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Indiana Jones: parliamo del cartoon di Patrick Schoenmaker

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Il nome di Indiana Jones nell’immaginario collettivo è legato all’immagine di Harrison Ford con camicia kaki aperta sul petto, cappello borsalino in testa a gettare un’ombra sullo sguardo determinato mentre l’immancabile frusta schiocca in aria.
Gli aneddoti sul personaggio ideato da George Lucas agli inizi degli anni 70 e portato sul grande schermo da Steven Spielberg si sprecano. Partiamo dall’ideazione del personaggio, una folgorazione del giovane George mentre guardava il poster di un vecchio film ambientato in un avventuroso 1930. Poi la scelta del nome, che inizialmente doveva essere Indiana Smith, ma Spielberg pose il veto sul cognome. Infine la scelta dell’attore: il designato Tom Selleck dovette rinunciare alla parte a tre settimane dal primo ciak a causa del suo contratto di esclusiva con la CBS.
L’immagine di Indiana sul grande schermo, cui siamo abituati, nasconde una lunga genesi. La prima idea è del 1973, ma “I Predatori dell’Arca Perduta” vedrà la luce solo nel  1981. A sua volta, quest’immagine è stata il punto di partenza per altre produzioni. Dai fumetti ai videogiochi, Indiana Jones ha lasciato un’segno indelebile su un intero genere. Personaggi come Lara Croft, Richard “Rick” O’Connell, Benjamin Gates, Nathan Drake sarebbero molto diversi se Lucas non avesse avuto quell’intuizione. Altri ancora probabilmente non esisterebbero (ed il mio cuore di bambino non avrebbe mai conosciuto il cugino di Pippo, Indiana Pipps).
Anche la TV ha avuto la sua trasposizione di Indiana Jones, produzione ufficiale della Lucasfilm. Stiamo parlando di Le avventure del giovane Indiana Jones. Serie televisiva statunitense degli inizi degli anni ’90, è uno dei primi esempi di quello che oggi chiamiamo prequel. Il Professor Jones, ormai invecchiato, vive a New York e racconta le sue avventure di gioventù in giro per il mondo. L’intento dichiaratamente educativo della produzione porta il giovane Indiana ad incontrare personaggi famosi di ogni sorta. Incontrerà De Gaulle, Ford, Tolstoj, Picasso, Roosvelt e molti altri. Il ruolo del vecchio Jones venne affidato all’attore di teatro George Hall, dopo il rifiuto di Harrison Ford. Corey Carrier e Sean Patrick Flanery interpretarono rispettivamente Indiana a dieci anni e a vent’anni. Molti attori fecero la loro comparsa nel telefilm: Anthony Daniels, Christopher Lee, Daniel Craig, e Catherine Zeta-Jones solo per citarne alcuni. Lo stesso Ford partecipò nei panni di Indiana Jones cinquantenne in uno degli episodi.
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Questo telefilm ebbe costi notevoli. Anzitutto gli episodi furono girati in diversi continenti. Inoltre Lucas non voleva che le trame si appiattissero e diventassero ripetitive con l’avanzare degli episodi, come succede in molte serie TV. Per evitare ciò assunse diversi scrittori e registi per differenziare le singole puntate. Ampio fu anche il lavoro di post produzione, con l’utilizzo di effetti speciali e di particolari tecniche di montaggio.
In totale furono prodotte due stagioni della serie, la prima di 6 episodi e la seconda di 23. Seguirono poi quattro film per la TV che possiamo considerare come una mini terza stagione. Va detto che Jorge Lucas aveva già preparato materiale sufficiente per costruire almeno il doppio delle puntate. In questa fase inoltre aveva iniziato ad informarsi sulle ricerche riguardanti i teschi di cristallo, che verranno poi utilizzate per il film Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.
L’accoglienza del pubblico non fu grandiosa, ma il valore della serie resta testimoniato dai 10 Emmy Awards vinti nei due anni di trasmissione.
Anche a quarant’anni di distanza dall’ideazione, il personaggio di Indiana Jones resta capace di attivare nuovi progetti ed idee. Una delle ultime in ordine cronologico nasce dalla matita di Patrick Schoenmaker. Già character designer olandese e collaboratore della Lucasfilm ai tempi di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. In quel periodo la casa di George Lucas insieme alla ACME Archives commissionò a Schoenmaker una versione del personaggio in forma di cartone animato. Il primo disegno, intitolato “Escaping the Tomb” riesce a riassumere in se molti aspetti di Indiana Jones: lo sguardo fiero, l’ambientazione polverosa delle cripte, la cupa sensazione che qualcosa di pericoloso stia per accadere.
Escaping from the tomb schoenmaker
Da li Patrick ha iniziato a lavorare autonomamente ad un filmato e, dopo cinque anni di lavoro, The Adventures of Indiana Jones è diventato realtà questo settembre. Il filmato, della durata di 1 minuto e 40 secondi, può essere visto sia su Youtube che sul sito dell’autore e ripercorre con tratto deciso alcune scene dei film, circondate dall’immancabile colonna sonora “Raiders March” scritta da John Williams.
Ci vedreste una serie?

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Alessio Riccardi

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