Non solo Hollywood, anzi. Lo sciopero degli attori promosso da SAG-AFTRA – quello che potremmo definire il sindacato di categoria statunitense – potrebbe presto estendersi anche al mondo dei videogiochi. A lasciarlo intendere è lo stesso sindacato, che ha votato all’unanimità la mozione per paralizzare anche le produzioni videoludiche.
Lo sciopero degli attori americani è cominciato ufficialmente a luglio, sull’onda delle proteste degli sceneggiatori contro i colossi delle produzioni audiovisive. Alla base delle proteste ci sono le precarie condizioni salariali e la richiesta di contratti che tutelino gli operatori del settore dall’insorgere di nuove tecnologie (intelligenza artificiale e predominio del mondo streaming). Per tutta l’estate Hollywood è stata caratterizzata da picchetti e manifestazioni (alcune anche decisamente spettacolari), che hanno portato alla sospensione di innumerevoli produzioni.
E per quanto riguarda i videogiochi? Andiamo a vedere la posizione di SAG-AFTRA.
SAG-AFTRA: lo sciopero degli attori si estenderà anche ai videogiochi
Come anticipato (e confermato da ComicBook) il Consiglio direttivo SAG-AFTRA ha votato all’unanimità la mozione per autorizzare l’estensione dello sciopero anche al mercato videoludico. Ciò significa che, nel caso in cui le trattative con gli studi di sviluppo dovessero risultare infruttuose, si potrebbe procedere ad una paralisi del settore così come sta già avvenendo nel cinema e nelle serie TV americane.
A essere colpite sarebbero ovviamente le grandi società come Insomniac Games, Warner Bros, Disney, Activision, EA, Epic Games e Take-Two Interactive. Quegli studi, insomma, che sono soliti avvalersi degli attori di Hollywood per dar voce e fisionomia ai propri personaggi. Epic Games, ad esempio, deve gran parte della fortuna di Fortnite proprio agli innumerevoli crossover presenti in gioco.
Le richieste di SAG-AFTRA ai colossi dei videogiochi non differiscono molto da quelle avanzate nei confronti degli studi cinematografici. Il sindacato chiede infatti salari migliori, maggiori tutele rispetto all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (in particolare al deep fake) e condizioni di lavoro più eque.
Le trattative tra le parti inizieranno il 26 settembre, ciò vuol dire che l’eventuale sciopero, qualora non dovesse raggiungersi un accordo, potrebbe cominciare già ad ottobre. Di seguito la dichiarazione di Fran Drescher, Presidente di SAG-AFTRA:
“Ci risiamo! Ora anche il nostro accordo interattivo (videogiochi) è in una fase di stallo. Ancora una volta ci troviamo di fronte all’avidità e alla mancanza di rispetto degli studi. Ancora una volta l’intelligenza artificiale mette i nostri iscritti a rischio di ridurre le loro opportunità di lavoro. E ancora una volta la SAG-AFTRA si oppone alla tirannia per conto dei suoi membri. La malattia dell’avidità si sta diffondendo a macchia d’olio, pronta a bruciare i lavoratori e gli esseri umani. Noi della SAG-AFTRA diciamo NO! Non sotto i nostro occhi!”
I precedenti: lo sciopero del 2016
Non è la prima volta che SAG-AFTRA alza la voce anche sul mercato dei videogiochi. Nell’ottobre 2016 il sindacato promosse uno sciopero durato quasi 12 mesi (340 giorni, per essere precisi). Il più lungo nella storia di SAG-AFTRA.
In quel caso le proteste erano nei confronti di 11 editori e sviluppatori di videogiochi, tra cui alcuni di quelli già citati in questo articolo. L’oggetto della discordia erano i diritti residuali di alcuni giochi. Dopo quasi un anno di proteste, SAG-AFTRA ottenne la retribuzione richiesta, riuscendo anche a strappare un accordo sulle modalità di casting per la scelta degli attori.
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