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Stranger Things: dal profondo della notte | Recensione

Le ragazze e i ragazzi di Hawkins ci erano davvero mancati

La stagione 4 di Stranger Things si è fatta decisamente attendere. Sono passati quasi tre anni dal 4 luglio 2019 da quando abbiamo visto l’ultima volta i ragazzi di Hawkins, Indiana alle prese con le presenze soprannaturali del Sottosopra. Sono stati diversi i motivi che hanno costretto gli appassionati ad aspettare, ma ora il momento è quasi giunto. E possiamo già anticiparvi che ne è valsa decisamente la pena.

Stranger Things 4: è come non essersene mai andati

Lo show dei Fratelli Duffer ha sempre seguito regole tutte sue, come si conviene a una serie diventata simbolo del mondo dello streaming. Dopo una prima stagione arrivata a sorpresa, il cui successo travolgente non era stato previsto da quasi nessuno, ha sempre razionato le proprie release, arrivando con i propri tempi, nonostante la giovane età dei protagonisti proponesse ritmi serrati per seguirne la crescita.

Per la sua stagione 4 poi Stranger Things ha dovuto affrontare anche la difficoltà della pandemia, dilatando enormemente il periodo necessario alla sua produzione. E così c’è un intervallo più ampio che mai rispetto agli ultimi episodi usciti. Ma bastano pochi minuti per colmare quel divario e rituffarsi nelle atmosfere di Hawkins.

Una sensazione di disorientamento che torna utile per certi versi, perché riflette quella dei nostri protagonisti. Anche loro infatti, tra trasferimenti e crescita, si trovano sballottati in nuove situazioni, familiari ma al contempo diverse. E li ritroviamo dopo un periodo di adattamento che li ha cambiati, lasciandone però intatta quella base che ce li ha fatti amare.

E così, mentre ripassiamo tutto il cast di protagonisti, alla scoperta di come siano le loro vite oggi, ricominciamo a familiarizzare con loro. Ed è un tuffo al cuore vederli di nuovo e goderci quel tono tutto particolare di Stranger Things, capace di mischiare perfettamente la spensieratezza giovanile con l’orrore più profondo. Soprattutto in questa nuova stagione.

Mettete a letto i bambini

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Cr. Courtesy of Netflix © 2022

Da sempre questa serie ha presentato un lato horror naturalmente. Stephen King è sin dalla prima stagione uno dei riferimenti di questo show, che non ha risparmiato scontri terrificanti tra i suoi giovanissimi protagonisti e mostri ultradimensionali. Già nei primi minuti di questa stagione 4 però si ha la sensazione che Stranger Things abbia alzato il proprio livello da questo punto di vista.

Dopotutto, la guest star principale di questi nuovi episodi, è uno dei protagonisti dell’horror degli anni ’80. Stiamo parlando di Robert Englund, il Freddy Krueger di Nightmare – Dal profondo della notte. La stagione 4 di Stranger Things riprende parecchio da quel film, sempre in quel modo equilibrato di citare e omaggiare senza ricalcare in toto.

Volendo scavare un po’ di più, si può notare un ritorno all’ispirazione kinghiana, soprattutto a It, uno dei suoi romanzi più celebri. Hawkins è sempre più simile a Derry, in quella concezione di una città pervasa totalmente dal Male, che penetra anche nei suoi abitanti, pur restando il semplice paesello di provincia agli occhi del resto del mondo.

In questa stagione 4 Stranger Things saprà spaventarci a dovere, con sequenze estremamente cariche di tensione. Ma tutto questo non farà altro che contribuire a rafforzare il cuore di questa serie che è il rapporto che abbiamo con i suoi personaggi. Affrontando questi pericoli indicibili insieme a loro ci sentiamo ancora più legati e innamorati dei ragazzi (ormai quasi adulti) di Hawkins.

Stranger Things 4 ci dovrebbe portare a un finale

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Cr. Courtesy of Netflix © 2022

Questa stagione rispetto al passato ha una particolarità: non arriva tutta insieme. In linea con il trend di ritorno a una pubblicazione più dilazionata nel tempo, Netflix ha scelto di rilasciarla in due “Volumi” con i primi sette episodi in uscita il 27 maggio e la conclusione il 1 luglio.

Dopo aver visto questa prima tranche di puntate, ci sono due aspetti che ci sentiamo di sottolineare. Il primo è che (senza voler fare spoiler) non avrebbero potuto scegliere un punto migliore in cui mettere una ‘pausa’ nella narrazione. Il secondo è che la tensione verso la conclusione non sembra ancora così forte come ci aspetteremmo a questo punto della stagione.

Su questo punto però c’è da tenere in conto un fattore: Stranger Things 4 è incredibilmente lunga. Quasi tutti gli episodi vanno ben oltre l’ora di durata e quelli che arriveranno a luglio saranno ancora più estesi. Insomma, anche se sulla carta ne mancano solo due, concretamente è come se fossero quattro o cinque puntate. Tutto il tempo necessario per lanciarci verso lo scontro finale che sarà senza dubbio emozionante.

Non solo, ma c’è anche lo spazio per l’altra conclusione per cui questi episodi dovrebbero quantomeno porre le basi. Stranger Things infatti si chiuderà con la quinta stagione (i cui tempi di release sono del tutto ignoti al momento) e c’è da dire che non è una cosa che si percepisca davvero in questi episodi.

Insomma, siamo davanti a un’ottima stagione che non è troppo dissimile da quelle che abbiamo già visto, che non sa di “penultima stagione prima del gran finale”. Ma come detto, c’è ancora tantissimo minutaggio in arrivo a luglio e siamo sicuri che le cose si faranno intense anche in questo senso.

Stranger Things 4: non prendete impegni per il week-end

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Cr. Courtesy of Netflix © 2022

La verità è che questa stagione 4 di Stranger Things, attesa al punto di farsi quasi dimenticare (persi nella gigantesca mole di contenuti rilasciati a ritmi serrati), è pronta a riconquistare il mondo. È un’avventura realizzata con estrema cura, che saprà intrattenere il pubblico alla perfezione e regalare momenti in cui ci si trova in piedi sul divano a tifare per i nostri amici di Hawkins.

Il nostro consiglio è quindi di tenersi liberi per il 27 maggio e i giorni a seguire. A chi vi chiede perché non ci siete, rispondete semplicemente: “Ho un impegno a Hawkins negli anni ’80“.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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