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Alice Berti ci racconta Un Poema per le Piccole Cose

Una idol del K-pop e una ragazza che lavora in un fast food si incontrano su un ponte. Entrambe, vogliono buttarsi. Da questa situazione surreale parte un viaggio per il mondo, in cerca di trovare il modo per salvare il pianeta — e sé stesse. Un Poema per le Piccole Cose racconta una storia originale, commovente ma che sa divertire, e noi ne abbiamo parlato con la sua autrice, Alice Berti. Ci ha raccontato da dove ha preso l’ispirazione per questa graphic novel, che comincia in Corea ma ci porta in tutto il mondo per aprire i “Sette Chakra della Terra”.

ATTENZIONE: Il libro (e la nostra recensione/intervista) fa riferimenti al suicidio. Se voi o qualcuno che conoscete ha pensieri suicidi, potete consultare il sito del Telefono Amico o chiamare il 199284284).

Un Poema per le Piccole Cose, intervista con l’autrice Alice Berti

Salut è una idol coreana che ha raggiunto l’apice della fama mondiale: capelli rosa, look iconico. Xin-Yeong lavora in un fast-food per il minimo salariale, indossa felpe sformate. Non potrebbero essere più diverse. Eppure, continuano a incontrarsi. Non a qualche festa o mentre fanno shopping, ma perché entrambe continuano a scegliere lo stesso posto e lo stesso momento per suicidarsi.

intervista Alice Berti - foto autrice

Hanno vite diversissime, eppure entrambe vorrebbero togliersele. Ma per un vezzo del destino, quella che sarebbe potuta essere una doppia tragedia diventa un “meet cute” fra le due protagoniste di questo romanzo, che riesce a bilanciare molto bene i temi forti con una storia romantica e divertente. Non ironizza mai sulla salute delle sue protagoniste, anzi riesce a parlarne in una maniera leggera ma mai banale.

Un mondo in fiamme, una scintilla di speranza

Se le due protagoniste iniziano l’avventura piene d’angoscia, anche il resto del mondo tiene il fiato sospeso. Il cambiamento climatico sta portando il mondo al collasso, tutti si aspettano un’apocalisse imminente. Salut, però, ha un’idea — per quanto strana. Ha sentito parlare della leggenda dei Sette Chakra della Terra, posti pieni d’energia che, se ben allineati, potrebbero salvare il pianeta. Decide quindi di toccare questi sette poli durante il suo tour mondiale, chiedendo a Xin-Yeong di partire con lei.

Una speranza che sembra assurda. Xin-Yeong non ci crede (almeno all’inizio), ma accetta di seguire Salut come assistente personale: per lei un lavoro vale l’altro. Ma dopo aver conosciuto il team di Salut e iniziato a viaggiare, inizia a cambiare. Ogni nuovo chakra aperto sembra far evolvere Salut e Xin-Yeong come persone. E al tempo stesso sembra stringere di più il loro legame.

intervista alice berti COVER UN POEMA PER LE PICCOLE COSE

Anche chi, come noi che scriviamo questo articolo, non è una persona spirituale, può apprezzare come Alice Berti riesca a mischiare il mistico e lo psicologico, la situazione ambientale con l’evoluzione personale. E poi i disegni di Un Poema per le Piccole Cose sono fantastici: dagli spettacoli di Salut e i paesaggi mozzafiato fino ai momenti più intimi dei personaggi.

Insomma, sebbene rischiasse di essere una di quelle storie che “non fa per noi”, abbiamo adorato leggere Un Poema per le Piccole Cose — e ci ha colpito ancora di più rileggerlo dopo quello che ci ha raccontato Alice Berti in questa intervista.

Questo è il terzo graphic novel che pubblichi per Bao Publishing, dopo Neon Brothers e Calipso. Sono storie molto diverse fra loro, ma con alcuni tratti in comune (per esempio il fatto che raccontino un luogo specifico: dopo l’Inghilterra e Roma, la Corea). C’è un filo che lega queste storie? Come è cambiato il tuo modo di raccontarle?

Il filo che secondo me collega queste storie è prima di tutto il periodo storico: avvengono nel futuro (anche se in periodi diversi tra di loro), perché mi piace immaginare a cosa porteranno le nostre azioni presenti, e credo che per questo motivo siano allo stesso tempo un riflesso dei giorni nostri. L’altro tema portante penso sia la ricerca dell’identità, insieme alla salute mentale, argomenti che sento molto vicini e contemporanei avendo realizzato questi fumetti nei miei vent’anni.

In Calipso, dicevi chiaramente che quella non era una storia d’amore. Invece, Un Poema per le Piccole Cose lo è?

