti, che annacquano la continuità narrativa. In questo senso, il primo episodio aveva un ritmo molto più serrato. Ma, nonostante questo lieve difetto, la trama, una volta ingranata, diventa epica e fuori di testa con un’ultima parte, anche piuttosto lunga, che vi lascerà a terra in preda alle convulsioni per le risate.

Ovviamente il punto focale dell’esperienza è la dissacrante ironia e la critica sociale che da sempre sono marchio di fabbrica di South Park. I temi affrontati sono molti, dal gender al razzismo, dalla dipendenza dalle droghe a quella da Social Network, senza contare le innumerevoli citazioni. Queste saranno tantissime e la maggior parte potrà essere colta solamente dai fan più appassionati della serie, con riferimenti a personaggi magari apparsi in una manciata di episodi; non mancherà però anche l’ironia sul mondo videoludico, a cominciare dai suggerimenti inseriti fra un caricamento e l’altro (quando ad esempio ci invitano a disperarci per giorni nel caso non riuscissimo a entrare in una zona all’apparenza inaccessibile), fino a citazioni anche apertamente riferite a titoli come Half Life.

South Park: Scontri Di-Retti non è solo divertente per la sua comicità, ma è supportato da un gameplay davvero ottimo. Avendo abbandonato il sistema da fantasy del primo capitolo, qui ci ritroviamo nel vestire i panni del super eroe potendo scegliere una classe basata sugli archetipi tipici del genere. Le prime tre classi selezionabili sono: Speedster, basato su personaggi come Flash; Brutalista, che, ispirato alla Cosa o a Hulk, fa della forza la sua arma principale; Blaster, personaggio con attacchi a lunga distanza, che spara raggi di energia nello stile di Ciclope. Durante il corso del gioco potremo prendere classi aggiuntive per un totale di ben quattro classi sulle dieci presenti. Ogni classe ci fornirà tre attacchi più una mossa speciale, numero che è anche quello di attacchi equipaggiabili dal nostro personaggio. Potremo dunque scegliere le abilità da portare in battaglia fra tutte quelle in nostro possesso. Interessante il fatto che la scelta delle nostre classi non sia mai definitiva, con la possibilità di modificare il nostro set in qualsiasi momento parlando con Cartman. Il sistema di combattimento ha subito il cambiamento più grande, lasciando da parte le battaglie a turni in stile JRPG alla Final Fantasy per un approccio sempre a turni ma più strategico.

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Una volta scesi in battaglia, muoveremo infatti i nostri personaggi (il party avrà il limite di quattro) su una griglia, avendo a disposizione movimenti limitati ad alcune caselle e attacchi che colpiranno caselle diverse a seconda delle loro proprietà. Il sistema è molto semplice da padroneggiare ma nasconde un’insospettabile profondità, infatti la posizione in campo farà la differenza; ad esempio, se un avversario sarà colpito da uno dei nostri personaggi, mandandolo contro un altro membro del nostro party, quest’ultimo lo colpirà con un colpo extra infliggendogli danni gratuiti. A questo aggiungete un attacco speciale devastante, disponibile una volta riempita un’apposita barra subendo e infliggendo danni, evocazioni nel pieno stile di South Park e il leggendario potere delle flatulenze del nostro personaggio principale, potere che stavolta ci permetterà persino di piegare lo spaziotempo con effetti devastanti ed esilaranti allo stesso tempo. Mettendo insieme tutti questi elementi si otterrà un sistema ben realizzato, che renderà ogni scontro non banale. Inoltre ci saranno anche scontri molto vari non adibiti alla semplice eliminazione degli avversari; spesso lo scopo sarà diverso, come il raggiungimento di una determinata area della mappa o la fuga da nemici troppo potenti.

