Giovedì 5 luglio si è tenuta a Milano, alla fumetteria Alastor, la presentazione del volume La profezia dell’Armadillo di ZeroCalcare, pubblicato dalla Bao Publishing per la prima volta a colori. Una quantità impressionante di persone è accorsa all’evento, e il nostro Calcare è rimasto fino alle 2 di notte ad autografare con un disegno ogni singola copia. Orgoglio Nerd ha avuto il piacere di intervistarlo ed ecco cosa abbiamo scoperto:
ON: Quando hai cominciato a fare fumetti e come è successo?
ZeroCalcare: Ho cominciato per pigrizia.
Lavoravo all’aeroporto di Fiumicino facendo delle cose assurde che uno manco penserebbe siano un mestiere: controllavo che i posacenere fossero vuoti e contavo il tempo che passava dal check-in all’imbarco, per vedere se i vari passaggi erano svolti con efficienza.
Ho iniziato seriamente a fare fumetti a circa 18-20 anni, prima per Liberazione, Carta, Zuda fino poi al Canemucco, il mensile di Makkox, che mi aveva preso senza nemmeno conoscermi personalmente. Tutte queste testate hanno poi chiuso, compresa Canemucco.
E lì per la prima volta, dato che in precedenza tutte le cose su cui avevo lavorato erano di attinenza vagamente politica e sociale, ho disegnato le storie dell’Armadillo. E siccome poi a Makkox erano piaciute, quando Canemucco ha chiuso ingloriosamente al quarto numero, mi ha comunque proposto di produrre il libro.
E così abbiamo stampato le prime 500 copie della Profezia, pensando che ci avremmo messo veramente tanto a smaltirle, almeno un paio di anni. Invece è andata benissimo.
ON: Come ti è venuta in mente l’idea di aprire un blog con una striscia a settimana?
ZeroCalcare: Non è stata una mia idea, io non ci credevo per niente, pensavo fosse tempo perso perché ero sicuro che non lo avrebbe guardato nessuno. È stato Makkox a convincermi, anzi l’ha aperto lui, ha comprato il dominio, ha fatto l’impaginazione e mi ha detto di cominciare a caricarci la roba, cosa che ho fatto in assoluto scetticismo, pensando di mollarlo dopo due settimane perché tanto non l’avrebbe mai visto nessuno. Invece è andato un sacco bene e questo successo mi ha sorpreso ancora di più di quello della Profezia
Io venivo da un sito che aveva 35 accessi al giorno, al massimo 50 quando andava particolarmente bene, e invece il lunedì in cui ho fatto la storia di Trenitalia il blog ha contato 65.000 accessi, una roba assurda.
ON: Hai iniziato a disegnare su fanzine e manifesti di concerti punk. Come mai? È una cosa che fai tutt’ora?
ZeroCalcare: Mi piacevano il punk e l’hardcore, ma non sapevo suonare, così disegnare era il mio modo di contribuire a quel mondo.
Lo faccio tutt’ora, anzi mi occupo di cose come l’Armadillo e il resto, ma a patto di poter continuare a fare quello che facevo prima, quel mondo è la mia famiglia.
ON: Chi sono le tue fonti di ispirazione del passato, se ne hai? E c’è qualche autore contemporaneo a cui fai riferimento?
ZeroCalcare: Non riesco a dire chi sia un’ispirazione per me, perché mi son letto veramente di tutto, qualunque cosa.
Ho letto cose da Topolino a Tank Girl, passando per i blog francesi di fumetti, come Boulet e Manu Lacernet. Non ho mai letto Bonelli, non sono un fan dell’anatomia pulita e perfetta.
ON: I tuoi fumetti sono ben intessuti di riferimenti a tutto un mondo culturale (le serie tv, i film, alcuni libri…). Ti vengono spontanei e immediati o c’è dietro un lavoro di ricerca per trovare il personaggio o la battuta giusta per quel preciso momento?
ZeroCalcare: Io sono un supernerd e guardo continuamente serie tv, sempre, anche mentre faccio altro, scandiscono la mia vita.
Ogni tanto capita che chiami mia madre per chiederle chi, secondo lei, starebbe bene per quel tale personaggio, ma mi dà degli spunti veramente di altri tempi.
Sì, posso dire che i riferimenti mi vengono spontanei e al momento, è quasi inevitabile.
ON: C’è una bella differenza di tono tra le vignette settimanali e la Profezia. È un fatto dovuto solo allo spazio più ampio di un libro, che ti ha permesso di sviluppare certi aspetti, o c’è qualcosa di più complesso dietro?
ZeroCalcare: In realtà la storia del libro è venuta prima delle strisce, era da tanto che volevo scriverla e ci ho lavorato per molto tempo. L’avevo mandato al concorso che si tiene a Lucca ma me l’avevano bocciata.
La lunghezza in realtà mi ha permesso di diluire il dramma che avrei potuto svolgere in una manciata di pagine. Il tutto all’inizio era molto più malinconico, ma ho voluto allungare con cose divertenti per dare più respiro. Non ci provo neanche a fare qualcosa del genere con i fumetti del lunedì, son troppo corti.
ON: La profezia è uscito all’inizio come autoproduzione assistita, è una strada che consigli ad altri? Pensi che possa essere un buon sistema per gli autori?
ZeroCalcare: L’autoproduzione per me è stata una scelta ideologica, ma se non fosse stato per Makkox non ce l’avrei fatta.
Non è una cosa per tutti, non mi sento di consigliarla. Io ci ho perso la mia giovinezza grazie all’autoproduzione, in giro a portare casse di libri pesantissime. Ho perso pure nove punti sulla patente sulla Tiburtina.
ON: Come mai il bianco e nero? E adesso il colore?
ZeroCalcare: Mi piace il bianco nero però è stata anche una scelta economica, costa mena e già si doveva star dietro all’autoproduzione.
Il colore però mi piace molto, è fatto molto bene e rispetta i disegni, non è laccato o finto.
[NdR Il colore è di Valeria Leopardi ed effettivamente è molto azzeccato]
ON: Una domanda che facciamo a tutti i nostri ospiti: se potessi sceglierti un superpotere quale sarebbe?
ZeroCalcare: L’invisibilità. Con quella gli altri superpoteri non ti servono nemmeno, puoi fare tutto.
ON: Sei straight edge: vuoi spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta?
ZeroCalcare: Non assumo sostanze che creino dipendenza o alterino la coscienza: niente caffè o alcool (vabbè però la cioccolata la mangio).
Così si conclude la nostra intervista a ZeroCalcare e non ci sentiamo di aggiungere altro. Tranne che ringraziare Francesco “Q” Ferrario per le fotografie!
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