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NASA: il Ritorno sulla Luna

Al 50esimo anniversario del Apollo 8, durante l’evento commemorativo dello Smithsonian tenutosi all’interno della Cattedrale Nazionale a Washington D.C., l’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha raccontato del futuro ruolo della Luna nelle missioni spaziali esplorative.
Jim Bridenstine al 50esimo Anniversario di Apollo 8

Bridenstine ha precisato che non sará un “ritorno alla Luna” ma un “andare avanti tremite essa“. La visione della NASA é di creare delle strutture abitabili riutilizzabili sulla superificie lunare e una docking station in orbita con un continuo flusso di razzi in entrata e uscita. Questa stazione di docking consentirebbe lanci piú efficienti (leggisi, meno costosi) data la scarsa atmosfera selenica, creando minore attrito e, dunque, necessitando di minor potenza di propulsione.

L’agenzia spaziale é stata molto chiara: non si tratta piú di piazzare una bandiera e lasciare orme, si tratta di andare sulla Luna per rimanerci.

Nuova Gara alla Luna?

La Finestra dello Spazio, nella Cattedrale Nazionale a Washington, D.C., nella quale é stato integrato un campione di pietra lunare.

Al contrario. Mentre negli anni ’60 la competitivitá é stata la fiamma che ha portato gli Stati Uniti e la Russia a sviluppare la loro tecnologia per i viaggi spaziali in tempi rapidi, oggigiorno é la collaborazione. La NASA avrá finanziatori (anche privati) e partner internazionali, saranno una serie di missioni all’insegna della collaborazione mondiale. A tal punto che l’informazione sará libera: un viaggio con protocolli Open Source. NASA metterá online a disposizione di chiunque i dettagli su come gestiscono le comunicazioni con la base lunare, cone analizzano i dati ricevuti, i piani avionici, che protocolli di docking utilizzino etc.

Il Primo Passo di una Missione piú Estesa

Dalla Luna la NASA ha giá l’occhio fisso su Europa (Giove) e Encedalus (Saturno), ambedue satelliti naturali con presenza di acqua. Visto il ritrovamento dell’acqua su Marte, 10 Km sotto la superficie, al riparo dalle radiazioni cosmiche, si potrebbe mappare un vero e proprio percorso che possa portare all’esplorazione piú profonda del nostro sistema solare, utilizzando come tappe le masse celesti contententi acqua e con minor resistenza atmosferica.

Il piano della NASA include varie collocazioni stategiche di elementi satellitari nell’orbita lunare e in quella terrestre per l’agevolazione del viaggio spaziale; stimano che il processo durerá fino al 2026. Questi elementi verranno accompagnati da dei rover e lander che aiuteranno a colonizzare la superficie, rendendola il piú autosostenibile possibile.

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