Anche in questo capitolo tornano dei mini QTE dopo ogni mossa; se saranno eseguiti correttamente, infliggeremo più danni in attacco, mentre li ridurremo in difesa e inoltre aumenteremo il riempimento della barra delle mosse speciali. I personaggi fra cui scegliere saranno una decina, e comprenderanno tutti i bambini più famosi della storica serie, dai classici Kenny, Stan, Kyle e Cartman, ognuno con il suo alter ego, fino a Butters, Wendy e al mitico Capitan Diabete, nostro eroe personale preferito. Bisogna dire che il titolo presenta un grado di sfida piuttosto basso anche alle difficoltà più elevate, infatti difficilmente siamo stati sconfitti in combattimento.

La progressione del nostro personaggio
si baserà sui livelli indirettamente, nel senso che ogni livello sbloccherà degli slot in cui inserire dei manufatti, ovviamente oggetti assurdi come cianfrusaglie o oggetti a scopo sessuale. Ogni manufatto darà dei bonus alle nostre statistiche. Oltre ai manufatti otterremo anche dei frammenti di DNA che ci potenzieranno ulteriormente. Un sistema piuttosto semplice e intuitivo. Presente anche un semplice sistema di crafting basato sulle cianfrusaglie improbabili che troveremo, come pannolini usati o cibo avariato, e ci fermiamo qui per la pubblica decenza. Col crafting potremo crearci costumi, manufatti e oggetti curativi da usare in battaglia. Avremo davvero l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i costumi da far indossare al nostro protagonista; questi avranno solamente una funzione estetica, così da sentirci liberi di andare in giro come più desideriamo.

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Il titolo è pieno di sidequest e mini giochi, non tutti riuscitissimi, infatti spesso ci ritroveremo con le classiche fetch quest in cui raccogliere tot oggetti o portare oggetto X a personaggio Y, ma l’ilarità delle nostre commissioni renderà il tutto più leggero, considerando anche che gli stessi sviluppatori si prendono in giro da soli per aver inserito questo tipo di quest. Altre missioni saranno invece più articolate ed epiche, come quando dovremo accompagnare la madre di Kanye West nei panni del Gay Fish aiutati da Semen (scusate, è Seaman) in una sequenza che parodizza il famoso gioco Robot Unicorn.

Presenti anche diversi mini giochi come quello in cui dovremo “utilizzare” tutti i bagni presenti nel mondo di gioco con QTE davvero deliranti o la mitica applicazione Coonstagram, parodia di Instagram in cui dovremo ottenere il maggior numero possibile di follower fra gli abitanti di South Park. Coonstagram ci fornirà inoltre indizi per le quest e divertenti scambi di battute fra i personaggi. Insomma, avremo a disposizione tutta South Park da esplorare, e l’esplorazione sarà un altro punto forte, poiché potremo richiamare i nostri alleati, che ci aiuteranno con le loro abilità così da avere accesso ad aree altrimenti irraggiungibili. Per completare il titolo al 100% ci vorrà poco più di 20 ore di gioco, e una volta finito potremo comunque completare quanto lasciato in sospeso.

Graficamente il titolo è un perfetto episodio di South Park, anzi forse anche meglio, grazie agli effetti molto curati per quanto riguarda le mosse speciali dei personaggi e le animazioni in combattimento. Il comparto sonoro si distingue per la possibilità di scegliere il doppiaggio che preferiamo, fra cui anche quello italiano. Noi affezionati alla versione originale abbiamo giocato il titolo con il doppiaggio in inglese e sottotitoli in italiano, e abbiamo notato una qualità non eccelsa dell’adattamento. Infatti, oltre a diversi refusi, diverse frasi sono tradotte piuttosto male rispetto a quanto detto dai personaggi in inglese, quindi se masticate la lingua anglofona è meglio tenere tutto in originale.

South Park: Scontri Di-Retti è un titolo che fa dell’ironia dissacrante il suo cavallo di battaglia e, unito a questa, abbiamo anche un gameplay profondo e ben realizzato nelle sue meccaniche. Una vera e propria lettera d'amore per i fan, realizzata sotto forma di videogioco. Se amate South Park non avete scuse per non avere questo titolo nella vostra collezione, non ve ne pentirete assolutamente.

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Autore

  • Silvio Mazzitelli

    Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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