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Resident Evil: La Serie di Netflix – non ci siamo ancora | Recensione

L'ennesimo buco nell'acqua

Oggi debutta Resident Evil: La Serie, la nuova serie TV originale targata Netflix ispirata al famoso franchise di Resident Evil e noi siamo pronti per dirvi cosa ne pensiamo con questa recensione. Ci avrà convinto oppure no? Scopriamolo insieme.

La recensione di Resident Evil: La Serie di Netflix – non ci siamo ancora

Gli adattamenti dei videogiochi sono notoriamente difficili da realizzare, lo abbiamo provato sulla nostra pelle più e più volte. Questo però non ha impedito a qualcuno di riprovarci – per l’ennesima volta – con il franchise di Resident Evil.

Ne abbiamo viste di tutti i colori e nel corso degli ultimi 20 anni sono usciti numerosi prodotti con lo scopo di offrire qualcosa di innovativo ed interessante. Tuttavia nessuno è mai riuscito a portare a termine (con successo) la missione. I problemi sono sempre gli stessi, ovvero mancano la suspense, il mistero e la natura inquietante che hanno reso questa serie una delle più amate di tutti i tempi.

Questa poteva finalmente essere l’occasione perfetta per riscattare il franchise ed elevarlo ulteriormente. Netflix ha invece deciso di cavalcare l’onda dei franchise scadenti offrendo quello che, ad oggi, potremmo considerare il peggior prodotto ispirato alla saga di Capcom.

Due linee temporali: interessanti ma sfruttate male

Resident Evil: La Serie offre una trama che, a primo impatto, risulta essere quantomeno interessante e innovativa. La serie si suddivide tra due linee temporali: la prima si svolge nel 2022 e segue Jade e Billie Wesker, le figlie quattordicenni del dottor Albert Wesker, che si trasferiscono in una zona conosciuta come New Raccoon City gestita dalla Umbrella Corporation.

La seconda storia, invece, è ambientata nel 2036, dopo che il mondo intero viene invaso completamente dagli zombie comparsi per la prima volta nel 2022. Qui, una Jade ormai adulta, cerca di trovare una soluzione al problema mentre tenta di sfuggire alla Umbrella Corporation.

La prima linea temporale è quella che funziona meglio perché, semplicemente, non ha nulla a che vedere con Resident Evil. Si comporta infatti come una semplice serie teen di Netflix – uno dei contenuti più affidabili della piattaforma ma mai il più apprezzato. Vi sono alcune scene collegate alla Umbrella e il personaggio di Wesker ma niente di troppo sconvolgente e niente che possa stupire i fan di lunga data del franchise (o quelli nuovi, detto sinceramente).

Ci teniamo a sottolineare che Reddick è bravissimo nei panni di un padre genio oberato di lavoro che non riesce a staccarsi dalle sue mansioni abbastanza a lungo per essere un genitore modello. Tuttavia con il personaggio di Albert Wesker non condivide nulla – e non parliamo di aspetto fisico, sia chiaro. C’è anche da dire che la sceneggiatura lascia molto a desiderare quindi Reddick non poteva fare altrimenti. Insomma, non è colpa sua.

Per quanto riguarda le figlie, Jade e Billie sono dei personaggi piuttosto scialbi e non hanno nulla che le possa differenziare dalle normali teenager che vediamo nei prodotti Netflix – a parte il cognome Wesker.

La seconda linea temporale, invece, è quella che distrugge completamente il franchise. La serie vuole ingigantire il problema relativo al Virus T e ci confida che l’intero mondo – circa 6 miliardi di individui – sono ora zombie. Improvvisamente il Virus T si è diffuso in tutto il mondo e, a differenza di quanto ci ha narrato il videogioco, è anche cambiato.

La serie infatti ha voluto cambiare anche ciò. Nel corso dei primi episodi Jade ci svela che il Virus T riprogramma la mente delle persone, le quali diventano, a distanza di anni, sorde e anche cieche. L’unico senso che continuano a sviluppare sempre di più è l’olfatto.

Ah, per la cronaca: qui gli zombie corrono anche e riescono ad afferrare le persone – a mo’ di placcaggio rugby. Stiamo ancora tentando di eliminare dalla nostra mente quell’immagine orribile.

Per quanto riguarda gli zombie e le creature – alcune delle quali non c’entrano nulla col franchise – beh, che dire? Non lo sappiamo. Seriamente, cari amici, non sappiamo cosa dirvi. La mamma dice sempre: “Se non hai niente di carino da dire, non dire nulla.”.

E la CGI? Sinceramente non dovete sapere nulla sugli effetti speciali, cari lettori: tenete solo a mente che la CGI utilizzata nei film di Paul W. S. Anderson è nettamente superiore. E anche la storia. E i personaggi – nonostante quello di Milla Jovovich non esista né in cielo né in terra.

Un’occasione sprecata

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Resident Evil: La Serie di Netflix poteva essere il trampolino di salvezza per il franchise a livello cinematografico e seriale. Poteva essere un modo per tornare alla ribalta e mostrare al pubblico che sì, è possibile realizzare un prodotto fedele ad un videogioco. A quanto pare, però, non è stato così.

Netflix ha sprecato un’altra buona occasione offrendo quello che, ad oggi, sembra essere il prodotto peggiore ispirato alla saga.

La serie di Netflix offre spunti interessanti che però vengono gestiti in modo estremamente vuoto e banale. La sceneggiatura sembra essere stata scritta da uno degli zombie; nessuno parla o si comporta in quel modo e ci dispiace dirlo ma non basta una battuta collegata al primo gioco di Resident Evil per sembrare intelligenti e innovativi.

Sfortunatamente anche la regia lascia molto a desiderare, con sequenze d’azione sciatte e spesso troppo cupe, senza alcun accenno di tensione o suspense. Anche questa volta ci troviamo davanti all’ennesimo prodotto frammentato, senza un senso compiuto e senza collegamenti concreti con il famoso franchise che abbiamo a cuore.

Con esso condivide solo il nome ma, sinceramente, avremmo da ridire anche su questo.

Netflix ha cambiato fin troppo e tutti quei dettagli che hanno sempre dato vita al franchise sono stati letteralmente buttati nel cestino della spazzatura. Purtroppo Netflix non ha rinnovato il franchise ma lo ha ribaltato, sostituendo la sua personalità con un involucro vuoto e grigio.

Resident Evil: La Serie debutta oggi sulla piattaforma di Netflix.

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  • Resident Evil 4 è un remake dell'omonimo titolo del 2005, rivisitato in chiave moderna per offrire un survival horror all'avanguardia.
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Commenti

  1. Deluso,anzi delusissimo,serie Resident su Netflix,ma che roba è?Che c’entra con Resident evil???Due ragazzine esaurite,invece di pensare ai ragazzi si mettono a fare il panico totale,fuori luogo e senza senso,noioso,protagoniste senza spessore,ne viene fuori un ma cag…astrale,1 perche”sono buono.

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