Da moltissimi decenni, dalla nascita della fantastica saga creata da Tolkien, una domanda pervade le menti degli appassionati de Il Signore degli Anelli: “Perché Frodo non usa le aquile per arrivare a Mordor?“.
Che vi siate appena avvicinati al mondo di Tolkien o che conosciate a memoria tutte le qualità di erbapipa utilizzate da Gandalf, vi sarete probabilmente fatti questa domanda. Tralasciando le simpaticissime (…) risposte del tipo “Se no, non facevano la storia, lol”, abbiamo cercato delle motivazioni valide e serie sul perché La Compagnia dell’Anello non ha sfruttato la potenza delle aquile per raggiungere il suo scopo.
Ma partiamo con ordine.
Chi/cosa sono “Le Aquile” ne Il Signore degli Anelli?
Per rispondere con cognizione di causa a questa emblematica domanda, dobbiamo capire appieno con chi abbiamo a che fare e cosa sono “le aquile” di cui stiamo parlando.
Ovviamente, non siamo di fronte a banali rapaci troppo cresciuti. Le Grandi Aquile sono infatti creature divine generate da Eru Ilúvatar, l’essere supremo dell’universo di Eä e servono Manwë, una delle divinità più potenti del pantheon creato da Tolkien. Durante la Prima e la Seconda Era, le aquile vivevano a Valinor, il continente benedetto guidato dai divini Valar. In quelle epoche, le grandi aquile svolgevano la funzione di messaggeri di Manwë e come sentinelle per mantenere la pace di Valinor e successivamente, di Númenor. Dopo la fuga di Morgoth, il primo Signore Oscuro e “maestro” di Sauron, alcune aquile furono inviate nella Terra di Mezzo affinché sorvegliassero le mosse dei nemici.
Tra le aquile che abitano la Terra di Mezzo, Gwaihir è quella più grande e più potente di tutte. È lei che libera Gandalf imprigionato nella cima della torre di Orthanc da Saruman ed è sempre lei, aiutata da altre due simili, che salva Frodo e Sam alle pendici del monte Fato.
Ma perché quindi non trasportano Frodo a Mordor fin dall’inizio?
Ew, umani!
Il retaggio divino delle aquile fa sì che il loro allineamento sia schierato verso il bene. Per questo motivo, possono essere considerate la controparte dei Draghi o delle creature alate utilizzate dai Nazgûl. Le loro buone intenzioni, però, non devono ingannare. Le Aquile non hanno infatti nessun interesse nei confronti delle faccende degli umani e delle altre creature inferiori. Il loro unico padrone è Manwë. Essere utilizzate come un servizio di Aereo-Taxi non è esattamente nelle loro corde.
Un passaggio chiave ne La compagnia dell’Anello che ci aiuta a capire bene il modo di agire di Gwaihir, lo troviamo nel capitolo Il Consiglio di Elrond. Mentre racconta il suo incontro/scontro con Saruman, Gandalf afferma di aver chiesto a Gwaihir “Fin dove puoi portarmi?”. Questi di tutta risposta disse: “A molte leghe da qui, ma non sino ai confini della terra. Sono stato mandato per portare notizie, e non fardelli.”
Il supporto che Gwaihir concede a Gandalf per ben tre volte durante la Guerra dell’Anello, non è infatti un caso. Oltre a essere entrambi degli esseri divini, ne Lo Hobbit si racconta che Gandalf aiutò Gwaihir, in un momento non ben definito della Terza Era, curando una letale ferita provocata da una freccia avvelenata. Da allora, il rapporto tra i due è segnato da un solido legame che spinge la Grande Aquila ad arrivare in soccorso di Gandalf – e solo di Gandalf – nelle situazioni di estremo pericolo.
