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Avvenuto con successo il lancio della sonda JUICE: tecnologia italiana alla volta di Giove

Dopo un rinvio del lancio dovuto a questioni di meteo avverso, la sonda JUICE è partita con successo dal Centro spaziale europeo a Kourou. La missione JUICE (JUpiter ICy moons Explorer), organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea, ha come obiettivo l’esplorazione e l’analisi di Giove e del suo sistema lunare. Per farlo, la sonda sfrutterà la tecnologia e i sensori più avanzati, alcuni dei quali nati dalla collaborazione con aziende italiane.

La missione Juice

La missione JUICE si posizione nel più ampia programma “Cosmic Vision” e ha come obiettivo Giove e le sue tre lune, Ganimede, Europa e Callisto. La sonda impiegherà circa otto anni per raggiungere il più grande pianeta del sistema solare, per un totale di 700 milioni di chilometri. L’arrivo della sonda su Giove è previsto per luglio 2031. Dal 2034, entrando nell’orbita di Callisto, diverrà il primo satellite artificiale a orbitare attorno alla luna di un altro pianeta.

Una volta in loco, gli scienziati saranno in grado di condurre ricerche sulle condizioni di formazioni dei pianeti e sui processi di formazione della vita. Per farlo, come anticipato, la sonda sfrutterà una serie di tecnologie e sensori all’avanguardia in grado di analizzare fino a 10 metri sotto la superficie dei satelliti.

Entrando più nel dettaglio, la strumentazione, che rappresenta il più potente sistema di telerilevamento geofisico e in situ mai trasportato verso il Sistema Solare esterno, comprende:

  • 3GM -Gravity & Geophysics of Jupiter and Galilean Moons – un pacchetto radio che comprende KaT (Ka transponder), USO (ultrastable oscillator) e HAA (High Accuracy Accelerometer). L’esperimento studierà il campo gravitazionale di Ganimede, l’estensione degli oceani interni sulle lune ghiacciate e la struttura dell’atmosfera e della ionosfera di Giove e delle sue lune.
  • GALA, il GAnymede Laser Altimeter studierà la deformazione del “mare” di Ganimede e la topografia delle superfici delle lune ghiacciate.
  • JANUS, un sistema di telecamere ottiche che studierà caratteristiche e processi globali, regionali e locali sulla luna, oltre a mappare le nubi di Giove. Avrà una risoluzione fino a 2,4 m su Ganimede e di circa 10 km su Giove.
  • J-MAG  è il magnetometro di JUICE, dotato di sensori per analizzare il campo magnetico gioviano e la sua interazione con quello di Ganimede.
  • MAJIS è lo spettrometro per l’imaging delle lune e di Giove. Osserverà le caratteristiche delle nuvole e i costituenti atmosferici su Giove oltre ai ghiacci e i minerali sulle superfici ghiacciate della luna.
  • PEP, comprende un pacchetto di sensori pensato per analizzare l’ambiente del plasma del sistema.
  • RIME, il radar per l’esplorazione delle lune ghiacciate in grado di “penetrare” nel ghiaccio per studiare la struttura del sottosuolo delle lune fino a una profondità di circa nove chilometri.
  • RPWI, Radio and Plasma Wave Investigation, caratterizzerà l’emissione radio e l’ambiente plasmatico di Giove e delle sue lune ghiacciate utilizzando una suite di sensori e sonde.
  • SWI, Sub-millimeter Wave Instrument, studierà la struttura della temperatura, la composizione e la dinamica dell’atmosfera di Giove, e le esosfere e le superfici delle lune ghiacciate.
  • UVS è uno spettrografo di imaging UV per caratterizzare la composizione e la dinamica delle esosfere delle lune ghiacciate, per studiare le aurore gioviane. Oltre che per la composizione e la struttura dell’atmosfera superiore del pianeta.

Il contributo italiano

Missione JUICE

La missione JUICE è stata possibile anche grazie al contributo dell’Italia, che ha realizzato 1/4 della strumentazione a bordo. Grazie al finanziamento e il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana
(ASI) e la supervisione scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), la missione vede anche partecipare in prima linea il gruppo Leonardo.

Nascono infatti nello stabilimento di Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze) due strumenti integrati nella sonda. Il telescopio JANUS e lo spettrometro di MAJIS, mentre i pannelli solari (PVA), con una superficie totale di 85mq, sono stati realizzati nello stabilimento di Leonardo a Nerviano (Milano).

Un lavoro di squadra che vede coinvolte anche Thales Alenia Space e Telespazio. La prima, joint
venture Thales 67% e Leonardo 33%, partecipa alla missione avendo realizzato lo strumento RIME
(Radar Sounder for Icy Moons Exploration) con l’Università di Trento e tramite il contributo di alcune
unità fornite da NASA/JPL. Con l’Università di Roma La Sapienza, invece, Thales Alenia Space ha
lavorato al KaT (Ka Translator) dello strumento 3GM. Infine, Telespazio (joint venture Leonardo 67%, Thales 33%), attraverso la controllata Telespazio Germany, fornisce supporto ingegneristico e operativo al Centro europeo per le operazioni spaziali dell’ESA (ESOC).

Francesco Rizzi, Responsabile del business Spazio & Optronica di Leonardo, ha commentato: “Siamo orgogliosi di contribuire insieme all’Agenzia Spaziale Italiana e al mondo accademico a questa missione europea per studiare Giove e le sue lune. JUICE inizia ora il suo viaggio di otto anni in cui i più grandi pannelli solari mai realizzati per una missione spaziale forniranno l’energia necessaria alla sonda e a tutti gli strumenti a bordo. Tra questi anche ‘occhi’ italiani, la camera ad alta risoluzione JANUS e l’iperspettrale di MAJIS, realizzati da Leonardo, che studieranno una luna molto più lontana della nostra. Sono proprio missioni come JUICE che spingono lontano le frontiere della tecnologia e della conoscenza umana, e incoraggiano i giovani a raccogliere le nuove sfide dello spazio.”

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Autore

  • Daniele Cicarelli

    Indigente giramondo con la grande passione per i videogiochi, l'Arte e tutte le storie Fantasy e Sci-Fi che parlano di mondi alternativi senza zanzare. Fermo sostenitore dell'innovazione, del progresso tecnologico e della superiorità del Tipo Erba. Dalla parte dei Villains dal 1991.

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