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Roberto Saviano a Lucca Comics con Sono Ancora Vivo

L'autore (e protagonista) racconta il personalissimo graphic novel disegnato Asaf Hanuka

Al Teatro del Giglio di Lucca Comics & Games 2021, oggi Roberto Saviano ha presentato il suo graphic novel, disegnato da Asaf Hanuka ed edito da Bao Publishing. Una storia personale e toccante (Saviano è sia autore che protagonista), che rappresenta un esperimento splendido e coraggioso nel mondo fumettistico. Uno degli incontri più ricchi di spunti e riflessioni di tutto il festival, tornato quest’anno in presenza.

Sono Ancora Vivo, Roberto Saviano racconta il suo graphic novel a Lucca Comics & Games

Qui è narrata una resistenza portata avanti con la sola artiglieria della parola e attraverso il perimetro del proprio corpo, comprendendo che, da qualsiasi lotta, si impara una e una sola regola: non è vero che dalla battaglia o tornerai vivo o non tornerai affatto. Nel caso di un tuo ritorno, tornerai ferito. Quella che sta per leggere è la mia ferita”.

Queste parole sono scritte sulla prima pagina del nuovo graphic novel di Roberto Saviano, edito da Bao Publishing. Che fanno capire fin da subito che questo è un romanzo grafico autobiografico in cui Roberto Saviano prova davvero a mettersi a nudo. Lui stesso durante l’intervista a Lucca Comics spiega come “raccontare significa spogliarsi. E il nudo di chi si spoglia è lo stesso di chi guarda. Eppure si sente in imbarazzo. Io mi sento in imbarazzato del fatto che vogliano uccidermi”.

Ma questo non significa che non valga la pena provarci. Saviano racconta di aver scelto il fumetto perché “il lettore non deve immaginare, l’immaginazione gli è prestata“. In questo modo poteva mostrare direttamente ciò che provava, ciò che sentiva. Perché lui crede di non riuscire a raccontare a parole cosa significa “essere in tv, essere famoso, eppure al tempo stesso essere rinchiuso, imprigionato”. Eppure nella conversazione ci riesce benissimo, decisamente meglio di quanto noi riusciremo a raccontare.

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Oggetti e animali

Nel romanzo grafico scritto con Hanuka, Saviano usa i disegni carichi di sentimento dell’autore israeliano con sapienza, sfruttando tutto per raccontarsi. Come il ricollegare i suoi famigliari a degli oggetti. Il Subbuteo per suo fratello, la biciletta per suo padre (e il cestino in cui lo portava che diventa una gabbia). E poi la spina per suo nonno, che gli ha “insegnato il significato profondo del dolore” e i sassi per sua madre, che come diamante è resa preziosa dalla pressione, è durissima ma fragile.

E poi racconta della sua esperienza negli Stati Uniti, quando stava andando a vedere i gorilla Silverback allo zoo del Bronx. E una ragazzina gli ha lanciato una palla. Qualcosa che lo ha spaventato: da anni nessuno gli lanciava nulla, non giocava. “Come fai a raccontarla una cosa così? Devi disegnarla”.

Saviano ha anche raccontato di sentirsi vicini ai gorilla, immagine usata anche sa Hanuka per raccontarlo. Perché sono animali malinconici. Ma anche perché sono animali che minacciano, ma non sono violenti: la forza è solo in potenza.

Roberto Saviano al Lucca Comics: Sono Ancora Vivo è un libro di libertà

Nel libro, fra le tante storie raccontate, c’è la volta in cui Saviano ha visto il suo primo morto ammazzato. Uno che stava scappando da un mafioso armato, che si è nascosto sotto una macchina per fuggire. Ma che è stato rilevato quando un rivolo di urina è uscito da sotto l’auto. Ha avuto paura e gli è costato la vita.

Per questo motivo Saviano ha passato gli ultimi quindici anni della sua vita a non mostrare paura. A non rivelare le sue lacrime, che nella copertina del graphic novel sembrano soffocarlo. Questo suo libro è un tentativo di dire: ho paura e lo dico senza che ammetterlo possa aumentare le sue ansie.

