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Tempo al Tempo

Buongiorno a tutti e benvenuti all'Università Invisibile. Qui metteremo a frutto il più importante tratto caratteriale di ogni Nerd che si rispetti, ossia la curiosità, la voglia di imparare cose nuove, il bisogno di non fermarsi alla superficie delle cose.
L'argomento con cui mi appresto a inaugurare questa rubrica nuova di zecca è l'argomento più importante di tutti, ossia il tempo. Ma non il tempo atmosferico, né il tempo dei fisici, con annesse teorie su come viaggiarci attraverso. Parleremo anche di questo, non vi preoccupate, ma come ho detto questo argomento è ben più importante. Sto parlando del vostro tempo. Quello che vi manca da vivere.
Preparatevi, perchè non è escluso che questo articolo vi cambierà l'esistenza.
Iniziamo da una premessa banale, ma fondamentale: sebbene lo scorrere del tempo abbia una velocità costante e obiettiva (nell'esistenza normale di un essere umano, intendo: gli effetti relativistici sono trascurabili), la nostra percezione del tempo che passa non lo è affatto. In altre parole, un anno dura sempre un anno: il numero di ore, di giorni, di mesi è fisso. Eppure non tutti gli anni ci appaiono lunghi allo stesso modo. A seconda del periodo della vita che state attraversando, i mesi possono sembrare non finire più, o viceversa possono volar via quasi senza che ve ne rendiate conto. Sono certo di non dover spendere più parole su questo concetto: è una cosa che sicuramente avete sperimentato tutti.
Ora, pensateci: qual è il periodo della vostra vita che è “durato di più”? Senza prendere in considerazione le diversità della vita di ciascuno, questa risposta dovrebbe essere per tutti più o meno la stessa: l'infanzia. Le giornate duravano di più quando eravate bambini, vero? I mesi di vacanza estiva erano lunghi, gli anni scolastici interminabili. Natale e il compleanno erano miraggi lontani.

C'è voluto un sacco di tempo per arrivare, diciamo, ai vent'anni.
Oggi invece le giornate volano, i mesi scivolano via senza quasi che ve ne accorgiate, non vi sembra vero ma fra poche settimane compirete ancora gli anni.
Perchè succede? E soprattutto, c'è qualcosa che possiamo fare a riguardo?
Alla prima domanda si risponde facilmente. Si tratta di una conseguenza di come fa il cervello ad immagazzinare i ricordi. Studi su studi di neurobiologia e psicologia si sono interrogati su questo mistero, e hanno scoperto che quando una persona attraversa momenti dotati di un notevole carico emozionale -di qualunque genere, ora ci arrivo!- si attiva una parte del cervello che si chiama amigdala, la quale crea un'ulteriore “copia” mnemonica del momento in questione, proprio in virtù della sua “potenza” emotiva: questo non avviene nei momenti non stimolanti della giornata.
Quando si fa qualcosa di noioso, di ripetuto mille volte, di banale, di non stimolante, e in generale quando si fa qualcosa svogliatamente, l'amigdala non si attiva. Quando invece facciamo qualcosa di eccitante, di mai fatto prima, di emozionante, ma anche di spaventoso, o di stressante, l'azione dell'amigdala fa sì che di quell'evento si formino più copie mnemoniche, e di conseguenza che il nostro cervello abbia a disposizione molti più dettagli quando andiamo a rievocarne il ricordo. Ecco perchè i momenti emozionanti della vostra vita sembrano più lunghi: perchè quando li ricordate avete effettivamente più cose da ricordare.

E perchè, direte voi, è proprio l'infanzia ad essere così densa di momenti emozionanti? Semplice: perchè quando si è piccoli ci sono molte più esperienze che avvengono per la prima volta, molte più cose nuove che naturalmente generano emozioni mai provate prima. Pensatela in questo modo: quando compite un anno, l'anno appena trascorso rappresenta il 100% della vostra esistenza, e sarà pieno zeppo di “prime volte”. Quando compite il secondo anno però, l'anno appena trascorso rappresenta soltanto il 50% della vostra esistenza, anche se è durato sempre un anno. Le prime volte saranno ancora tante, ma ci saranno anche diverse “seconde volte”. Prolungate questo concetto fino ad arrivare al vostro ottantesimo compleanno: l'anno appena trascorso rappresenta appena un ottantesimo della vostra esistenza, l'1,25%.
Ecco perchè ogni anno che trascorre sembra più corto. Ed ecco il punto in cui le cose diventano inquietanti: se rappresentate questa progressione graficamente, tracciando un segmento per ciascuno degli anni da 1 a 80, che a mano a mano si rimpicciolisce a seconda di quanta percentuale di vita quell'anno costituisce, vedrete che la metà della vostra vita non arriverà ai quarant'anni, bensì… circa a 23. Naturalmente sto parlando di un'approssimazione esagerata: non è scontato che la progressione sia effettivamente così geometrica e di certo non è per tutti uguale. Ma rende molto bene l'idea.

Depressi? Non vi preoccupate, perchè ora arrivano le buone notizie!
Una volta capito il “trucco”, ossia il criterio neurobiologico secondo cui la nostra vita si accorcia sempre di più, diventa anche possibile farlo nostro, e volgerlo a nostro favore. Se è vero che quando si è piccoli è più facile, e anzi è automatico, vivere nuove esperienze, non sta scritto da nessuna parte che una volta diventati grandi si debba smettere. Volete vivere di più? Potete farlo. Coccolate la vostra amigdala: alzatevi dalla sedia e andate a fare qualcosa che non avete mai fatto prima e fatelo quanto più spesso riuscite. Emozionatevi. Spaventatevi. Create. Distruggete. Sta a voi.
E volete una notizia ancora più bella? Eccovela: noi siamo Nerd. Essere Nerd significa vivere in un mondo dove le novità sono all'ordine del giorno, significa vedere eccitanti stimoli dove gli altri non possono, significa stare immersi in fonti di meraviglia. E quindi da oggi sapete che significa anche vivere più a lungo degli altri.

Per concludere, eccovi la Colonna Sonora che vi consiglio per accompagnare questo articolo. Prendetelo come il consiglio di un sommelier e fatene ciò che volete: You'll Have Time, di William Shatner (sì lui, non un omonimo), dall'album Has Been del 2004. 

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Gabriele Bianchi

Lettore, giocatore, conoscitore di cose. Storico di formazione, insegnante di professione, divulgatore per indole. Cercatelo in fiera: è quello con la cravatta.

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Commenti

  1. punto di vista interessante, anche se così ad occhio mi sembra semplificare forse un po’ troppo la cosa. Però la conclusione è sicuramente un buon consiglio: fate nuove esperienze! 😀

  2. Proprio quello che ho sempre pensato! 😀 è bello però averne una conferma dal punto di vista scientifico! Il tempo che scorre è un problema che mi assilla costantemente, pur avendo io solamente 18 anni (ahaha)… mi sembra che ogni anno che passa scorra più veloce, ed io non riesco più a stargli dietro! Ripenso a tanti anni fa, quando un anno sembrava non voler finire mai…
    Ora che so qual è la soluzione, rimane soltanto un problema: metterla in atto. E’ dura, è difficile… ed il problema principale è semplice… non ho tempo per farlo!!

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