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The Midnight Gospel: un viaggio allucinato | Recensione

Parliamo dell’ultima serie di Pendleton Ward

The Midnight Gospel, ultimo lavoro di Pendleton Ward, è approdato su Netflix il 20 aprile 2020. Sono passati alcuni giorni, l’abbiamo guardato, assorbito, digerito e ragionato. Ora possiamo parlarne. Si tratta di una serie per adulti surrealista, mistica, allucinante e profonda, che non mancherà di toccare le corde più profonde del vostro animo. Se siete anche solo vagamente interessati a filosofia orientale, religione, magia e meditazione, la visione di questa serie è obbligatoria. Scopriamo di cosa si tratta.

La Genesi complessa di questo show

The MIdnight Gospel 2

La serie nasce dalla collaborazione fra Pendleton Ward, autore di Adventure Time, e Duncan Trussel, comico e attore. Quest’ultimo è autore di un podcast gratuito (disponibile qui), in cui tocca i più svariati argomenti (la meditazione è un tema ricorrente) oppure intervista attori e autori (alcuni nomi: Dan Harmon, autore di Rick & Morty, Mehcad Brooks, attore, e Dr. Drew). Ward ha sentito parlare del podcast di Trussel nel 2013, prima di lasciare la direzione di Adventure Time.

Stremato dalla gestione della sua serie di successo, Ward ha dichiarato in un’intervista a Rolling Stone che non desiderava creare nessun’altra serie animata. L’idea di The Midnight Gospel però era troppo forte per essere ignorata. Ha proposto a Trussel di creare una serie basandosi sulle sue interviste, ma inizialmente questi ha rifiutato, dicendo che i podcast assorbivano troppo del suo tempo. Ward è tornato alla carica poco dopo, illustrandogli il concetto della prima puntata: una conversazione sulle droghe svolta fra due personaggi che cercano di sopravvivere ad un’apocalisse zombie. Trussel stavolta non si è tirato indietro.

La serie ha richiesto una lavorazione di sette anni e un team di ben 190 persone. Hanno collaborato alla scrittura comici (“Weird Al” Yankovic e Johnny Pemberton) e occultisti (Jason Louv e Maja D’Aoust). Hanno scelto quali podcast di Trussel usare, quelli per lui più significativi, in cui si è trovato ad osservare il mondo con una nuova prospettiva, scremandoli per ottenere le parti più adatte. Infine hanno costruito la storia basandosi su un’idea di Trussel: “Durante l’apocalisse, la gente non si ferma a parlare dell’apocalisse stessa, la situazione di un film apocalittico ruota intorno alla sopravvivenza”.

Secondo Ward è stato proprio l’ascolto dei podcast che l’ha spinto a tornare all’animazione. Poter creare una serie per adulti, con temi forti e immagini crude, gli è servito per esplorare nuovi metodi di lavoro. Quanto a Trussel, ha continuato a sfornare podcast, tanto che è arrivato all’episodio 381.

Di cosa parla The Midnight Gospel?

The Midnight Gospel 3

The Midnight Gospel segue le avventure di Clancy Gilroy (Duncan Trussell), esploratore di mondi creati da un simulatore futuristico. Scopriamo dettagli sulla sua vita man mano che la serie prosegue. All’inizio facciamo esperienza, come lui, solo dei pianeti che visita e dei personaggi con cui interagisce. Subiamo un effetto straniante e virtuale, come quando siamo assorbiti dalla vita digitale. Percepiamo debolmente che c’è un altro mondo là fuori, ma ciò che succede ‘all’interno’ sembra avere molta più valenza psicologica. Forse è un po’ come succede nella meditazione.

Ogni mondo è un caos surrealista che cattura lo sguardo. Clancy incontra un personaggio, estrae i droni-telecamera e inizia la sua intervista mentre attorno ai due accade letteralmente di tutto. I personaggi parlano in continuazione, a volte l’uno sopra l’altro, e gli stimoli sono talmente tanti che il nostro cervello è indeciso se seguire il discorso o l’animazione. Una continua partita di ping-pong mentale che ci spinge a tornare indietro più volte, ripromettendoci di riuscire a seguire tutto quello che viene dallo schermo. Cosa, ovviamente, impossibile.

The MIdnight Gospel

La scoperta e l’accettazione di sé, la percezione di sé stessi ottenuta attraverso l’autoanalisi, la consapevolezza del tempo presente sono alcune delle tappe di crescita che la serie suggerisce. Religione orientale ed occidentale, timore della morte e maturità spirituale sono temi che si intrecciano costantemente nei dialoghi di Clancy. Il suo cambiare aspetto ad ogni mondo visitato (e non solo questo) ricorda un ciclo di morte, vita e rinascita, così come il terzo occhio che si apre sulla sua fronte alla fine di diverse puntate è uno dei simboli dell’illuminazione.

Un tema portante è la mindfulness, pratica di meditazione che consente di raggiungere una consapevolezza superiore. Passato e futuro non hanno più senso perché si è portati a vivere appieno il tempo presente o, come dice la serie, essere presenti a sé stessi.  Si ha l’impressione di osservare un percorso spirituale e, anche se non si è esperti di filosofia orientale, i concetti sono spiegati con metafore semplici.

The Midnight Gospel richiede di essere visto più volte anche perché ogni puntata è una serie di pillole di saggezza, uno sguardo fugace su un mondo più vasto, un assaggio di lezioni di illuminazione (anche se Clancy non ha la presunzione di insegnare nulla a nessuno). Dopo la visione di una puntata ci si sente stanchi ma arricchiti, come dopo aver fatto quelle chiacchierate sulla vita, l’universo e tutto quanto con i nostri amici più sensibili. È un boccone pesante da digerire, ma che ci lascia sazi e soddisfatti.

Consigliata a filosofi, surrealisti, introversi, cercatori di emozioni e di percezioni.

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Autore

  • Francesco Briola

    Videogiocatore di vecchia data, estimatore di serie d'animazione e film, divoratore di documentari. Parafrasando Sin City, "ha avuto la sfortuna di nascere nel secolo sbagliato": per lui le automobili sono carrozze senza cavalli e sostiene che una spada sia mille volte più affascinante di una qualunque arma da fuoco. Schivo e riservato, è ancora a disagio nel rileggere queste tre righe.

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