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Oppenheimer non ha una sbavatura | Recensione

Il nuovo film di Christopher Nolan è finalmente nelle nostre sale ed è all'altezza delle attese

Lo abbiamo atteso a lungo, abbiamo seguito ogni sviluppo del cast, lo abbiamo preso in giro per la concomitanza (all’estero) dell’uscita con Barbie, ma finalmente è qui. Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan al centro di questa recensione, finalmente debutta anche nelle sale italiane, dopo aver conquistato il pubblico estero. Noi lo abbiamo visto in anteprima e possiamo solo consigliarvi di correre a posizionarvi davanti allo schermo più grande e curato che possiate trovare.

Oppenheimer, la recensione del nuovo film di Christopher Nolan

Una delle caratteristiche chiave della cinematografia di questo autore è la riflessione sul tempo. E anche in questo film che è tra i meno sperimentali in questo senso (come vedremo più sotto) comunque Nolan non lascia da parte questo aspetto. Seguiamo una storia che si costruisce su diversi piani temporali, intrecciandosi tra diversi racconti e flashback.

È una ricostruzione della complessa vita di J. Robert Oppenheimer, fisico americano entrato nella storia per aver guidato il Progetto Manhattan che portò alla costruzione della prima bomba atomica. Una storia travagliata, attraverso crisi di coscienza, difficili incastri tra la scienza, la politica e l’esercito, amori e passioni, determinazione e ostacoli. Il tutto visto principalmente attraverso il filtro di due processi, quasi seguendo la strada tracciata un decennio fa da Fincher in The Social Network.

Parlando di tempo, non si può non citare in una recensione di Oppenheimer come questo film abbia una durata decisamente superiore alla media, chiudendosi a tre ore piene. Minutaggio però che è in gran parte giustificato, sia per la mole eccezionale di eventi che il film sceglie di trattare, sia per la complessità degli stessi. Oppenheimer si prende il suo tempo e non risulta mai davvero indulgente in questo.

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Questo anche perché Nolan non evita di problematizzare l’argomento e il soggetto che tratta. Il dibattito sull’uso dell’atomica alla fine della Seconda Guerra Mondiale non viene ignorato e di conseguenza la stessa figura di Oppenheimer non è mostrata in maniera netta. Si poteva fare di più? Probabilmente sì, ma già così è sufficiente per accendere le riflessioni negli spettatori.

Excellence of Execution

oppenheimer recensione christopher nolan Cillian Murphy

Per un autore come Christopher Nolan, abituato a viaggi tra le stelle, tra il tempo o tra i sogni, fa un po’ strano pensarlo alle prese con un biopic così classico. Anche in Dunkirk, incentrato su un momento chiave della Seconda Guerra Mondiale, ha inserito una stratificazione delle linee temporali che rendeva più fitto l’intreccio, avvicinandosi ai suoi altri progetti.

Senza dubbio quindi Oppenheimer è il film più tradizionale realizzato finora da questo autore. Sì, come accennavamo più sopra, abbiamo una costruzione basata su flashback, ma nulla che non si sia mai visto in altri film biografici. Anzi, per certi versi in questa pellicola il regista e sceneggiatore segue il “manuale del perfetto biopic”, con solo qualche guizzo di originalità a condire.

Ma la cosa impressionante è quanto sia straordinaria l’esecuzione di tutti i passaggi. A colpire non è tanto il modo in cui ci è raccontata la storia, ma la qualità di ogni aspetto di questo racconto. Attraversa decenni di storia della fisica, della politica e della guerra con un’eleganza limpida, costruendo momenti straordinari.

È sconvolgente pensare a quanto sia stato capace di emozionare a volte con pochissimo. Due personaggi che discutono fra loro di fisica, di concetti che non comprendiamo in pieno, ma nei nostri occhi lo stupore e il sogno, il cuore che batte, la sensazione di stare assistendo a qualcosa di davvero straordinario e (anche se speriamo non sia letteralmente così) irripetibile.

Oppenheimer, la recensione passa anche attraverso Mozart e Salieri

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La vita di J. Robert Oppenheimer è stata anche caratterizzata dall’amore, ma sempre in maniera tormentata. A dare vita alle due donne chiave della sua storia troviamo Florence Pugh ed Emily Blunt, che regalano performance di altissimo livello, solo limitate dalla sceneggiatura che concede loro uno spazio piuttosto ridotto. Perché il film in realtà si regge su altri due interpreti.

È impossibile non vedere in Oppenheimer e Strauss echi di quello scontro tra Mozart e Salieri che è entrato nella storia, non tanto della musica quanto del cinema grazie all’indimenticabile Amadeus di Miloš Forman. Una rivalità accesissima, forse più sentita da una parte che dall’altra, che ha travolto le vite di entrambi, segnandole irrimediabilmente. E che qui viene portata alla luce, diventando soggetto del film quasi quanto la bomba atomica.

Cillian Murphy e Robert Downey Jr. entrano alla perfezione in questi due ruoli. Il loro talento è ben noto ed entrambi meritavano il ruolo giusto che permettesse di farlo risaltare. I due hanno raccolto la sfida e hanno regalato due interpretazioni incredibili, che entrano di diritto tra le migliori delle rispettive carriere e che fatichiamo a scrollarci di dosso.

La stagione dei premi di quest’anno sarà decisamente affollata, ma sia Murphy che Downey Jr. sembrano aver messo una seria ipoteca, se non sui riconoscimenti, quantomeno sulle candidature. Staremo a vedere, con grande attenzione.

Oppenheimer lascia senza parole

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È stato davvero difficile scrivere questa recensione di Oppenheimer. Mettere su carta (o meglio, a schermo) le sensazioni che abbiamo provato su quelle poltroncine è davvero complicato, perché sono stati momenti incredibili.

Come è facile immaginare, tra le sequenze chiave spicca senza dubbio il momento culmine del test Trinity. Un crescendo unico di tensione ed emozioni, accompagnato da immagini e musiche (nuovamente affidate a Ludwig Göransson) perfettamente combinate, che è già storia del cinema.

Ma anche oltre a questo, la nostra recensione di Oppenheimer è decisamente e convintamente positiva. Tre ore di film che si fanno sentire, ma senza per questo pesare, fitte di dialoghi che a volte diventano estremamente tecnici, ma che non diventano mai neanche lontanamente inaccessibili.

Ribadiamo il concetto che abbiamo espresso in apertura: non lasciatevelo scappare, correte subito nel cinema migliore che riuscite a trovare e non ve ne pentirete.

Offerta
Oppenheimer. Trionfo e caduta dell'inventore della bomba atomica
  • Editore: Garzanti
  • Autore: Kai Bird , Martin J. Sherwin , Alfonso Vinassa de Regny
  • Collana: Saggi
  • Formato: Libro in brossura
  • Anno: 2023

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Autore

  • Mattia Chiappani

    Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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