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L’Ottava Lucerna, a caccia di draghi (o quasi) | Recensione

I draghi giocano spesso il ruolo dell’antagonista nelle storie fantasy. Ma quando si parla di storia, anche di quella romanzata, di cattivi solitamente ci sono solo gli uomini. Per questo motivo, Massimo Costabile ha cura di tenere il futuro santo Giorgio di Cappadocia lontano dal drago fino alla fine del suo romanzo, L’Ottava Lucerna, che vi raccontiamo in questa recensione. Invece, circonda Giorgio di personaggi, alcuni realmente esistenti ed altri inventati, che raccontano in chiave satirica la provincia dell’Impero Romano, le persecuzioni della “setta dei cristiani” e la vita attorno all’anno 300 dC.

La nostra recensione de L’Ottava Lucerna

Piccolo test di storia: cosa sapete dirci di Giorgio di Cappadocia? Forse qualcuno di voi riuscirà a collegare il suo nome a quel San Giorgio, ricordando la sua croce rossa in campo bianco simbolo dell’Inghilterra. Gli appassionati di vessillologia (e chi non lo è?) ricorderanno che quella bandiera nasce nella Repubblica di Genova, anche se la usarono anche i Crociati e tantissimi altri. Gli amanti della storia forse ricorderanno che erano un soldato romano ai tempi di Diocleziano, ucciso perché cristiano. Quelli della mitologia sapranno della leggenda, nata ai tempi delle Crociate, secondo cui combatté un drago.

La verità è che di questo personaggio sappiamo pochissimo. Ma abbastanza perché Massimo Costabile possa scriverci una romanzo che mischia storia, religione e leggende, con dovizia di particolari ma prendendosi gioco di tutte e tre le discipline.

Gli ingredienti di una leggenda

Leggere per questa recensione L’Ottava Lucerna in questi giorni, in cui sui social tutti si chiedono quante volte pensiamo all’Impero Romano, non solo sfalsa i risultati del test nato su TikTok ma invita anche a riflettere sulla visione che abbiamo del nostro passato. L’immagine che Massimo Costabile ci restituisce della provincia libica dell’Impero ai tempi di Diocleziano, infatti, è molto più cruda e prosaica di quello che vuole l’immaginario comune.

Anatolio, il signore del Regno di Selem, ha un approccio molto pragmatico al governo: sa che alcuni sacrifici diventano necessari per tenere sotto controllo la popolazione. Ma quando deve sacrificare sua figlia Silene al drago che tiene sotto scacco il regno, dall’ombra della sua caverna, chiede al suo scrivano Cosimo di emanare un editto in cui promette metà del regno e la mano di Silene a chi riuscirà a uccidere la bestia e salvare la dama.

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Giorgio di Cappadocia si propone di salvare il regno, insieme al suo scudiero Gabrione. Ma prima di affrontare il drago, dovrà avere a che fare con Daciano, il console imperiale arrivato per perseguitare i cristiani.

Togliere il mito dalla storia

Tutti gli ingredienti di un racconto epico. Ma questo libro di Re Artù Edizioni non è una leggenda, non è una favola: i protagonisti non sono eroi e non c’è una semplice morale alla fine del racconto. Giorgio uscirà santo da questa vicenda, ma non nel modo raccontato dai crociati che cercavano un eroe comune per farsi coraggio. Una storia umana, che solo i secoli hanno trasformato in leggendaria e religiosa.

In questo, L’Ottava Lucerna riprende la tradizione di Mark Twain in Un americano alla corte di re Artù. Senza l’elemento magico dei viaggi nel tempo (e senza il paragone impossibile con un genio della satira), ma con lo stesso approccio volto a demitizzare le leggende. Mostrando che gli eroi, più che uno spirito sovraumano, hanno sfruttato soprattutto dell’ottimo marketing.

Personaggi più pericolosi dei draghi | Recensione de L’Ottava Lucerna

L’autore mette in chiaro dalla prima pagina che questa storia non avrà toni epici. E lo fa nella maniera più efficace: mostrandoci personaggi che i vari Virgili e Ariosti caccerebbero dai propri poemi cavallereschi. Anatolio è un politico scaltro e senza peli sulla lingua, Tito è una collezione di vizi che riempiono l’armatura di un “cavaliere Platonico”. Lo stesso Giorgio di Cappadocia, per quanto armato di una fede da futuro santo, sa cedere a compromessi e farsi furbo quando serve.

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Costabile non si dimentica però di rendere il principale antagonista, il console imperiale Daciano, ligio al proprio dovere di persecutore dei cristiani. In modo da avere un “cattivo” vero contro cui fare il tifo, elevando Giorgio allo stato di eroe tramite questo contrasto. Anche se saranno i Padri Vendicatori e soprattutto l’astuto oste Agrippino a opporsi apertamente al console.

La penna satirica di Costabile disegna questi personaggi in maniera dissacrante, ma la loro umanità li rende abbastanza tridimensionali da coinvolgere il lettore. Meno riusciti alcune “comparse”, come Ermanno il Germanico, che chiama Furher il proprio comandante e fa commenti antisemiti in un richiamo ai nazisti che ruberanno le insegne imperiali romane più di un millennio e mezzo dopo, che ha interrotto un po’ troppo la sospensione dell’incredulità per i nostri gusti.

Un peccato, invece, non aver sfruttato di più i personaggi femminili. La principessa Silene, che pure si dichiara vergine (e per questo sacrificabile al drago), invece è praticamente una ninfomane che pensa costantemente al sesso. Ci aspettavamo che questo avesse un ruolo più importante nella trama, ma serve soprattutto per fare battute. La “moglie” dell’oste Agrippino, Miriam, offre il proprio corpo per distrarre guardie e ingannare. Flaccila, la serva di Silene, segretamente cristiana, non gioca il ruolo importante che speravamo. Nel 300 dC, probabilmente e purtroppo, queste tre donne avrebbero avuto davvero solo ruoli erotici o servili, ma ci aspettavano che l’autore sovvertisse queste funzioni nel romanzo. Non vogliamo farne una critica “sociale”, ma solo narrativa: abbiamo atteso una sorpresa che non è arrivata.

Un po’ di storia e un po’ di satira

Sebbene alcuni personaggi non abbiano avuto l’arco narrativo per cui facevamo il tifo, ci è piaciuto leggere L’Ottava Lucerna per questa recensione. Massimo Costabile ha saputo stuzzicare la nostra curiosità per questo periodo storico, quasi obbligandoci a cercare online nomi noti e riferimenti per capire quanto di vero c’è in questa storia. Prendendo dal mito, ha tolto la patina dorata dell’aureole dei santi e ha sporcato le toghe dei funzionari dell’Impero Romano per raccontare una storia ricca di ingegno, dalla prima all’ultima pagina.

Potete trovare tutti i dettagli su L’Ottava Lucerna al sito dedicato di Re Artù Edizioni.

L'ottava lucerna
  • Costabile, Massimo (Autore)

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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