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Lo Hobbit: Bofur e il cast di un Viaggio Inaspettato

Bofur apre la propria parte con una domanda. Quale è il filo comune che lega:

– il suddetto nano; 
- il maligno drago Smaug;
– l'eroe riluttante Bilbo Baggins  in persona;
- e pure Gollum? 
Apriamo con questa domanda lo speciale dedicato al cast de Lo Hobbit. Sarà dunque il finale di questa storia a svelare il legame: nel mentre c'è tanto da dire e tanti nomi da fare. C'è anzi l'umile ambizione di creare una rete di rimandi, che da un cast tanto ampio possa portare ad un numero di titoli da riscoprire o di talenti a cui fare attenzione.
Con una rosa così ampia e stesa in tre film, converrà allora preparare una quadrilogia di nomi e spiegazioni; pronti per il viaggio?
I. Ritorni e facce conosciute 
Possiamo partire dai nomi già visti ne Il signore degli anelli. In primis Sir Ian McKellen alias Gandalf, di cui possiamo ricordare l'interpretazione di Magneto, la lunga carriera a teatro, l'attivismo per i diritti civili e dimenticarci del Codice Da Vinci. Hugo Weaving tornerà come Elrond, Cate Blanchett come Galadriel, Christopher Lee a riprendere con carisma le fattezze di Saruman, Elijah Wood per breve tempo nei panni di Frodo, sembra che rivedremo anche Orlando Bloom con orecchie a punta e capelli platinati.
Sono tutti nomi che hanno trovato successo al cinema, spesso marchiando a fuoco altri capitoli del fantasy, sci-fi o riduzioni fumettistiche; insomma, nomi che per buona parte conosciamo assai.  E se potremmo menzionare l'indimenticata leggenda di Christopher Lee come Dracula per la casa Hammer e non solo,  o l'adorabile impegno di Wood nel fare pubblicità o dirigere video di gruppi indie-rock, questo è un capitolo che si può mantenere corto. 
II. Nani, kiwi e mohawk
Se si comincia a parlare di nani, invece, molte cose ghiotte possono apparire all'ambita tavola di Bilbo. 
Partiamo da Richard Armitage a.k.a. Thorin Scudodiquercia, attore quarantunenne noto specialmente nella televisione inglese come Guy di Gisborne (Robin Hood – la serie del 2006) o un agente dell'anti-terrorismo (Spooks.) Bruno, occhi azzurri, faccia da gentiluomo ombroso: probabile che mieterà qualche cuore anche sul campo di battaglia. 
Guardando il resto della compagnia di Thorin, possiamo vedere una netta predominanza di attori neozelandesi compatrioti di Peter Jackson: Mark Hadlow e Jed Brophy (Dori e Nori), collaboratori di lunga data di Jackson, poi John Callen (Oin), Peter Hambleton (Glòin), William Kircher (Bifur), Stephen Hunter (Bombur) e Dean O'Gorman (Fili, ma anche il giovane Iolao in Young Hercules..!) Tutti nomi della televisione e teatro kiwi, di cui ahimè sappiamo poco. Dalla Scozia vengono invece Graham McTavish (Dwalin) e Ken Stott (Balin), entrambi attori specialmente di televisione. Menzione per l'irlandese Aidan Turner ossia Kili, che qualche fan televisivo potrebbe riconoscere come protagonista di Being Human dove è il vampiro Mitchell.
Un altro nano degno di menzione lo fa Billy Connolly (Dàin), comico scozzese - ha dato voce a re Fergus in Brave – che ha pure rivelato che il suo agguerrito personaggio avrà un taglio a mohawk e dei tatuaggi. L'ingresso degli Sventratori da Warhammer alla Terra di Mezzo, insomma. Poi i parenti di Thorin: Jeffrey Thomas (Thròr, il nonno) è un attore gallese/neozelandese visto in Spartacus e Hercules, e in quest'ultimo ha partecipato pure Mike Mizrahi (Thrain, il padre) in piccoli ruoli.
III. Uomini, elfi, mostri e televisione
Per i non-nani della storia, troviamo ugualmente un po' di nomi interessanti.
