Wish: un estratto di fiaba Disney | Recensione

Il 2023 è l’anno dei Disney 100, l’anniversario per eccellenza di uno degli studi che più hanno formato il cinema occidentale moderno. Per l’occasione ci sono state grandi feste, lanci speciali, cortometraggi e naturalmente questa atmosfera ha toccato anche l’annuale appuntamento cinematografico. Wish è dichiaratamente il film che celebra i 100 anni di Disney e per farlo cerca di estrarre dai Classici più iconici la loro magia, condensandola in un’unica confezione. Ed è un’operazione che non riesce particolarmente. Vediamo perché nella nostra recensione di Wish.

Wish, la recensione del nuovo film Disney

Siamo in un contesto estremamente fiabesco. Re Magnifico è un sovrano benevolo, dotato di straordinarie capacità magiche, grazie alle quali può realizzare i desideri dei suoi sudditi. Ognuno degli abitanti del regno consegna liberamente i suoi sogni, che saranno protetti dal mago e una volta al mese ne sceglierà uno da realizzare in una grande cerimonia pubblica.

Qui tutti i vantaggi del mondo Disney+

Asha è una giovane che spera di diventare assistente di Re Magnifico, ma soprattutto spera che suo nonno Sabino possa realizzare il suo desiderio nella prossima occasione. Ma quando fa il suo colloquio con il sovrano scopre una terribile verità sui sogni degli abitanti del regno. Disperata si rivolge alle stelle, anzi a una stella, e viene ascoltata. Starà a lei smontare gli inganni di Re Magnifico, che nel frattempo ha iniziato una discesa nell’oscurità…

Wish è un film che vuole riportarci alle origini di Disney. Dalla fine del cosiddetto Rinascimento (grossomodo gli anni ’90) lo studio si è concentrato su ribaltare la propria formula, soprattutto negli ultimi dieci anni. Anche le opere più vicine alla tradizione, come Frozen o Oceania, presentavano elementi di rottura con il passato. Forse l’ultimo Classico “standard” è stato Rapunzel (per quanto Flynn sia un personaggio già un po’ fuori dagli schemi) e non è un caso che si trattasse del 50° film del canone, un altro anniversario.

La storia di Asha riprende orgogliosamente invece tutti gli elementi formali che caratterizzavano quei film. Il sidekick animale, l’ispirazione alle fiabe, il sovrano malvagio, la principessa protagonista, il concetto di sogno e desiderio, la famiglia… Ma nel rincorrere tutto questo purtroppo si perde via.

Una festa di compleanno con troppi invitati

Wish è un film che sa farsi volere bene da un fan della storia Disney sicuramente. È una straordinaria caccia agli easter egg, con citazioni che si sprecano a valanga, quasi ai livelli del corto Once Upon a Studio. Non solo, ma presta facilmente il fianco a fan theory divertenti, tanto che già nella conferenza stampa post-visione sono spuntate ipotesi a riguardo. Non ve le anticipiamo, ma siamo sicuri che saranno domande che verranno anche a voi.

Ma al di là di tutti gli innumerevoli richiami diretti, che ci divertiremo a scovare da qui al futuro, l’omaggio vero alla storia dei film Disney che fa Wish è intessuto nella struttura dell’opera. È il più tradizionale dei musical dello studio, seguendo tutti i beat delle opere che ricordiamo. Il problema è che non sembra avvenire in maniera organica.

L’impressione è quella di assistere a una storia creata “unendo i puntini”. Una serie di spunti ed elementi da integrare a ogni costo per costruire questa grande celebrazione, strattonando il racconto per farlo stare all’interno di questo schema. Ci troviamo così davanti a scelte forzate, plot twist bruschi, personaggi che non hanno una costruzione davvero completa e in generale un senso di poca coesione.

Ci sono una serie di aspetti assolutamente apprezzabili, a partire da un’animazione che mixa in maniera originale computer grafica e disegno, con un approccio ancora diverso da quanto visto altrove. E al di là del percorso con cui ci si arriva, la sequenza finale risulta emozionante e convincente, sotto tanti punti di vista. Ma tutto questo non è abbastanza per essere davvero entusiasti.

Wish insegue i film Classici Disney senza davvero raggiungerli

Non aveva un compito facile Asha. Ritrovarsi sulle spalle il compito di riassumere, celebrare, incarnare e restituire lo spirito dello studio che ha plasmato l’immaginario di generazioni intere, che ha cambiato la cultura occidentale tutta era un obiettivo davvero ambizioso. Farlo senza farci rendere conto di questo sforzo, dandoci l’idea che fosse tutta una conseguenza naturale (qualcuno direbbe magica) era davvero impossibile.

Il risultato è quello che abbiamo davanti agli occhi in sala. Wish è un film Disney che si sforza in tutti i modi di essere come i fratelli maggiori, quei Classici che abbiamo conosciuto e amato nella nostra infanzia e non solo, provando a restituirci le stesse atmosfere. La rincorsa verso quell’obiettivo gli fa perdere purtroppo la visione d’insieme e ne risulta indebolito.

E così ne nasce un’opera che sicuramente regalerà qualche momento di tenerezza durante le feste, tanto più al pubblico più giovane. Una pellicola che sa offrire alcune sequenze emozionanti, che fa divertire a tratti, che con qualche tecnica ruffiana si fa anche amare. Ma difficilmente entrerà nel novero dei film che riguarderemo ogni Natale con copertina e cioccolata, cantando a squarciagola le canzoni.