Disney+ ci riporta nel passato, anzi nella preistoria dell’animazione. Abbiamo avuto modo di dare un’occhiata a L’Era Glaciale: Le Avventure di Buck e vi raccontiamo cosa ne pensiamo in questa recensione. Uno spin-off della serie principale, che arrivò nei cinema ormai 20 anni fa. Dal primo film a oggi, il mondo dell’animazione è cambiato totalmente. Ma questo nuovo film in streaming è all’altezza del suo fantastico antenato?
La nostra recensione de L’Era Glaciale: Le avventure di Buck
Una distesa innevata, animali preistorici parlanti. Siamo tornati nell’Era Glaciale. Esattamente un mese dopo gli eventi de L’Era Glaciale: In rotta di collisione. Crash ed Eddie organizzano una delle loro bravate, rovinando l’habitat di Manny, Sid, Diego ed Ellie. La ‘sorellona’ rimprovera i due gemelli opossum, che non sanno badare a loro stessi e pensano solo a divertirsi.
Per dimostrarle che sta sbagliando, Crash ed Eddie si allontano dall’habitat per provare le proprie capacità di sopravvivenza sul campo. Finiranno per cercare avventure nel posto più pericoloso ma divertente che conoscono: il Mondo Perduto. Che da subito si rivela più complicato di quello che potrebbero gestire. Per fortuna arriva Buck a salvarli.
Ma c’è un nuovo nemico pronto a dar loro filo da torcere: Orson, un protoceratopo parlante con un esercito di velociraptor, che controlla grazie al suo intelletto più sviluppato. Ma Buck ha un’alleata che si rivelerà essenziale: Zee, una zoorilla (non chiamatela puzzola) forte e piena di risorse.
Le “spalle” possono diventare protagonisti
Il nuovo Era Glaciale segue gli eventi di In rotta di Collisione, con i personaggi che continuano le relazioni fra di loro esattamente dove li avevamo lasciati. Ma questo non è un vero sequel, ma una storia “laterale”, uno spin-off.
Il regista John C. Donkin lo dimostra da subito: dopo la bravata iniziale di Crash ed Eddie, la telecamera li avrebbe abbandonati per un po’ per concentrarsi su Manny ed Ellie, oppure su Sid e Diego. Invece i protagonisti della serie principale in questo film stanno in disparte, raggiungendo il fulcro dell’azione solo nel finale.
Ma Crash ed Eddie mantengono per poco tempo il manto da protagonisti. Presto Buck diventa il centro dell’azione, con la sua relazione con Zee e quella avversaria con Orson che fanno da fulcro della storia. E l’effetto non è uscito particolarmente bene.
I precedenti titoli de L’Era Glaciale erano focalizzati sul concetto di famiglia, affrontando anche temi importanti. Che forse i più piccoli al cinema non potevano comprendere appieno ma che facevano commuovere gli adulti in sala. Crash ed Eddie sono personaggi più infantili, spalle comiche dei protagonisti. Temi importanti su di loro suonerebbero fuori luogo.
Il film quindi abbassa il tiro e crea un arco più semplice per gli opussum. Ma manca qualcosa. Quindi Buck prende più spazio, il suo arco narrativo parla di fiducia e cerca di alzare l’asticella della storia. Così facendo tuttavia, bilanciare tensione e comicità con il suo personaggio diventa difficile. Nei momenti importanti non fa ridere e in quelli divertenti mina il percorso narrativo che sta compiendo. I primi film della serie riuscivano a far ridere mentre facevano progredire la storia, mentre questa nuova uscita sembra procedere alternando questi due impeti. Facendo perdere ritmo alla vicenda.
Il film gestisce molto meglio il personaggio di Zee, che non essendo obbligato a essere sciocco come gli opossum o sopra le righe come Buck, riesce a portare a casa alcune battute divertenti e dare l’illusione di una trama più coesa. Lo stesso vale per il cattivo Orson. Che ha un piano pessimo, ma riesce a risultare divertente mentre prova a inseguirlo. Anche se non arriva nemmeno lontanamente a farci preoccupare durante il film. Qualcosa che invece nelle scorse iterazioni de L’Era Glaciale accadeva eccome: la posta in gioco era alta e finiva in grave pericolo.
La recensione de L’Era Glaciale: Le Avventure di Buck, il peso degli antenati
Se queste fossero Le Avventure di un Buck qualunque, invece che un nuovo titolo nella serie de L’Era Glaciale, forse la nostra recensione sarebbe più positiva. La trama è poco coerente, il piano del cattivo mal gestito. Ma sappiamo per chi tifare e le battute, pur non facendo ridere gli adulti, potrebbero strappare qualche sorriso ai più piccoli. Dopotutto è un cartone animato chiaramente destinato a loro, perché aspettarsi di più?
Ma nel titolo, L’Era Glaciale c’è. Anche se di sfuggita, i personaggi che abbiamo amato li troviamo tutti. E guardandoli ci convinciamo di qualcosa che Disney (non solo con Pixar) dimostra da sempre: i film animati possono essere di altissima qualità.
Del cast principale di voci americane, per questo film torna solo Simon Pegg, mentre tutti gli altri sono stati sostituiti. Anche la qualità dell’animazione sembra essersi ridotta. Probabilmente non è vero: il primo film del 2002 non può avere più dettagli visivi di questo, la tecnologia è migliorata. Ma ci sembra così perché probabilmente il trasporto della storia ci ha fatto credere di più ai conflitti di Diego, divisi fra il suo branco e i suoi nuovi compagni. Il terzetto iniziale funzionava alla grande e i personaggi introdotti nei film successivi rendevano ancora più vivo quel mondo.
Questo film invece è “solo un cartone“. Da fan dell’animazione ci piace credere che avrebbero potuto fare molto di più. Qualche battuta senza senso di Crash ed Eddie fa ridere, ma averli in scena tutto il tempo riduce il loro tempismo comico. E Sid, Manny e Diego in questo film non ci fanno ridere, per quanto la nostra nostalgia provi a dar loro una mano. Ma soprattutto, il peccato peggiore: manca Scrat, del tutto.
Il risultato è un film che non ha molto di dire e non fa molto ridere mentre prova a dirlo. I bambini potrebbero trovarlo divertente, ma i grandi rischiano di sentire troppo forte il richiamo dello smartphone. Che per un cartone animato da guardare in streaming non è poi così male. Ma non è quello che ci aspettavamo da L’Era Glaciale.
Per fortuna tutti i titoli passati della serie sono su Disney+, così come il nuovo (e splendido) Red di Pixar. Che ci confermano che l’animazione è arte, quando si prende il tempo e le risorse per creare qualcosa di unico.
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