Win or Lose è una serie TV che segna un passo avanti importante per Pixar. Si tratta per questo amatissimo studio del compimento di un percorso di avvicinamento al piccolo schermo, che si è sviluppato in tanti anni. Inizialmente si trattava di prodotti ispirati ai suoi film, come Buzz Lightyear da Comando Stellare che però erano sviluppati da altre realtà. Poi con l’avvento di Disney+ sono arrivati i primi show curati direttamente dallo studio, partendo da corti molto brevi fino ad arrivare a Dream Productions, spin-off di Inside Out. Ma è con Win or Lose che Pixar fa il grande passo, creando la sua prima vera serie TV originale, e non vedevamo l’ora di potervene parlare in questa recensione.
Win or Lose, la recensione: due stelle e i pianeti che ci ruotano intorno
Questa serie ci porta a seguire due partite di softball dei Pickles, una squadra di ragazzi e ragazze delle scuole medie. La prima è un match di qualificazione per il campionato, che il team porta a casa con una grande giocata conclusiva. La seconda è proprio la finale per cui si sono qualificati, che si svolge qualche giorno più tardi.
Queste due partite sono i due centri intorno ai quali ruotano le vite dei nostri protagonisti. In ciascun episodio seguiamo la storia di un personaggio differente, dai momenti intorno alla prima gara fino al climax della seconda. E per ciascuno dei “POV character” scopriamo un mondo differente, con tutte le loro ossessioni, dubbi, difficoltà da superare e visioni del mondo.
È un approccio che non è completamente nuovo, ma rimane comunque molto fresco. Anche perché Win or Lose applica in maniera brillante la struttura narrativa di Rashomon, mostrandoci gli incroci narrativi di tutte queste storie da (stando ai piani ben otto!) punti di vista differenti. Perché se le due partite sono i momenti chiave condivisi in qualche modo da tutti, le strade dei protagonisti della serie si incrociano spesso singolarmente.
Sono questi i momenti in cui si concretizza davvero il concetto di punto di vista. Perché al di là delle proiezioni mentali che ciascuno dei personaggi si immagina (come un’armatura che rappresenta la propria indisponibilità a essere vulnerabile) quello che ci aiuta davvero a vedere con i loro occhi sono le piccole differenze nelle versioni delle scene. Anche solo la stessa frase pronunciata con un tono diverso cambia tutto, della nostra percezione e di quella dei protagonisti dello show.
Da questo link Film e show | Disney+
Una serie che parla principalmente di insicurezze e competitività
Lo sviluppo più interessante che emerge da questo è che mette in luce quali sono i punti ciechi di ciascun personaggio. Sapere come gli altri lo vedono e come invece vede sé stesso crea un’immagine più completa e rotonda di ognuno di loro. E ci fa capire meglio che mai quali sono i dubbi che ha su sé stesso.
Perché per quanto Win or Lose in superficie abbia lo sport, in realtà ci parla soprattutto di insicurezze. Ciascuno dei personaggi si trova a confrontarsi con i lati di sé su cui si sente più vulnerabile e che crede di proiettare all’esterno. Questo è particolarmente esplicito nel primo episodio, dedicato alla figlia dell’allenatore della squadra, ma è un filtro che vale per tutte le altre puntate.
Ma se questo è un tema più intimo, lo show punta anche più in alto, parlando di società e ce lo dice fin dal titolo, seppure in maniera sibillina: Win or Lose, Vincere o Perdere. Non esiste alternativa, in un mondo dove la competitività è alle stelle e attraversa ogni aspetto della vita. Ognuno dei protagonisti deve confrontarsi in maniera durissima con questo concetto e la sfida è raccontata in maniera lucidissima e anche piuttosto adulta, rispetto a quanto si possa sembrare.
Il conflitto è quasi sempre interiore per i personaggi, ma allo stesso tempo è rivolto a figure esterne, modelli di esempio reali o ipotetici con cui devono confrontarsi. La brava giocatrice, l’uomo affermato, il genitore modello… C’è un continuo paragonarsi a questi ideali proposti dalla società (e dai social network, che in questo show giocano un ruolo non banale), cosa che non fa altro che accrescere le insicurezze di cui sopra.
Win or Lose, la recensione: tutto in sospeso fino alla conclusione
Forse l’aspetto che ci ha convinto meno, al momento, è la scelta dell’ordine degli episodi. Pur essendo ottimo per introdurre il contesto, il primo ci è sembrato il più debole, perché basato sulle tematiche più semplici e prevedibili, che non restituiscono subito la brillantezza della serie. La terza e quarta puntata sono molto interessanti invece, ma forse avremmo preferito separarle temporalmente per ottenere un effetto maggiore.
Tolto questo, la nostra recensione di Win or Lose è positiva, ma con un’importante precisazione. Questo show ha superato le nostre aspettative, sganciandosi appena appena dallo stile Pixar e dal suo target più classico. Sia dal punto di vista narrativo che visivo non sembra di vedere lo stesso studio di Toy Story, ma qualcosa che ci assomiglia. Il che è interessante perché si evita una sovrapposizione, per esempio, con Inside Out 2 che in parte affronta tematiche simili. E dimostra che c’è davvero tanto da dire con questi personaggi, anche cose che non sono assolutamente scontate.
E a questo punto arriviamo alla precisazione. Noi abbiamo visto solo una parte dello show ed è evidente che tutto si regga sul finale. Un momento verso cui più o meno tutti i personaggi (anche quelli che prevediamo saranno protagonisti dei prossimi episodi) convergono e che dovrebbe fungere da risoluzione per tutte le varie trame.
La partita si gioca tutta lì, in quell’istante, in quell’episodio. Starà a lui dare seguito a tutto quello che è stato fatto di buono e definire il risultato. Noi ci siamo divertiti a seguire il primo tempo, ma saranno gli ultimi minuti a decidere come andrà. Vincere o perdere, Win or Lose.
- 【Regolabile】: lampada a braccio oscillante, con tre giunture, mette a fuoco in quasi ogni direzione; inoltre ha una base pesante per un posizionamento sicuro. Potete impostare la posizione della luce e l'angolo con facilità.
- 【Multiuso】: facile da montare, grazie al morsetto in metallo incluso per qualsiasi superficie, come scrivania o tavolo da 6,35 cm o meno, perfetto per architetti, cucito, studio o ufficio.
- 【Design elegante】: se utilizzata come illuminazione da ufficio o da camera da letto, questa lampada resistente ed estensibile combina un design classico con una struttura solida. Ideale per ufficio, studio, camera da letto, dormitori dell’università.
- 【Poco ingombrante】: la base è abbastanza piccola da risultare poco ingombrante sulla vostra scrivania o sul comodino, lasciandovi più spazio libero.
- 【Resistente】: lampada realizzata in metallo, con vernice antigraffio.
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