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Rogers: The Musical, la storia di Capitan America diventa musica | Recensione dell’album

Chi ama l’universo Marvel e ha visto la serie in streaming Hawkeye si ricorderà di Rogers: The Musical, la parodia di un musical di Broadway che racconta la storia di Capitan America. Il musical, solo accennato nella serie, ha avuto il suo debutto nei parchi Disney in California. E ora Walt Disney Records ha pubblicato online l’album del cast di Rogers: The Musical, che ci siamo ascoltati per raccontarverlo in questa breve recensione. Da amanti del musical ed appassionati del MCU, dopo questo album vorremmo vedere i supereroi a Broadway?

La recensione dell’album del cast di Rogers: The Musical

L’album ha dodici tracce della produzione teatrale in un atto di Rogers: The Musical, con il cast che l’ha messa in scena durante l’estate al parco Disney California Adventure. L’album è disponibile per il download digitale e lo streaming a partire dal 15 settembre: potete ascoltare le tracce dal player qui sotto.

La produzione teatrale Rogers: The Musical si basa su un libretto di Hunter Bell, che ha scritto diversi spettacoli di Broadway e ha ricevuto una nomination ai Tony Awards per [title of show] (è il nome dello spettacolo, non un errore). Le musiche le ha composte Christopher Lennertz, che ha lavorato soprattutto per il cinema. In particolare, per Marvel ha scritto la colonna sonora di Agent Carter (ma anche per moltissimi film e per Galavant, uno dei nostri musical televisivi preferiti). Invece, i testi delle canzoni li ha scritti Lennertz insieme Alex Karukas e dal creatore e regista dello spettacolo, Jordan Peterson (solo omonimo del contestatissimo psicologo).

Stiamo quindi parlando di creativi talentuosi e affermati che hanno deciso di creare uno spettacolo basandosi sui pochi accenni visti in Hawkeye. A giudicare dalle insegne dorate, il musical su Capitan America voleva semplicemente diventare una parodia del successo mondiale portato da Hamilton, che ha fatto innamorare di Broadway anche chi non sopportava i musical fino a qualche anno fa.

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Ma si può creare un musical di qualità partendo semplicemente da una “battuta”?

Il Primo Vendicatore diventa un “classico” di Broadway

Rogers The Musical DCA Marquee Min
By InfiniteNexus – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=135606676

Già dalla prima canzone, U.S. Opening Night, capiamo che la Broadway del MCU non è poi tanto diversa da quella che troviamo nella nostra New York. Il primo brano coinvolge una grande parte del cast, che canta in coro di come ci sia bisogno di eroi che scendano sul campo di battaglia per vincere la Seconda Guerra Mondiale per gli Stati Uniti. Abbiamo tutti gli elementi di un brano di apertura “classico”: sentiamo influenze da musical anni ’40 e ’50 – come appropriato per questo periodo della storia. E abbiamo già alcuni elementi che torneranno, come quel “I Can Do This All Day” che diventerà la frase più famosa di Cap.

In I Want You troviamo la melodia struggente che pone il problema principale dell’eroe. Non può combattere: lo zio Sam non vuole un soldato mingherlino come lui. Ma in Star-Spangled Man la soluzione: il siero del Super Soldato, che trasformerà Steve Rogers in Capitan America. E qui già sentiamo che Cap si sta innamorando dell’Agente Carter, cosa che approfondiremo in Just One Dance. Ci è molto piaciuto come nella reprise di Star-Spangled Man mischiato con Just One Dance riescano, in sostanza, a riassumere tutto l’atto finale del primo film di Capitan America: sentire le canzoni ci ha ricordato ogni scena del film – visto ormai la prima volta una dozzina di anni fa.

Rogers: The Musical diventa più moderno insieme a Cap | Recensione

Quando Cap si risveglia ai tempi moderni, anche il musical diventa più “contemporaneo”. La canzone What You Missed (che non pensiamo sia una coincidenza che si intitoli in maniera simile a “What’d I Miss”, che apre il secondo atto di Hamilton) vede Nick Fury aggiornare Cap su quello che è successo mentre era congelato nel ghiaccio dell’Artico. E lo fa con un ritmo che strizza l’occhio all’hip hop, pur restando molto orecchiabile e melodico, alternando battute alla spiegazione della trama.

Ma è Save The City, canzone già sentita in Hawkeye, che combina futuro e passato con un pezzo corale davvero interessante. Riesce a raccontare e farci rivivere, solo con la musica, la battaglia di New York del primo Avengers. Con un Hulk che canta “Smash!” e l’intero cast che intona “I Can Do This All Day”. È la canzone più riuscita dell’opera. E come ci era successo dopo aver visto la serie su Hawkeye, la canticchieremo per qualche settimana.

Rogers The Musical recensione
By InfiniteNexus – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=135606679

Il brano successivo ci mostra Steve affrontare una minaccia dopo l’altra, fino ad arrivare a chiedersi per cosa stia continuando a lottare in End of the Line. Che esplicita quello che nei film fino ad Avengers: Endgame era solo accennato: Capitan America vuole una vita normale. Come in ogni buon musical, la musica chiarisce il percorso del personaggio in maniera palese: se all’inizio era un uomo normale che voleva diventare eroe, ora è un eroe che sogna una vita normale.

Che con la nuova versione di Just One Dance riesce a ottenere al fianco di Peggy Carter, per arrivare a un Finale che riprende Save The City dandogli un nuovo significato.

Rivivere l’MCU con la musica

Ascoltare l’intero album, con le sue dodici brevi canzoni (la più lunga dura quattro minuti) dà a chi non conosce il mondo del musical una carrellata su come sono strutturati, di solito. Ci sono le ballate per scoprire i sentimenti dei protagonisti, i momenti divertenti e le battute musicali (soprattutto in Star-Spangled Man e What You Missed) e i pezzi forti dove tutti cantano e ballano in coreografia (immaginiamo). Manca un po’ l’originalità: ma questo pensiamo sia un vantaggio per chi conosce poco questo mondo dove tutti ballano e cantano.

Ma ancora di più, l’ascolto dell’album ci ha permesso di rivivere l’MCU dal punto di vista di Capitan America tramite la musica. Un’operazione interessante, che ha condensato il suo arco narrativo togliendo il superfluo (tipo i baci con la Carter sbagliata) e puntando sull’emozione.

Non ci aspettiamo che porti a casa Tony Awards alla prossima cerimonia, ma vorremmo avere l’occasione di vederlo. Forse Marvel ha registrato qualche esibizione per pubblicarla in streaming su Disney+. Nel frattempo, però, se siete fan del MCU pensiamo valga la pena ascoltare l’album. Noi potremmo farlo tutto il giorno.

Marvel Captain America Avengers Shield Comic Maglietta
  • Officially Licensed Marvel Apparel
  • 15MARV783WA
  • Leggera, taglio classico, maniche con doppia cucitura e orlo inferiore

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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