Durante gli Sky Inclusion Days con Figli ≠ Genitori, ci sono stati diversi interessanti interventi – tra cui il racconto di Kaze sull’inclusività durante le riprese della serie Call My Agent.
Sky Inclusion Days, Kaze racconta l’inclusività sul set di Call My Agent
Sky Inclusion Days con Figli ≠ Genitori è un evento di due giorni che si svolge a Milano, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, il 14 e il 15 maggio. L’obiettivo è confrontarsi sulla diversità in tutte le sue forme. Dal genere alle persone LGBTQ+, dalla disabilità alla body positivity, dall’etnia all’inclusione digitale e linguistica. Con una particolare attenzione al dialogo tra generazioni e alla relazione tra genitori e figli.
Durante l’evento, Kaze, poliedrica artista afro-italiana, racconta della sua esperienza in Call My Agent, serie Sky Original. “Sono estremamente grata a Lisa Nur Sultan per come ha scritto il mio personaggio – Sofia, la receptionist dell’agenzia al centro del racconto della serie Sky Original – in Call My Agent – Italia, per la prima volta non ero solo una checkbox”.
Kaze partecipava insieme alla fondatrice di Diversity Francesca Vecchioni e a Sonia Rovai, Senior Director Scripted Productions Sky Italia dell’incontro Rappresento ergo sum? Essere inclusivi sullo schermo, moderato dal giornalista di Sky TG24 Luigi Casillo.
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Diversità davanti e dietro la telecamera
Sonia Rovai spiega: “La diversità del suo personaggio è diventata portatrice di un racconto, non era solo un pretesto per spuntare una casella in fase di casting”.
Nel settore dell’industria, la rappresentazione della diversità sullo schermo è ancora in fase di cambiamento e si sta facendo molta formazione e comunicazione per evitare stereotipi e pietismi. “Abbiamo collaborato molto con Diversity – ha aggiunto Rovai – e stiamo organizzando un workshop per tutto il team di Sky Studios, per fornire i giusti metodi per una rappresentazione corretta”.
Francesca Vecchioni ha parlato invece sottolineato: “Per abbattere i pregiudizi dobbiamo guardare non solo a chi appare sullo schermo, cioè all’on-screen, ma soprattutto a tutta la parte di off-screen, chi lavora dietro le quinte. Se non riusciamo ad aprire tutto il mondo del lavoro alla diversità, nella costruzione del prodotto non possiamo che ricadere nello stereotipo”.
Potete trovare maggiori informazioni sugli Sky Inclusion Days qui.
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