- Un emozionante gioco collaborativo ambientato nell’universo fantasy de Il Signore degli Anelli
- I giocatori vestono i panni dei celebri personaggi della saga e viaggeranno nella mitica Terra di Mezzo per combattere contro i Servitori del Male
- Dovranno fare scelte coraggiose, risolvere misteri e lottare contro l’oscurità che incombe sulla Terra
- Il gioco unisce le meccaniche del card game e una moderna app, per un’esperienza di gioco originale e coinvolgente
- Un gioco profondo, strategico e avventuroso
La furtività era la chiave
Un’altra ragione più che ovvia del perché Frodo non usa le aquile per arrivare a Mordor, è nella natura stessa della titanica impresa. “Non si entra con facilità a Mordor“ (o meglio “One does not simply walk into Mordor“) non era un’affermazione casuale del povero Boromir. La furtività era un elemento fondamentale per la buona riuscita della missione ed è per questo che solo 9 compagni sono stati scelti per riuscire nell’impresa e non un vasto esercito.
Lo stesso ragionamento è applicabile per le aquile. Lo sguardo di Sauron, avrebbe avvistato l’arrivo delle possenti aquile in un attimo, compromettendo la buona riuscita della missione. Il Signore Oscuro avrebbe infatti scagliato su di loro i suoi fedeli Nazgûl in groppa alle creature alate per tentare di fermarle. Dobbiamo infatti ricordare che, sebbene siano esseri divini, le aquile possono comunque morire e difficilmente avrebbero rischiato tanto per le semplici creature della Terra di Mezzo.
A onor del vero, la magnifiche creature arrivano in soccorso di Frodo e Sam solo dopo che l’Unico Anello è andato distrutto.
La “risposta” di Tolkien
Il dubbio che ci siamo posti all’inizio dell’articolo non riguarda solo la nostra epoca o le pellicole cinematografiche di Peter Jakson. Più volte, lo stesso Tolkien è stato interrogato sull’utilizzo improprio delle aquile all’interno de Il Signore degli Anelli come Deus Ex Machina per portare avanti la storia senza una reale e logica spiegazione. L’autore non ha mai risposto apertamente alla questione ma in una lettera del 1958 scrive: “Le Aquile sono una ‘macchina’ pericolosa. Le ho usate con parsimonia, e questo è il limite assoluto della loro credibilità o utilità.”
Il Signore degli Anelli e le aquile: la teoria dei fan
In merito all’argomento, è nata un’interessante teoria da parte dei fan della saga. Questa teoria afferma che Gandalf avesse effettivamente intenzione di volare sino a Mordor utilizzando le aquile ma cadde nelle miniere di Moria prima di mettere in atto il suo piano.
La prima tappa del viaggio, prevedeva infatti l’avvicinamento della Compagnia dell’Anello alle Montagne Nebbiose, area che le grandi Aquile hanno scelto come casa. Il piano originale di Gandalf sarebbe stato dunque quello di portare Frodo non dentro le montagne ma al nido delle Aquile. Questo potrebbe spiegare perché Gandalf era così riluttante ad attraversare Moria, al di là della presenza del Balrog. Questa teoria suggerisce inoltre che Gandalf mantenne segreto questo piano a chiunque per evitare che le spie di Sauron e Saruman conoscessero in anticipo le sue vere intenzioni eliminando completamente l’effetto sorpresa che le aquile avrebbero avuto sui Nazgûl.
A dar man forte a questa teoria, ci sarebbe la frase enunciata in lingua originale da Gandalf poco prima di cadere dal ponte di Khazad dum: “Fly you fools!” (Fuggite, sciocchi!). La parola inglese “Fly” non sarebbe dunque da intendere come “fuggite” ma bensì “volate“, invitando la Compagnia ad utilizzare le aquile. Per quanto affascinante, questa teoria non tiene conto del modo di agire di Gandalf dopo essere ritornato sulla Terra di Mezzo ne di tutti i dettagli sulle aquile che abbiamo letto nei paragrafi precedenti.
La verità?
Come avrete già capito, un’effettiva risposta univoca sul perché la Compagnia non abbia usato le aquile, non c’è. Possiamo solo avanzare delle teorie e mettere sul tavolo tutto ciò che sappiamo del mitico universo creato da Tolkien. Un mondo straordinario che ancora oggi, a distanza di quasi 100 anni, continua ad affascinare intere generazioni che ancora formulano domande di questo tipo.
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Le aquile erano prive del green pass