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Oltre il confine dell’orizzonte

Mari e oceani hanno sempre suggestionato l'immaginazione dell'uomo, sin dall'alba dei tempi. Ha rappresentato molte cose per la razza umana:avventura, scoperta, fonte di sostentamento, pericolo e, non poche volte, morte.

Le fiabe sono un chiaro esempio di questa grande fascinazione, sia che si tratti di fiabe europee sia di quelle asiatiche. Amori tra razze diverse, che superano il confine segnato dall'orizzonte e scendono nelle profondità buie, da cui si può tornare solo completamente cambiati.

Ma facciamo alcuni esempi. Il primo che ci viene in mente è naturalmente La Sirenetta, la storia originale però.

Alle figlie del re del mare è concesso loro di nuotare sino in superficie solo dopo aver compiuto 15 anni; quanto è il turno della più piccola nota un principe di cui si innamora. Fa allora un patto con la strega del mare: in cambio di una pozione che le donerà gambe umane, baratterà la sua splendida voce, la più bella di tutti imari. La Sirenetta accetta il patto e verrà trovata da un principe sulla spiaggia, il quale decide di portarla a palazzo. I due passano molto tempo insieme, ma lui è già innamorato di un'altra fanciulla,cui è anche stato promesso come sposo. La strega del mare aveva avvisato la piccola sirena che se non avesse ottenuto l'amore del suo principe, si sarebbe tramutata in spuma del mare senza poter ottenere l'anima che hanno gli esseri umani. Quando il principe si sposa con la donna che davvero ama, l'unica speranza della giovane è quella d'uccidere il principe con un pugnale magico che le sorelle hanno ottenuto dalla strega dando in pegno le loro bellissime chiome. Così facendo sarebbe tornata ad essere una sirena e avrebbe potuto vivere ancora a lungo. Ella, però, non ha la forza di porre fine alla vitadella persona che più ha amato al mondo, e, al sorgere del sole, si tramuta in spuma del mare. Ma per il suo cuore puro viene salvata dalle figlie dell'aria, che la fanno diventare una di loro.

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Un amore sfortunato, che però fa risplendere la bontà della piccola creatura che anelava camminare sulla terra ferma sentendo il sole sulla pelle.

Nella fiaba giapponese“Urashimatarō”,invece, un pescatore rilascia una tartaruga che aveva abboccato al suo amo, e questo per un paio di volte consecutive. Alla fine dell'infruttuosa giornata di pesca sta per rincasare, quando un battello gli si avvicina e il capitano si offre di accompagnarlo al palazzo del re del mare: la tartaruga che ha salvato era in realtà sua figlia, una bellissima principessa. Urashimatarō viene condotto sotto il mare e nella reggia trattato con tutti gli onori. Dopo un po' di tempo però il pescatore sente la necessità di tornare dalla madre, allora la principessa gli dona tre scrigni chiusi uno dentro l'altro e gli dice di aprirli solo in caso di pericolo. Una volta in superficie scopre di essere stato via per un periodo molto lungo e che la madre oramai era deceduto. Preso da grande tristezza decide di aprire gli scrigni: nel primo trova piume di gru, nel secondo del fumo bianco che lo fa diventare un vecchio e nel terzo uno specchio. Nel frattempo però le piume gli erano cadute sulla schiena trasformandosi in ali e dall'alto dei cieli vede la principessa sotto le spoglie di tartaruga venirgli incontro. Sembra un lieto fine, se nonché, scavando a fondo nei significati della storia, inserita nella cultura scopriamo che quello che egli incontra sul fondo del mare, in realtà, è la morte.

Non leggiamo le fiabe credendole semplicemente prodotti per bambini, perché in realtà nascondono molto, molto di più.

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