Esistono una serie di credenze popolari, di leggende e racconti che hanno governato la vita di tutti i giorni delle società del passato. Le ombre di alcuni di essi sono arrivati sino a noi, sono stati studiati e a volte ritornano negli avvertimenti delle nonne, nei piccoli riti dei paesini, o addirittura in alcune azioni che compiamo quasi automaticamente ogni giorno, retaggio di sbiaditi ricordi di quand'eravamo bambini.
Ci crediamo ancora o sono solo divertenti rimasugli di un tempo andato?
E cosa ci vuole per rendere ogni cosa reale? Se ci pensiamo intensamente, se ci pensiamo in tanti e spesso, prenderanno effettivamente forma e sostanza?
Le creature della notte, che vivono in sogni e incubi, i troll che abitano sotto i ponti e attendono solo l'ingenuo che si aggiri incautamente dove le ombre si fanno più fitte, gli unicorni che solo le vergini possono avvicinare e i kitsune che progettano l'ultima beffa.
Nebbie dense e fumi sottili si intrecciano e nascondono segreti passaggi e strade che dovremmo percorrere per raggiungere la nostra casa, la salvezza; noi, che non sappiamo di essere inseguiti o più semplicemente preferiamo non vedere, cercando di ripeterci che è tutto un'enorme, vecchia e consunta menzogna.
Mentre altrove, lontano lontano, c'è sempre qualcuno che sa, che crede e che dai libri e dai racconti riesce ad eviscerare la realtà, affonda le mani nella conoscenza e determina come sfruttarla a suo vantaggio e in aiuto degli altri.
Questo è il tema di alcuni libri e manga che vengono pubblicati ultimamente come per esempio Toraneko Folklore di Mayumi Azuma, in cui un giovane è in grado di combattere i mostri del folclore giapponese aiutato da uno strap per il cellulare che si scoprirà essere invece una creatura di grandi poteri, oppure in Kyokuto Kitan – La leggenda dell'estremo oriente di Yu Kinutani, in cui un misterioso viaggiatore dal corpo completamente ricoperto di tatuaggi, vuole guarire una giovane nel cui corpo ha gettato radici un fiore.
Tra illusioni, dubbi e fusioni tra l'antico e il moderno, perchè spesso solo attraverso un certo tipo di adattamento si può continuare ad esistere. Così come ha fatto il genere umano le credenze partorite dalle nostre menti e le tradizioni collegate hanno subito una sorta di evoluzione: alcune sono morte e scomparse, altre sono cadute ma i resti non sono divenuti polvere e risplendono ancora sotto la luna come pallide ossa. Altri sono semplicemente mutate adattandosi ai tempi, si nascondono nelle pieghe dell'inconscio per affiorare nel momento esatto in cui è necessario per essere ricordate e continuare così ad essere nutrite.
E ci saranno danze, costumi e cibo in quantità, filastrocche e bevande calde, canzoni e oggetti creati con perizia, gesti da ripetere per tenere lontano il male e altri per attirare il bene.
Tesori nascosti e terribili maledizioni di cui ci si libererà con altrettante potentissime formule dimenticate dai più.
È come camminare sulla sottile linea che divide la realtà dalla fantasia, dove persino un soffio di vento può farci pendere da una parte o dall'altra, confondendoci.
Saremo in grado di rimanere in equilibrio? Ma soprattutto, vorremo farlo?
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