Umani o assomiglianti, per esempio. Stephen Fry, il governatore di Pontelagolungo, è un notissimo comico inglese spesso in coppia con Hugh 'Dr. House' Laurie, e racconta come il suo personaggio sia totalmente disgustoso, codardo e avido. Una pacchia, insomma. Poi: Bard l'arciere è il piacente Luke Evans, inglese e prossimo antagonista in Fast and Furious 6 (nonchè una sorta di incrocio genetico tra Heath Ledger e James McAvoy), mentre la pelle di Beorn è rivestita dallo svedese Mikael Persbrandt, interprete di molti ruoli da poliziotto come nella popolare in patria Beck. Parlando di maghi: Radagast il Bruno è una vecchia conoscenza degli appassionati sci-fi, Sylvester McCoy ossia il settimo interprete del Dottore in Doctor Who. Purtroppo è improbabile che nella Terra di Mezzo indossino i panama.
Degli elfi possiamo fare un paio di nomi. Lee Pace ossia re Thranduil è un favorito di questo redattore dai tempi in cui era Ned il pasticciere resuscita-morti  in Pushing Daisies, splendida serie televisiva (finita anzitempo) in bilico fra Frank Capra e Tim Burton, e dal ruolo di protagonista nel sottovalutato film fantastico The Fall. Possiamo perdonargli un ruolo in Breaking Dawn. Invece il suo capo delle guardie Tauriel è una vecchia conoscenza da Lost, Evangeline Lily alias Kate. Qui in una storia che non dovrebbe lasciare enigmi insoluti e fans spaesati, in teoria.
Concludiamo con qualche mostro. Azog, capo degli Orchi, porta la faccia – probabilmente truccata – di Manu Bennett, Crixus nelle serie di Spartacus. Menzioniamo infine un altro comico, Barry Humphries, che interpreta il Re dei Goblin; una celebrità in Australia, a quanto pare, per il suo humour Dadaista. Ci piaceva l'idea di nominare il Dada parlando di Tolkien, tutto qua.
IV. Una risposta dovuta e cinque nomi degni di nota
E sì, quasi giunti alla fine di questo percorso possiamo tornare ai nomi iniziali. Con una ricerca di fili rossi e legami che ci può permettere di parlare di serie, persone o film che ci piacciono senza mai perdere l'occhio di riguardo ai volti che vedremo di nuovo percorrere la Terra di Mezzo. 
Qual è quindi il filo rosso? Un altro nome che sta marchiando a fuoco la fantasia contemporanea, sua signoria scozzese Steven Moffat: sua la serie TV Sherlock, dove Benedict Cumberbatch (la voce profonda di Smog) e Martin Freeman (eccoti qua, Bilbo!) sono uno splendido duo Holmes/Watson, ma anche la poco conosciuta Jekyll dove invece è protagonista James Nesbitt. Ossia Bofur, che sogghigna sbocconcellando formaggio per tornare ad interpretare ruoli tormentati. Completa la sceneggiatura del film di Tintin, in cui hanno partecipato sia Moffat che Andy Serkis – ossia il sottovalutato interprete del caro Gollum.
Consigliando a tutti di vedere le attuali serie di Doctor Who, di cui il malefico scozzese crea-hype è capo sceneggiatore,  non abbiamo finito. Possiamo parlare per esempio di Freeman, dei suoi modi di fare da perfetto inglese nevrotico e il ruolo di Arthur Dent nel film tratto da Guida galattica per autostoppisti – sicuramente non a livelli del libro etc. etc., ma graziato da un ottimo cast e da un attore protagonista che siamo contenti di vedere adesso alla ribalta. Film in cui Stephen Fry faceva da narratore, tanto per aprire un altro collegamento.
Ultimo collegamento, quello a Giovedì prossimo: un nuovo speciale farà luce su qualche altro aspetto de Lo Hobbit. Il conto alla rovescia per il film va avanti e di cose da parlare ce n'è ancora. Eccome.

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