Sì, questa volta è una storia d’amore al 100%! Ma — come mi piace sempre fare — si possono trovare anche altri temi: in questo caso la salute mentale, capire la propria sessualità e l’essere donna in una società patriarcale e ciò che tutto questo comporta anche in ambito sentimentale.

Salut e Xin-Yeong sono due donne molto diverse fra loro, con due vite agli opposti: una è un’idol di successo, l’altra lavora in un fast food. Eppure, si trovano entrambe su un ponte, pronte a saltare giù. Come hai creato queste protagoniste così agli antipodi? Soprattutto per Salut, ti sei ispirata a qualche personaggio reale? E cosa ti ha spinto a scegliere questa presentazione così drammatica?

Per creare i miei personaggi e ciò che affrontano mi ispiro sempre a ciò che provo io in prima persona. Anche io ho vissuto la depressione e gli attacchi d’ansia, la difficoltà di integrarmi in un mondo che non sembra essere fatto per me.

intervista alice berti UN POEMA PER LE PICCOLE COSE_4

Salut e XinYeong si potrebbe dire che sono due parti di me: quella più positiva e romantica e quella più realista, costretta a fare i conti con la realtà, e credo che a loro modo convivono in ognuno di noi queste due contraddizioni.

Mi serviva un incipit così drammatico, una difficoltà molto forte da superare che portasse le mie protagoniste ad agire. Ho cercato comunque di rendere l’argomento non troppo pesante dandogli un minimo di comicità e ironia come è nel mio stile, e così le ho portate nella situazione surreale di continuare a incontrarsi in momenti assurdi. Il viaggio che decidono di fare passa così da una motivazione pratica utile a entrambe, a qualcosa che le porterà poi a capire che ci sono altri motivi, molto più semplici, per continuare a vivere.

Il mondo pre-apocalittico in cui vivono Salut e Xin-Yeong sta per finire, e per salvarlo le due protagoniste compiono un viaggio in tutto il mondo. Ma le “missioni” che affrontano sono sfide interiori: meditano, imparano a relazionarsi, a fidarsi l’una dell’altra, a rivelare chi sono davvero. Perché hai deciso di combinare la sfera globale con quella personale?

Come dicevo prima mi piaceva l’idea di sviluppare una sorta di racconto parallelo che parlasse di noi in quanto essere umani, più che individui singoli, e credo si colleghi bene anche alle “piccole cose” che cerchiamo per aiutarci ad affrontare le sfide di tutti i giorni.

Per alcune persone quel conforto può venire dalla fede, dal credere in qualcosa di più o meno spirituale o, al contrario, dalle certezze che offre la scienza. In un mondo in cui è sempre più complesso fidarsi di ciò che vediamo o leggiamo mi sembrava un argomento interessante da sviluppare e che potesse andare d’accordo con la contemporaneità che ci troviamo a vivere, per immaginare come sarà un futuro in cui tutto questo prenderà il sopravvento, interrogandomi su scienza contro spiritualità e realtà contro finzione che sperimentiamo ora con l’AI e le fake news online. Non credo di inventare dei futuri particolarmente distopici, mi piace semplicemente osservare la realtà e rappresentarla così com’è.

Le due protagoniste di Un Poema per le Piccole Cose girano il mondo per liberare i sette chakra della Terra. Come hai scelto i posti che visitano? Li hai esplorati di persona per disegnarli?

I sette chakra della terra non li ho scelti io, “esistono” davvero!

Li ho scoperti girando online (sono cronicamente su TikTok ahah) e visto che volevo tantissimo scrivere una storia “on the road” ho pensato fossero perfetti per ciò che volevo raccontare. In più mi aiutava a sviluppare meglio il tema della scienza-vs-spiritualità e della realtà-vs-finzione di cui parlavo prima: le mie storie nascono sempre così, da elementi casuali che apparentemente non hanno correlazioni tra di loro ma che riesco a incastrare come pezzi di un puzzle trasformandoli in storie e temi coerenti.

Non sono andata personalmente a visitarli perché sarebbe stato impossibile: tutte le scene avvengono in spazi talmente brevi all’interno del libro (per un puro elemento tecnico, ovvero la quantità massima di pagine) che per un paio di vignette non avrei potuto permettermi un viaggio così complesso. Alcuni posti come l’Inghilterra, la Francia o Seoul li avevo già visitati però!

intervista alice berti

Un Poema per le Piccole Cose esplora molto la cultura coreana e cosa significa essere una idol. Perché hai scelto questa cornice culturale, è una tua passione? Oltre a parlare delle tante cose affascinanti della Corea del Sud, affronti anche due temi particolarmente significativi nella cultura coreana: la disuguaglianza economica e l’omofobia. Che, pur essendo temi universali (e certamente importanti anche in Italia), sono particolarmente accesi in Corea: è uno dei motivi per cui hai scelto due protagoniste coreane?

