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She-Hulk: Attorney at Law, il braccio verde della legge | Recensione

Com'è andata la prima avventura di Jennifer Walters nel Marvel Cinematic Universe?

Scegliere il titolo della recensione di She-Hulk: Attorney at Law, la nuova serie TV del MCU disponibile dal 18 agosto su Disney+, non è stato facile. Tra le opzioni sul tavolo sono arrivate alla selezione finale “I muscoli non sono tutto“, “Fa ridere ma fa anche riflettere” e l’intramontabile “It’s not easy being green” (in sottofondo mentre scriviamo queste parole). Tutte ipotesi che si ricollegavano a diversi aspetti della serie. Esploriamoli insieme nella recensione di She-Hulk: Attorney at Law, mentre continuiamo a chiederci se effettivamente il titolo finale sia davvero quello più adatto.

Recensione She-Hulk: una storia che parte con il piede sull’acceleratore

La storia di Jennifer Walters segue grossomodo un andamento simile nei fumetti e in questo adattamento (seppur con qualche variazione nei dettagli). La vita di una giovane e promettente avvocatessa a Los Angeles prende una svolta inattesa quando dopo un incidente automobilistico entra in contatto con il sangue del cugino Bruce Banner, alias Hulk. Questo la porterà ad avere abilità simili a quelle di quest’ultimo, ottenendo la capacità di trasformarsi in una Golia Verde proprio come lui.

Tuttavia Jennifer non ha alcun desiderio di lasciare la propria carriera legale per diventare una vigilante a tempo pieno. Fortunatamente, rispetto a Bruce, è molto più abile nel controllare quando si trasforma e soprattutto le sue azioni. Nessuna bestia fuori controllo e nessun vero alter ego con cui scontrarsi per chi comanda il corpo.

Ma un segreto così grande è comunque difficile da tenere nascosto e quando verrà allo scoperto la carriera di Jennifer subirà un brutto colpo. Almeno fino a quando non riceverà un’offerta molto particolare: diventare il volto di un ramo nascente dell’ambito legale del MCU, quello dedicato ai superumani.

Una delle prime cose che si notano di She-Hulk: Attorney at Law è il suo ritmo fin troppo accelerato. Tutta la questione delle origini di questa supereroina viene sbrigata molto rapidamente e lo stesso succede a tante domande sul MCU a cui lo show dà risposta. Gli eventi hanno poco tempo per sedimentare e far valere il proprio peso. Episodio dopo episodio però riesce a ritrovare un suo equilibrio e quella velocità si trasforma in dinamicità, diventando un punto di forza.

Azzeccare il tono è la chiave

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Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Sono anni che si discute di come la “formula Marvel” preveda una buona dose di comicità, con discussioni tra chi la trova fuori luogo e chi pensa sia un punto di forza del franchise. Nonostante questo però, il MCU non aveva mai realizzato una comedy in senso stretto. She-Hulk: Attorney at Law è proprio questo, seguendo le regole classiche del genere in televisione.

Un setting da ufficio, piccole e grandi gag che si accavallano in una mezz’ora circa di episodio. Una trama principale e una secondaria, solitamente lavorativa la prima e personale la seconda, che si sviluppano parallelamente fino a incrociarsi a sorpresa nel finale. Aspetti che è la stessa protagonista a rimarcare, nel suo continuo dialogo con il pubblico.

Già, perché proprio come nei fumetti, anche qui Jennifer Walters rompe la quarta parete e si rivolge direttamente agli spettatori. Un aspetto che è stato poco rimarcato nella prima parte della promozione dello show e che quindi pensavamo fosse piuttosto limitato. In verità è quasi costante, senza essere assolutamente invasivo. E a volte prende dei tagli decisamente metanarrativi, creando una complicità straordinaria tra il pubblico e la nostra eroina.

Ci troviamo così davanti a uno show che sa essere brillante e sempre vivace e che in alcuni momenti riesce a fare davvero ridere di gusto. Il tutto restando straordinariamente integrato nel Marvel Cinematic Universe, facendo un intenso lavoro di world building. Scopriremo angoli nuovi di questo mondo, visti da una prospettiva molto differente e con l’aiuto di diversi volti noti

She-Hulk, la recensione è positiva (con un asterisco)

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Photo by Chuck Zlotnick. ©Marvel Studios 2022. All Rights Reserved.

Una parte non indifferente del merito del successo di questi primi episodi va a Tatiana Maslany. Sin da quanto è arrivato l’annuncio che sarebbe stata lei a portare Jennifer Walters sullo schermo, le aspettative sono salite alle stelle e non sono state affatto deluse. Riesce perfettamente a rappresentare il conflitto di una donna trascinata in una vita lontana da ciò che desiderava per sé. Il momento in cui spiega al cugino perché è così abile a controllare le proprie emozioni è impressionante.

A questa abilità drammatica Maslany accompagna un talento comico (quasi) inaspettato. Riuscire a portare avanti entrambi questi lati del personaggio in parallelo non era assolutamente una prova semplice, ma è assolutamente superata. Non solo, ma riesce a far risaltare anche i compagni di scena, creando con ciascuno di loro una chimica perfetta (a conferma di quanto ci hanno raccontato in conferenza stampa).

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Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.

Considerati tutti gli aspetti di cui abbiamo discusso, quindi la recensione di She-Hulk: Attorney at Law è convintamente positiva. Lo show ci fa conoscere una nuova eroina a cui è facilissimo affezionarsi e che avrà un grande futuro nel franchise. Non solo, ma lo fa con un tono brillante, che porta un altro approccio ancora al MCU e che, superati i problemi iniziali di ritmo, conquista.

Vale la pena però di sottolineare come, per esperienza passata, le serie di questo universo abbiano spesso un calo nella parte centrale, che non sempre porta a una conclusione all’altezza. Gli episodi che abbiamo visto in anteprima – oltre a mostrare la ship del secolo, preparatevi – hanno principalmente fatto da prologo e preparazione a una trama orizzontale ai blocchi di partenza.

Una buona parte del risultato finale dello show dipende da come e quanto sfrutteranno quanto seminato. Teniamo quindi un piccolo asterisco sul nostro giudizio positivo, nella speranza di poterlo eliminare senza dubbi fra qualche settimana.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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