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Il surriscaldamento globale ha peggiorato gli uragani?

No, non siamo qui a discutere la veridicità o la gravità del cambiamento climatico. Nonostante persino il presidente degli USA, Donald Trump, non sia molto convinto in materia, il cambiamento climatico è reale ed è uno dei maggiori problemi che ci stiamo trovando ad affrontare come umanità.
Tuttavia, proprio perché si tratta di una questione assolutamente cruciale, è importante parlarne con una cognizione di causa il più possibile completa e corretta, in breve, scientifica. Non importa se siete “dalla parte della ragione”, affermare che il cambiamento climatico è reale perché quest’estate faceva più caldo del solito è sbagliato. Ed è sbagliato esattamente quanto affermare che invece sia una bufala perché lo scorso inverno avete dovuto comprare un cappotto più pesante. Trovare qualsiasi motivazione per avvalorare una tesi non aiuterà ad avvalorarla, vi metterà soltanto sullo stesso piano di chi la scredita: quello di chi parla per sentito dire, o in base a ciò che si trova davanti al proprio naso. 
Perché questa premessa? 
Recentemente, come sicuramente saprete, alcune regioni degli USA sono state devastate dall’uragano Irma, a brevissima distanza da un altro uragano, Harvey. Si è quindi tanto, tanto parlato, di come questi uragani intensi e distruttivi diventino sempre peggio, e di come questo sia causa del surriscaldamento globale. Siccome non c’è scienza senza scetticismo, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci: si è registrato davvero un aumento di intensità negli uragani? E se sì, quanto è scientificamente provata la correlazione con il cambiamento climatico?
Abbiamo scoperto che la risposta a questa domanda è complessa e incerta, due dei nostri aggettivi preferiti.  
1505256378 Hurricane Irma
Innanzitutto, ci si trova di fronte a una seria difficoltà nel confrontare i dati del passato con quelli attuali. Trattandosi di eventi così relativamente rari, sarebbe utile avere dati attendibili che spazino nel passato di almeno qualche secolo. Naturalmente questo è impossibile da ottenere con l’accuratezza che abbiamo oggi, si rischia quindi di dedurre un aumento di certi fenomeni che in parte è dovuto alla semplice mancanza di rilevazioni in passato. Dal punto di vista statistico, dunque, molti studiosi sono restii ad affermare che gli effetti del surriscaldamento globale sull’intensità e la frequenza degli uragani siano già visibili. Il Geophysical Fluid Dynamics Laboratory, facente parte della National Oceanic and Atmospheric Administration del governo USA, ad esempio, non è convinto: “Nè i nostri modelli sull’evoluzione degli uragani nel ventunesimo secolo, né le nostre analisi dei dati riguardanti gli uragani e le tempeste tropicali sull’Atlantico negli ultimi 120 anni, supportano la tesi che il surriscaldamento dovuto all’effetto serra da gas induca un aumento nel numero totale di uragani o tempeste tropicali nell’Atlantico. Uno studio sui modelli prevede un aumento del 100% in uragani di categoria 4-5 sull’Atlantico nel ventunesimo secolo, ma stimiamo che questo aumento non sarà rilevabile prima della seconda metà del secolo.
Quindi non sembra provato che il numero assoluto di uragani sia influenzato dal cambiamento climatico, ma non è affatto finita qui la questione. Ciò che ci interessa effettivamente determinare, è se il cambiamento climatico aumenti la potenza degli uragani (all'interno di una certa categoria), e i danni che sono in grado di arrecarci. E su questo la scienza è molto più unanime.
Il primo aspetto, molto logico e lineare, deriva direttamente dal fatto conclamato che il livello degli oceani stia salendo. Se il livello del mare aumenta, le inondazioni dovute agli uragani saranno sempre peggiori, si parla di ben 15 cm in più di qualche decennio fa. Inoltre, esiste una equazione detta di Clausius-Clapeyron, che definisce un aumento di circa il 3% dell’umidità atmosferica per ogni 0.5°C di aumento di temperatura. Tale umidità aumenta le probabilità e l’intensità di piogge torrenziali, peggiorando ulteriormente la situazione delle inondazioni. 
Un altro degli aspetti che ha reso devastanti gli effetti degli uragani Irene e Harvey, è stato il loro lentissimo movimento, che li portava a sostare in una determinata zona per tempi prolungati rispetto alla media. Ciò è dovuto a delle configurazioni di pressione atmosferica che sono esattamente predette nei modelli sul surriscaldamento globale. Quindi è possibile attribuire a tale fenomeno la “lentezza” di questi uragani, fattore determinante sul loro terribile effetto. 
Nonostante, dunque, sia piuttosto scorretto affermare che il cambiamento climatico abbia causato gli uragani delle ultime settimane, e prematuro affermare che abbia aumentato la loro frequenza, possiamo sì concludere che ne abbia peggiorato gli effetti sull’uomo. Inoltre, e di nuovo su questo la scienza è piuttosto unanime, possiamo aspettarci che gli effetti sulla frequenza di questi fenomeni, ancora incerti, saranno visibili nei prossimi decenni, non più soltanto nei modelli matematici, ma sulla pelle di tutti noi. 

Fonti:

  • https://www.gfdl.noaa.gov/global-warming-and-hurricanes/
  • https://earthobservatory.nasa.gov/Features/RisingCost/rising_cost5.php
  • https://blogs.scientificamerican.com/observations/what-we-know-about-the-climate-change-hurricane-connection/ 
  • https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/aug/28/climate-change-hurricane-harvey-more-deadly
  • http://www.nature.com/news/2008/080903/full/news.2008.1079.html#B1

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