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Leonardo Patrignani e il Multiversum

E se il mondo fosse uno solo (e forse neanche il migliore) di tutti i possibili? I mondi paralleli ci affascinano, ci fanno paura, ci ispirano storie di ogni specie. Una di queste storie l'ha scritta il milanese Leonardo Patrignani con Multiversum, edito da Mondadori. L'adolescenza e il primo amore visti attraverso la storia di una minaccia a tutte le realtà possibili. Orgoglio Nerd, nella cornice del Lucca C&G 2012, ha voluto saperne di più con l'autore.

Orgoglio Nerd: Ciao, Leonardo! Cominciamo prima di tutto con un po' di presentazione. Con un occhio di riguardo alla Domanda Fondamentale: quanto ti definiresti Nerd?

Leonardo Patrignani: Ciao e un saluto a tutti i lettori di Orgoglio Nerd. Mi chiamo Leonardo Patrignani, ho 32 anni, e posso affermare che nonostante molti preferiscano negarlo, c'è una componente Nerd in ognuno di noi. Si esprime in ambiti diversi, magari. Ma c'è. In tutti! La mia per esempio mi porta ad adorare Big Bang Theory e a essere schiavo dei prodotti di casa Apple… 

O.N.: E  a Lucca 2012? Cos'hai portato?

L.P.: Ho portato un carico di entusiasmo mica da ridere! Scherzi a parte, ho presentato Multiversum al popolo di Lucca Comics & Games e ho partecipato all'incontro della collana Chrysalide/Mondadori in compagnia di Licia Troisi, Dorotea De Spirito e Francesco Falconi. È stata una tre giorni ricca di emozioni e ho constatato che l'affetto dei fan e dei lettori in generale sta salendo a livelli incontrollabili! C'è grande attesa per l'uscita di Memoria, il secondo atto della Multiversum Saga che sarà in libreria il 19 febbraio, e sento che ogni energia sta fluendo nella direzione giusta. Tra l'altro, è stata un'edizione di Lucca davvero da record, con un'affluenza ai limiti del fantascientifico!

O.N.: Parliamo proprio della tua 'creatura', Multiversum. Cosa diresti per presentarlo?
L.P: Direi che Multiversum viene etichettato come urban fantasy, è catalogato nel settore ragazzi, ma personalmente non è altro che un romanzo, un'avventura ambientata nelle infinite realtà parallele del Multiverso. Può leggerla chiunque, e ti stupiresti a vedere che alcuni tra i feedback migliori mi sono arrivati da coetanei, anche se naturalmente i ragazzi tra i 14 e i 18 stanno amando molto il libro.

O.N.:  Multiversum è una storia soprattutto di ragazzi (che crescono, si innamorano, si scontrano col mondo, cercano il loro posto magico), l'hai scritto pensando soprattutto a lettori giovani? O cerchi un pubblico senza età?

L.P: Non sapevo neanche che esistesse un vero e proprio settore young adult, nel mondo editoriale. L'ho scoperto dopo aver accettato la proposta di Mondadori, quando la passione si è trasformata in lavoro. Quindi la risposta è semplice: non ho scritto Multiversum pensando "a tavolino" ai ragazzi, sebbene i ragazzi siano protagonisti di questa trilogia e costituiscano la gran parte dei miei lettori. L'ho scritto traducendo sulla carta le emozioni che avevo dentro, senza ragionamenti di target.

O.N.: Perchè proprio gli universi paralleli? Che storie permettono di affrontare?

L.P: E' una tematica che mi affascina e che spalanca le porte della fantasia. Il Multiverso è un labirinto di specchi che ci offre di volta in volta una sfaccettatura diversa del nostro animo. Tutti i nostri alter ego che al momento non stanno leggendo quest'intervista hanno scelto strade diverse, di fronte ai bivi della vita. E' un fantastico caleidoscopio di possibilità. 

