Il viso, da sempre, è una mappa che riflette le nostre emozioni e la nostra salute. Ma non solo. Il volto può persino riflettere le nostre abitudini e l’epoca storica che viviamo. La domanda sorge quindi spontanea: un ventenne di oggi è somaticamente tanto diverso da un ventenne del secolo scorso? Possiamo davvero dire “mostrami che faccia hai e ti dirò a quale epoca appartieni”? Il concetto alla base dell’espressione “smartphone face”, parecchio in voga quando si parla di cinema sul web, è un po’ questo.
Ebbene si, noi che abbiamo conosciuto gli iPhone, i robot aspirapolvere e le friggitrici ad aria potremmo avere un look diverso da chi nel ‘700 tirava fuori un orologio da taschino. Abbiamo un look, volendo usare una banalizzazione estrema, più moderno.
La discussione, come accennato poco sopra, è particolarmente accesa nel mondo dei casting cinematografici, soprattutto quando c’è da trovare un attore giovane per un personaggio storico. Molti attori contemporanei sono infatti accusati di avere una “smartphone face”. Per semplificare: non risultano credibili nei ruoli del passato.
Alcuni esempi di attori accusati di avere la smartphone face
Sono numerosi gli attori contemporanei che, secondo la critica e il pubblico, sono risultati “troppo moderni per i loro ruoli”. L’esempio più lampante è probabilmente quello di Timothée Chalamet nei panni di Re Enrico V ne Il Re (2019). Ma non solo, si pensi anche a Dakota Johnson in Persuasione, film del 2022 basato sull’omonimo romanzo di Jane Austen.
La discussione sfiora quasi il ridicolo se pensiamo al cast di Daisy Jones & the Six in cui un gruppo di giovani attori appartenenti alla Gen Z, con i denti perfetti, si ritrova a impersonare delle rockstar degli anni ‘70. No, baffi, pantaloni a zampa di elefante e camicie sgargianti non bastano a dissimulare la faccia da smartphone.
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La smartphone face esiste davvero? Parola agli esperti
Secondo Michael Sheehan, ecologo comportamentale e professore associato alla Cornell University, l’evoluzione dei tratti facciali umani è stata influenzata dalla nostra natura altamente sociale, che ha portato a una maggiore diversificazione per facilitare il riconoscimento reciproco. Tuttavia, Sheehan (via Dazed Digital) esprime dubbi sul fatto che l’evoluzione abbia reso i volti odierni “moderni”.
Piuttosto, le differenze percepite tra i volti del secolo scorso e quelli attuali sono probabilmente dovute a cambiamenti nello stile, nella cura personale o nell’alimentazione, piuttosto che a un’evoluzione fisica. I nostri volti naturali non sono così diversi da quelli delle generazioni precedenti, se ovviamente si escludono gli elementi esterni che influenzano la percezione della modernità (es. la chirurgia estetica).
Quindi, se esiste una differenza tra i volti di oggi e quelli di qualche decennio fa, è più verosimile che sia il risultato di scelte culturali, degli standard di bellezza contemporanei e del miglioramento generale degli standard sanitari. Ad esempio, l’odontoiatria ha avuto un ruolo significativo: i denti perfettamente bianchi sono spesso citati come elemento che contribuisce alla smartphone face.
“Oggi tutti hanno lo stesso aspetto grazie alla chirurgia estetica [e a procedure come] filler e botox”, ha spiegato Laura Jane Atelier, blogger divenuta parecchio popolare sui social proprio per i suoi tutorial su come ricreare i look di Hollywood. “Negli anni ’70, dice, gli attori avevano più espressioni facciali e un look unico. Farrah Fawcett, aveva labbra sottili e un ponte del naso alto, oltre a una mascella spigolosa. Aveva un look unico e caratteristiche che non sarebbero popolari secondo gli standard odierni”.
Il mondo del cinema sta davvero affrontando questo “problema”?
È evidente che attori con un look troppo moderno possano rompere l’illusione di una rappresentazione storica. Se troppo marcata, la smartphone face potrebbe quindi portare alla rottura della sospensione dell’incredulità, presupposto fondamentale su cui si basa il cinema.
“Come direttrice del casting il mio lavoro è quello di sostenere la visione del regista per il mondo che sta creando, quindi non è tanto una questione di modernità o di epoca, quanto piuttosto di cercare di capire come il regista immagina i personaggi”, afferma Emily Brockmann di Lucy Bevan Casting. “Siamo sempre alla ricerca di volti interessanti, ma allo stesso tempo cerchiamo anche attori in grado di scomparire in un ruolo e di fondersi bene con il resto del cast. È un equilibrio sottile”.
Un esempio recente di casting perfettamente riuscito, secondo Brockmann, è il film Women Talking – Il Diritto di Scegliere (2022). Sebbene la pellicola sia ambientata nel 2010, quindi temporalmente non troppo distante da quando è stata realizzata, il film sembra senza tempo e la storia trascende da connotazioni storiche.
“Gli attori del film avevano volti interessanti e contrastanti, ma tutti sembravano meravigliosamente reali e lavoravano così bene insieme come un ensemble. Ho amato il lavoro di John Buchan e Jason Knight sul progetto, il casting è stato superbo”, ha chiosato Emily Brockmann.
La sintesi più brutale e pessimistica di tutte la propone su X la giornalista Michelle Cyca:
“La mia personale teoria sul perché sia impossibile per Hollywood realizzare un’opera d’epoca plausibile per la TV e il cinema nel 2023 è l’odontoiatria cosmetica. Questi denti finti semplicemente non esistevano fino agli anni ’70”.
E voi? Avete mai guardato un film o una serie pensando che l’attore sembra troppo moderno per il personaggio storico che interpreta? Se si quale? Fatecelo sapere nei commenti.
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