Apple rimanda l’uscita di Emancipation con Will Smith

Secondo indiscrezioni, Apple ha ritardato l’uscita di Emancipation, un film con Will Smith. Il tutto a seguito della recente controversia che lo circonda mentre ha schiaffeggiato Chris Rock agli Oscar. Sebbene il film non avesse una data di uscita ufficiale, originariamente doveva essere rilasciato questo autunno, ma ora si ritiene che il film debutterà nel 2023. Secondo un nuovo rapporto di Variety, apparentemente ci sono state discussioni in corso sul potenziale rilascio in autunno, ma è “altamente improbabile”.

Il film parla di una storia vera

Emancipation, diretto da Antoine Fuqua, segue Peter (interpretato da Smith), uno schiavo che fugge da una Louisiana dopo essere stato frustato quasi a morte. Peter supera in astuzia i cacciatori a sangue freddo guidati da Fassel, mentre si dirige verso nord, dove si unisce all’esercito dell’Unione. Il film è basato sulla vera storia di uno schiavo fuggito di nome Gordon. Le fotografie della sua schiena nuda, pesantemente flagellata dalle frustate di un sorvegliante, furono pubblicate in tutto il mondo nel 1863. Questo ha dato al movimento abolizionista una prova della crudeltà della schiavitù americana.

Il film era pronto per essere in uscita nelle sale per Will Smith dopo la controversia, con alcune fonti che ritenevano che avrebbe potuto potenzialmente portare l’attore a vincere due Oscar consecutivi. Il rapporto cita sia la controversia sullo schiaffo, sia i precedenti ritardi di produzione. Il tutto insieme ad una lista già piena di film per Apple, come potenziali ragioni alla base della mossa.

La nota della produzione contro le leggi sulla restrizione di voto in Georgia

Uno dei ritardi di produzione si è verificato quando il film ha spostato la sua produzione in Louisiana, in segno di protesta contro le leggi sulla restrizione di voto della Georgia. “In questo momento, la nazione sta facendo i conti con la sua storia e sta tentando di eliminare le vestigia del razzismo istituzionale per ottenere una vera giustizia razziale”, hanno affermato i realizzatori in una dichiarazione congiunta all’epoca.

“Non possiamo in buona coscienza fornire sostegno economico a un governo che promulga leggi di voto regressive progettate per limitare l’accesso degli elettori. Le nuove leggi di voto in Georgia ricordano gli impedimenti di voto approvati alla fine della ricostruzione per impedire a molti americani di votare. Purtroppo, ci sentiamo in dovere di spostare il nostro lavoro di produzione cinematografica dalla Georgia a un altro stato”.

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