Animali fantastici – I segreti di Silente si porta sulle spalle un bel fardello. La saga, ambientata nel mondo magico di Harry Potter circa mezzo secolo prima delle avventure del maghetto, aveva bisogno di una correzione di rotta dopo il secondo capitolo, non particolarmente apprezzato da pubblico e critica. E sebbene per certi versi sia arrivata, c’è ancora qualcosa che non funziona. Vediamo meglio perché, nella recensione di Animali fantastici – I segreti di Silente.
Animali fantastici: quali sono i segreti di Silente?
Dopo i tragici eventi del secondo film, Grindelwald è in continua ascesa. Il potente mago oscuro continua a raccogliere seguaci, grazie al proprio carisma e alla propria forza. Lo scontro con Silente pare essere inevitabile, ma al contempo c’è qualcosa che lo impedisce. E così i due sono costretti a farsi la guerra a distanza, per interposta persona, cercando di ostacolare l’uno il piano dell’altro.
Una sfida che richiede una certa abilità nel pensiero laterale, considerate le capacità dei due contendenti. Le forze del bene, ovvero Newt Scamander e nuovi e vecchi alleati sono costretti a procedere a vista, cercando di confondere Grindelwald. Albus Silente muove le sue pedine come un maestro giocatore, senza mai far capire se abbia davvero un piano in mente. E non è certo questo l’unico segreto che cela…
Il concetto alla base di Animali fantastici – I segreti di Silente è intrigante, dobbiamo ammetterlo. L’idea di mettere insieme una squadra di vari elementi, ciascuno con il proprio compito ma senza una chiara immagine d’insieme funziona, sulla carta.
Questo perché è accompagnata da una struttura narrativa altrettanto caotica. Così come Grindelwald è disorientato nel film, anche lo spettatore lo è e in senso positivo. È difficile cercare di prevedere l’evoluzione di questa storia, perché si muove su binari tutti suoi. A dispetto del titolo, i segreti raramente durano a lungo e non sono l’unico pilastro su cui si poggia la storia.
Il problema è che tutto questo set-up funziona solo se la sua risoluzione è all’altezza. E senza entrare nei dettagli per evitare spoiler, purtroppo non è così. E giunti alla conclusione, non ci troviamo esaltati come dovremmo, ma l’accogliamo in maniera neutrale (sì, il gioco di parole è un po’ forzato, ma l’importante è che passi il messaggio, no?).
Un intreccio troppo fitto
Per creare quella ‘buona confusione’ di cui parlavamo qui sopra, servono tante storie che si incrocino. E così la squadra di Silente è piena di diversi personaggi, ciascuno con la propria missione. Non solo, ma a queste si accompagnano altre sottotrame, legate ai vari seguaci di Grindelwald. Il tutto poi intrecciato con la storia principale, che presenta diverse sfaccettature a sua volta.
Il risultato potete intuirlo. Come spesso capita quando si cerca di mettere troppa carne al fuoco, alcune di queste storie risultano deboli, poco sviluppate e a tratti anche poco utili alla narrazione complessiva. Ce n’è almeno una che, a posteriori, sembra non avere assolutamente impatto sul racconto. Potrebbe riscattarsi nel futuro della saga (anche se non sembra probabile), ma sulla base di quanto visto finora, il giudizio è tendenzialmente negativo.
Su tutto poi aleggia un problema che è spesso ricorrente quando si parla di prequel. Potremmo definirlo “Ma tutto questo dov’era?“. Forse ancora più che nei capitoli precedenti di Animali Fantastici infatti, qui c’è un grande lavoro di world building, espandendo i confini del mondo magico che abbiamo conosciuto finora.
Tuttavia, passo dopo passo, risulta sempre più complesso allineare queste informazioni con tutte quelle che abbiamo raccolto nel resto del franchise. Anche volendo fare uno sforzo e chiudendo un occhio su alcune incongruenze minori, è davvero difficile sganciarsi da quella sensazione di non riuscire a incastrare perfettamente questo mondo con quello della serie di Harry Potter, ambientata sessant’anni più tardi.
Animali fantastici – I segreti di Silente risponde e corregge, ma non è abbastanza
È evidente che questo film subisca l’impatto di alcune difficoltà nel suo sviluppo. Tra il cambio in corsa dell’interprete di Grindelwald, i ritardi produttivi dovuti alla pandemia e forse anche la scelta di affiancare lo sceneggiatore Steve Kloves a J.K. Rowling (che aveva scritto i due capitoli precedenti da sola) è possibile trovare delle attenuanti per questo risultato non completamente soddisfacente.
Ed è senza dubbio un peccato, perché i pregi a questo Animali fantastici – I segreti di Silente non mancano. È un’opera che ha preso atto dell’accoglienza tiepida del suo predecessore e ha trovato una risposta adeguata. Che sceglie finalmente di affrontare determinati argomenti e di dare alcune risposte molto attese (anche se a volte in maniera leggermente didascalica). Che ci mostra un Grindelwald e un Silente straordinari, oltre che ottimamente interpretati.
Purtroppo però riesce solo a metà nel suo intento. Pur essendo un’esperienza decisamente affascinante e che ogni appassionato del mondo magico dovrebbe vivere in sala, lascia in bocca un sapore meno dolce di quanto dovrebbe. Ci saranno diversi aspetti che porteranno ad ampie discussioni tra gli appassionati negli anni a venire ed è difficile alzarsi dalle poltroncine davvero esaltati.
Non tutto è perduto però. Con la giusta cautela e qualche intoppo in meno, la saga può fare tesoro dell’esperienza raccolta con Animali fantastici – I segreti di Silente. Imparando dai propri errori, c’è ancora spazio per trovare l’approccio giusto per affrontare il quarto capitolo e approdare nel quinto alla conclusione che questa storia merita. Noi siamo pronti a dare ancora fiducia a Newt e Silente.
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