![Captain America: Brave New World, il confronto con il passato | Recensione thumbnail](/wp-content/uploads/2025/02/captain-america-brave-new-world-recensione-00.webp)
Dopo un anno di relativa calma (se possiamo così definire il miliardo e 300 milioni di dollari di incasso di Deadpool & Wolverine) passato tra gli appassionati come un momento di pausa per riorganizzare le idee, il Marvel Cinematic Universe torna ufficialmente al cinema. Oggi infatti debutta Captain America: Brave New World, il nuovo capitolo di questo lunghissimo franchise, chiamato a dimostrare se questo periodo di riflessione è effettivamente servito. Tra le tante responsabilità di questo film c’è anche quella di dover introdurre al grande pubblico – quello che non ha visto tutte le serie TV Disney+ – Sam Wilson come degno erede di Steve Rogers. Com’è andata? Noi abbiamo visto Captain America: Brave New World in anteprima e possiamo darvi qualche risposta in questa recensione.
Captain America: Brave New World, la recensione: un eroe diviso tra fede e realtà
Sam Wilson ha ritrovato il proprio ruolo. Lui è Captain America, ha imbracciato lo scudo ed è pronto a lanciarsi in battaglia a fianco dell’esercito. Ha anche trovato la sua spalla, Joaquín Torres, che ha a sua volta raccolto il ruolo di Falcon. Insieme partono per una missione internazionale, per recuperare un misterioso oggetto, trafugato da un gruppo di mercenari per conto di un compratore ignoto.
Sam però non ha ancora fatto del tutto pace con gli eventi passati. Non riesce ancora a fidarsi del tutto del Governo, guidato dall’uomo che ha creato gli Accordi di Sokovia che hanno distrutto gli Avengers. Quello stesso Governo che ha usato e gettato via Isaiah Bradley, il Captain America dimenticato, quello che ora lo blandisce ma che già Steve Rogers aveva disconosciuto. E in tutto questo, il dubbio di non essere all’altezza del suo predecessore rimane sempre nell’aria.
C’è da dire che Captain America: Brave New World non si dedica troppo alle insicurezze di Sam. Non c’è da aspettarsi un capitolo interamente focalizzato sui dubbi dell’eroe, sul confronto con il passato, sulla necessità di accettare il suo nuovo ruolo. Abbiamo avuto già una serie TV che ha esplorato queste tematiche. Ci sono, perché è giusto che Sam continui a porsi queste domande, ma non sono tutto.
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Il grosso del film è piuttosto focalizzato sul creare un’atmosfera da thriller politico ad alti livelli, imbrigliata con le regole e i personaggi di un film di supereroi. Quello che ci aspetteremmo di vedere in un James Bond (americano) o un Mission: Impossible, dove però i superpoteri sono quasi espliciti. Tante pedine che si muovono sulla scacchiera che mette in palio l’equilibrio del pianeta.
Il vero confronto non è con Steve Rogers, ma con il Soldato d’Inverno
Se non ci stavate pensando prima di aprire questa recensione, probabilmente la lampadina si è accesa appena avete letto “thriller politico” e la sua luce illumina la scritta Captain America: The Winter Soldier. Questo film è una delle Gemme dell’Infinito del Marvel Cinematic Universe. Non è solo uno dei più apprezzati, anche dai detrattori dei cinecomics, ma è stato quello che ha fatto capire che il franchise poteva essere “qualcosa di più”. Non è un caso se i registi e gli sceneggiatori di quel film sono poi andati a occuparsi dell’evento più importante di tutto il MCU, il doppio scontro tra Thanos e gli Avengers.
Ed è indubbio che questo sia il punto di riferimento obbligato per qualsiasi nuovo film di Cap, compreso questo. Si vede che il tentativo è quello di riproporne lo stesso tono, più serio e concreto, per dare uno sguardo tramite gli occhi dell’eroe a un’America che non è così limpida come si immagina e si vuole immaginare.