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Adorno diceva: “amico è la persona con cui puoi essere debole senza aspettarti una reazione di forza”. Questo volume vuole trattare i lettori come amici, mostrarsi debole senza paura. Provare a fidarsi.

Perché Saviano ammette di non potersi fidare mai di nessuno, e non per colpa di chi gli sta accanto. Nel libro un’immagine fortissima è quella di lui coperto da un’armatura, che è come sente il suo corpo. Uno scudo, perché sotto è ustionato e ogni critica gli fa male. Si sente perennemente sotto attacco.

Non solo dalla camorra, ma anche dalla politica e da parte di alcuni suoi colleghi della stampa. Nella conferenza ricorda alcuni momenti. Come l’attacco di Salvini dopo la questione delle ONG e degli sbarchi. Invece di attaccare le idee dello scrittore, attacca la sua persona. Parla di rimuovergli la scorta.

Sono Ancora Vivo

Spesso, dice Saviano, ha pensato di sfuggire alle minacce mafiose, alle critiche costanti e personali, pensando anche al suicidio, o comunque alla sua morte. Perché anche a lui capita di pensare: “Se sono 15 anni che vogliono ammazzarmi, perché sono ancora vivo?”.

Sebbene la magistratura abbia riconosciuto le minacce dei Casalesi come reali, si sente sempre in un perenne stato di accusa. Anche da parte di se stesso. Perché si dice: avresti potuto scappare, cambiare vita. Accettare i mille ruoli proposti in politica oppure cambiare nome e andare a insegnare italiano in Islanda.

Non lo ha fatto per quello che definisce il suo peccato mortale: l’ambizione. “Il pensare che le mie parole possono cambiare le cose”. Ma Saviano racconta che, anche grazie al sostegno di chi ha stima di lui, ha capito che le offese non sono attacchi a lui. Sono le parole di persone che si sentono in difetto perché non possono cambiare il mondo, non possono fare quello che le sue parole suggeriscono.

Ci sentiamo a disagio nel dire che non possiamo riassumere a dovere tutte le parole dette da Saviano, sebbene abbiamo riempito di appunti il nostro taccuino. Le cose da dire sono tantissime su un libro che parla di quindici anni di vita sotto scorta, di attacchi ma anche di bellezza e di sentimenti. Saviano cita Camus, dicendo “Esiste la bellezza ed esiste l’inferno degli oppressi, per quanto possibile vorrei rimanere fedele a entrambi”.

Lui non sa se ha saputo essere fedele a entrambi ma è consapevole di provarci. Questo libro vuole mettere ordine nella sua vita. E provare a cambiarla. Anche se non sa ancora come, vuole tornare a vivere. Nel libro ha scritto le 10 cose per cui secondo lui vale la pena vivere. Una di queste è il portare al Pantheon una persona cui si vuole bene per leggere l’epitaffio che Pietro Bembo ha scritto per Raffaelo. “Qui giace Raffaello da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire“.

Saviano ha chiuso ricordandoci che il genio artistico di un Raffaello o di un Mozart non elevano la natura, sono la natura. E allo stesso modo, nella vita degli altri, anche raccontata in maniera artistica come in un fumetto, quello che riconosci davvero sei tu.

L’ultima frase che Roberto Saviano regala al Lucca Comics 2021 prima della fine dell’evento riassume benissimo quanto tiene a questo racconto personale. Sono parole della poetessa Blaga Dimitrova. Nessuna paura che mi calpestino. Calpestata, l’erba diventa un sentiero.

Potete acquistare il graphic novel di Roberto Saviano e Asaf Hanuka direttamente dal sito di Bao Publishing. Noi siamo riusciti a prenderci una copia con la copertina variant (e anche a farcela firmare, tanto per farvi invidia!) e non vediamo l’ora di parlarvene un po’ più nel dettaglio. Ma possiamo già dirvi che merita una lettura: è creativo, ricco di sentimenti e magistralmente scritto.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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