O.N.: Che storie ti piacciono sul tema degli universi paralleli? Quali ti hanno ispirato o dato spunti per Multiversum?

L.P: Da bambino lessi Imagica di Clive Barker, che si basava su un concetto simile. Per il resto non mi sono ispirato a un autore in particolare, diciamo che come tutti mi faccio influenzare da ogni forma d'arte in grado di comunicare col mio animo. Che sia un film, un quadro, una poesia… E gli universi paralleli sono una tematica oltremodo diffusa, a volte ci si finisce anche inconsciamente… forse perché fan parte di noi, forse perché il Multiverso è realtà. 

O.N.: Hai intenzione di scrivere ancora qualcosa legato al Multiverso?

L.P: Innanzitutto devo portare a compimento la trilogia. Nei primi mesi dell'anno prossimo pubblicherò Multiversum 2, sempre con Mondadori naturalmente. Quindi mi butterò a capofitto nella conclusione della saga. Non so cosa mi aspetta oltre il confine. Sono sempre stato un lettore e scrittore di thriller (cresciuto a pane e Stephen King) e credo proprio che nel futuro ci sarà spazio per storie del genere. 

O.N.: Scrivere per te è più un lavoro, una passione, un metodo? O qualcos'altro?

L.P: E' una passione innata, diventata oggi un lavoro. Multiversum al momento è stato acquistato da 7 Paesi, e le trattative sono tuttora in corso. Questo significa che dovrò lavorare sodo per essere all'altezza della fiducia che gli editori hanno avuto nel mio progetto e che i lettori mi stanno accordando. Lo devo fare al massimo delle mie possibilità, anche per rispetto di tutti coloro che desiderano scrivere, firmare un contratto importante, e per una ragione o per l'altra stanno ancora aspettando la loro chance. A loro dico di non smettere mai di crederci, come ho sempre fatto io. 

O.N.: Hai un passato da musicista e nel libro ci sono numerose canzoni a fare da colonna sonora. In che modo ti piace legare scrittura e mondo musicale?

L.P: La musica, lo dico sempre, è la colonna sonora della nostra vita. In passato ho pubblicato 3 dischi metal come cantante e autore (ndr: nei Beholder), ma ascolto più o meno tutto. Credo che sia stuzzicante infilare passaggi o riferimenti musicali in un romanzo. Qualcuno li coglierà, qualcun altro no e magari scoprirà un gruppo nuovo. Per esempio, spero che qualcuno si sia incuriosito e abbia ascoltato qualcosa dei Tesla, una fantastica hard rock band anni '80 che ho citato in Multiversum e che adoro. 

O.N.: Che altri temi fantascientifici o scientifici ti intrigano abbastanza da metterti voglia di scrivere qualcosa? Magari qualche progetto in cantiere?

L.P: Ce ne sarebbe una lista piuttosto lunga! Di quello che ho in cantiere non posso parlare per un patto segreto con la mia metà oscura (quella che mi minaccia di morte quando mi metto a svelare idee future…), ma ti posso assicurare che sono sempre piuttosto attento alle tematiche della scienza di confine, a quegli studi che magari non sono ancora del tutto ufficiali e che quindi presentano le caratteristiche ideali per essere presi come spunto per sfociare nel paranormale. 

O.N.: In che Universo Parallelo vorresti abitare? 

L.P: Vorrei abitare nell'Universo Parallelo in cui la mente umana non è ottenebrata da alcuna forma di religione.

O.N.: Meglio quindi saltare da un universo all'altro che usare la macchina del tempo per correggere il passato?
L.P: Diciamo che se avessi una macchina del tempo sarebbe divertente conoscere epoche ormai sepolte nel passato. O dare un'occhiata al futuro. E certo, mi verrebbe la voglia di cambiare qualcosa nella mia personale timeline. Chi non lo farebbe? Ma se ci penso bene, preferisco poter varcare la soglia tra tutte le timeline possibili. Vivere ogni biforcazione, indagare tra le infinite strade parallele.

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