E il tentativo purtroppo riesce solamente in parte. Se da un punto di vista visivo riesce a recuperarne i toni e l’approccio registico (pur non raggiungendone le stesse vette), lo stesso non si può dire della sceneggiatura. Funziona tutto, meglio di quanto fatto in alcuni capitoli recenti del MCU e più di quanto si potesse sperare considerate le diverse rimaneggiature di cui abbiamo sentito parlare nei mesi scorsi, ma non c’è l’ambizione.
Troppo spesso, soprattutto nelle fasi iniziali del film, tutto è esplicitato, quasi mancasse la fiducia nello spettatore. Un didascalico che diventa stucchevole e che sembra davvero vicino alle parodie di questo genere proposte dalle serie TV.
Ma Captain America: Brave New World ha un pregio: ritrova la formula del MCU
Tuttavia non fatevi scoraggiare da questo. Intanto perché nonostante qualche momento meno efficace e qualche occasione sprecata (evitiamo gli spoiler, ma almeno un personaggio poteva essere usato meglio) Captain America: Brave New World nel complesso tiene e tiene bene.
Il ritmo è davvero alto per la grandissima parte della pellicola, non dandoci praticamente mai respiro. Ci troviamo a un ciclo continuo di scontri, alcuni fisici, altri verbali, tutti ad alta intensità. In mezzo qualche scena di raccordo che tiene insieme il tutto.
Ma soprattutto, quello che questo film fa è farci ritrovare quello che conosciamo del MCU. Quella interconnessione che è stata così tanto celebrata nelle prime fasi del franchise e che sembrava essersi persa dopo Avengers: Endgame, proprio quando sulla carta sembrava destinata a essere ancora più ambiziosa.
Anche qui, niente spoiler, ma possiamo facilmente dirvi che forse per la prima volta una serie TV gioca un ruolo davvero fondamentale. Non si tratta semplicemente di qualche collegamento o citazione, come fu WandaVision per il secondo film di Doctor Strange. The Falcon and the Winter Soldier è una visione più che consigliata per capire questo film, che si basa anche su personaggi introdotti in quello show.
Ma la forza vera in questo senso è che per la prima volta dalla fine della Fase 3, abbiamo un progetto che non apre un nuovo ramo narrativo del franchise che va all’esterno, ma piuttosto inizia a incrociare quelli che già sono presenti. La semina è durata fin troppo, ora è tempo di coltivare e Captain America: Brave New World fa esattamente questo, recuperando anche collegamenti che non ci aspetteremmo. Nell’attesa del grandioso momento del raccolto che arriverà presto.
Captain America: Brave New World, recensione positiva per una nuova speranza
Non si può dire che questo film sia perfetto, né che sia realisticamente al livello dell’illustre The Winter Soldier. Tuttavia, per la prima volta da lungo tempo abbiamo respirato quell’atmosfera che ci ha fatto innamorare del Marvel Cinematic Universe e che rendeva speciali tutti i suoi film.
Captain America: Brave New World è un po’ come il suo protagonista. Sam probabilmente non riuscirà mai a scrollarsi di dosso i paragoni con Steve e non è ancora al suo livello. Ma ha trovato la forza di credere nelle sue capacità e ha una visione davanti a sé, che è pronto a raggiungere impegnandosi al massimo. E per il momento va bene anche così.
- Ufficiale, dettagliato e durevole: questa statuetta di Captain America Sam Wilson è meticolosamente realizzata e dipinta a mano con un'incredibile attenzione ai dettagli, catturando l'essenza del personaggio.
- Prodotto con licenza ufficiale: Captain America Sam Wilson è un prodotto con licenza ufficiale, assicurando che i fan del franchise ricevano un oggetto da collezione autentico e di alta qualità.
- Perfetto per la visualizzazione: la figura ha un'altezza di circa 0 cm e viene fornita in una confezione sicura con grafica mozzafiato, rendendola perfetta da esporre su una collezione, scrivania o scaffale.
- Ottimo regalo: Captain America Sam Wilson è un'ottima idea regalo per i fan di tutte le età del franchise Marvel che si tratti di un regalo di compleanno o di un'occasione speciale (Natale, festa dei re...), che si tratti di collezionisti o semplicemente di un fan del personaggio.
- Dimensioni: 17 cm di altezza 11 cm di altezza 12 cm di profondità, inclusa la base di esposizione.
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