Ottantuno anni fa, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, a pochi chilometri da Southampton, si teneva la dodicesima e ultima edizione di uno dei più spettacolari eventi sportivi di tutti i tempi: la Coppa Schneider. Niente a che fare con Olimpiadi, mondiali di calcio o Coppa America, la Coppa Schneider era qualcosa di meglio, e senza dubbio più particolare! Su un circuito triangolare di circa 300 kilometri (a seconda delle edizioni) ardimentosi piloti si sfidavano a bordo degli idrovolanti (o meglio idrocorsa) più veloci che fossero mai stati costruiti.
La prima edizione, tenutasi nel 1913 a Monaco, vedeva i francesi vittoriosi con oltre 70km/h, velocità che adesso fa sorridere ma che a quei tempi era notevole, soprattutto se si considera il fatto che nei primi anni i piloti guidavano vere e proprie trappole volanti fatte di legno e tela, più simili ad aquiloni che ad aerei.
Questi velivoli, tutt'altro che facili da pilotare, erano il meglio che la tecnologia dell'epoca era in grado di realizzare, ma rimanevano comunque poco più che prototipi costruiti in pochissimi esemplari, alcuni erano dei pezzi unici. Molti dei loro piloti trovarono la morte sfrecciando a pelo d'acqua e toccando velocità impensate durante il loro sviluppo e messa a punto.
Nelle dodici edizioni, dal 1913 al 1925, (la coppa non si teneva tutti gli anni) l’interesse del pubblico e delle industrie coinvolte aumenta in modo esponenziale, come aumentano le velocità degli idrovolanti, arrivando ai quasi 550km/h registrati dal Supermarine S.6B di John Boothman nell’ultima edizione.
Anche l’Italia non si tira indietro e partecipa alla sfida; negli anni '20-'30 l’industria aeronautica italiana, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non aveva nulla da invidiare alle industrie estere e gli idrocorsa italiani, dipinti nel classico “rosso corsa”, conquistarono le parecchie vittorie. Il macchi M39 che vinse la competizione nel 1926, grazie al suo disegno innovativo, diventò un punto di riferimento per tutti i successivi idrovolanti, sia italiani che stranieri.
In Porco Rosso, Miyazaki, utilizzerà le atmosfere, gli aerei e i personaggi che presero parte alla Coppa Schneider per dar vita la suo capolavoro. In tutto il film le citazioni si sprecano, come il Curtiss R3C.2 di Donald, che nel 1925 portava alla vittoria l’americano James Harold Doolittle, che diventò poi famoso nel 1942 per il “Raid di Doolittle”, il primo coraggioso bombardamento americano sul suolo giapponese, ideato in risposta all’attacco di Pearl Harbour.
Con le ultime tre edizioni, vinte dal team inglese, il trofeo rimarrà definitivamente in Inghilterra, dove si trova ancora oggi, conservato assieme all'aereo vincitore al "Museo della Scienza" di Londra.
Dopo l'ultima edizione della competizione lo sviluppo di questi aerei da competizione non si fermò, il 23 ottobre1934 a Sesto Calende sul lago Maggiore, Francesco Agello a bordo del suo Macchi Mc72, conquistò il record mondiale di velocità portandolo a 709 km/h, record tuttora imbattuto.
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