Esatto! La storia e la cultura coreane sono una mia grande passione da tanti anni, e come per i miei libri precedenti mi piace più in generale raccontare dei posti in cui ho vissuto.

La Corea per me è affascinante proprio per queste contraddizioni, ci sono differenze sociali molto forti e tante cose che, proprio come qui in Italia, dovrebbero cambiare radicalmente. Per quello ho deciso di dare ai miei personaggi caratteristiche con cui la società ha ancora molte difficoltà, dall’essere donna a essere parte della comunità LGBT+, che mi riguardano anche in prima persona e che per quello ho voluto raccontare. In Corea questi argomenti sono molto più difficili avendo storicamente una cultura molto più conservatrice.

Noi, nonostante tutto, abbiamo l’influenza dell’Unione Europea, al contrario la Corea, complice le colonizzazioni e le dittature che ha subito prima di diventare un paese democratico, negli anni ‘80, è stato per secoli un paese molto chiuso. Anche per questo mi sembrava l’ambientazione perfetta per raccontare ciò che c’è di sbagliato nella nostra società.

Per fare un esempio concreto: in Corea non esistono ancora le unioni civili, e nemmeno il Pride è facile da fare. Inoltre ho pensato che noi italiani non conosciamo ancora molto di questo Paese, perché la Corea non è solo K-pop e K-drama, e volevo portare la mia personale conoscenza proprio per raccontare in modo accessibile e semplice una cultura così lontana e complessa.

Un Poema per le Piccole Cose ha una protagonista cantante (e molti personaggi importanti fanno parte del suo staff), ha al centro un tour mondiale. Ci sembra che la musica giochi un ruolo importante in tutte le tue storie, ma possiamo dire che in questo graphic novel diventa davvero protagonista? Quanto è importante per te mettere questa passione nei tuoi fumetti?

Non ci ho mai pensato molto in realtà, mi viene semplicemente naturale parlare di ciò che mi piace e la musica è una delle mie più grandi passioni. Dopo Neon Brothers ho solo cercato anche negli altri libri di mantenere una coerenza con i titoli dei capitoli o le canzoni usate, per creare una specie di Easter Egg divertente e poter enfatizzare parte della cultura del paese in cui i personaggi vivono. La scelta di fare di Salut proprio un’idol Kpop deriva comunque anche dal voler parlare di quella parte specifica della cultura coreana, di come sia tossico in realtà come ambiente e non sembriamo accorgercene perché è tutto super pop e perfetto.

La chiave per salvare sé stesse (e forse il mondo), si rivelano le piccole cose che rendono la vita degna di essere vissuta. Ci sono piccole cose che hai adorato mentre scrivevi questo graphic novel?

Ho potuto passare un mese in Corea e conoscere persone incredibili grazie all’idea di scrivere questo libro, ed è stato uno dei periodi più belli e divertenti della mia vita! Ho potuto godere dei fiori di ciliegio, del latte alla patata dolce, dei musei e le mostre di arte e illustrazione, andare in bici lungo la riva del fiume Han, i parchi e la natura bellissima di Seoul. Avere a che fare con una cultura e un paese che amavo ma di cui avevo solo letto nei libri fino a quel momento è stato incredibile!

love stories

In un’intervista per l’uscita di Calipso due anni fa, avevi spiegato al nostro collega Mattia che il tuo prossimo romanzo (questo) avrebbe chiuso un cerchio. Hai già qualche idea per il futuro?

Sì, mi ero messa in testa di fare una sorta di “trilogia” con Neon Brothers, Calipso e Un Poema Per le Piccole Cose, sul futuro, e quello che è stato il racconto dei miei vent’anni. Ora che mi sto avvicinando ai trenta sento la voglia di raccontare del mio passato e di me, in maniera molto più personale e diretta, ma sempre in stile Alice Berti. Vedremo cosa ne verrà fuori!

Ancora una volta, rinnoviamo l’invito a leggere Un Poema per le Piccole Cose, una storia davvero originale e che, come svela quest’intervista, è al tempo stesso immaginifica e molto personale per la sua autrice. Potete trovare il volume sul sito di Bao Publishing, in libreria o al link qui sotto.

Offerta
Un poema per le piccole cose
  • Berti, Alice (Autore)

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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