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Chi è Ariadne Oliver di Assassinio a Venezia?

Nel nuovo film di Kenneth Branagh dedicato a Poirot, Assassino a Venezia, c’è un personaggio che i fan di Agatha Christie avranno riconosciuto subito: Ariadne Oliver, interpretata nel film da Tina Fey. Si tratta di una scrittrice che tornerà spesso nelle avventure di Poirot, bilanciando il suo “intuito femminile” con le “celluline grigie” e la logica del Belga. Ma che Christie utilizza anche per un altro scopo: quello di prendere in giro sé stessa e il suo modo di scrivere gialli.

Ariadne Oliver, chi è il personaggio di Tina Fey in Assassinio a Venezia?

Ariadne Oliver nasce come personaggio della raccolta di racconti Parker Pyne Indaga del 1934. Ma Agatha Christie le dà un ruolo più ampio e complesso due anni dopo, in Carte in Tavola, in cui collaborerà con Poirot. Per un lungo periodo l’autrice inglese non utilizzerà più questa donna dal grande intuito, finché non tornerà a fianco di Poirot nel 1952 con Fermate il boia. Da lì tornerà nuovamente ad aiutare il belga, per un totale di otto collaborazioni (e un’avventura senza di lui in Un cavallo per la strega). Fra queste, anche Poirot e la Strage degli Innocenti, adattato da Kenneth Branaugh in Assassinio a Venezia.

La signora Oliver aiuta spesso Poirot (e noi lettori) a risolvere crimini che, senza di lei, resterebbero probabilmente irrisolti. Ariadne Oliver dice di avere “poteri intuitivi femminili“, sfruttando la sua enorme fantasia per trovare soluzioni elaborate ai crimini più complessi. Non ha la logica ferrea di Poirot, anzi fa da contraltare perfetto al belga. Non è una dective razionale, ma una scrittice di gialli complicata. Un po’ come la sua stessa autrice.

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Una giallista brava quanto Agatha Christie

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Credit: 20th Century Studios

Ariadne Oliver, nel mondo dei libri di Agatha Christie, ha raggiunto il successo per le storie gialle con protagonista il suo detective finlandese vegetariano, Sven Hjerson.

Una scelta fatta nonostante Oliver non sappia nulla della Finlandia, cosa di cui si lamenta spesso. Un po’ come Agatha Christie, che a parte qualche esclamazione in francese, ha sempre detto di faticare a caratterizzare il belga di Hercule Poirot.

Questo dimostra come Oliver (che nei romanzi ha qualche anno in più di Tina Fey) sia Agatha Christie stessa che si inserisce nelle proprie storie. L’uso dell’autocaricatura permette anche a Christie di esplorare alcune delle stranezze nei suoi primi romanzi.

Ariadne Oliver è Agatha Christie nei suoi stessi gialli

In un breve articolo pubblicato sulla rivista John Bull (citata da Wikipedia) nel 1956, Agatha Christie aveva dichiarato: “Non prendo mai spunto per le mie storie dalla vita reale, ma il personaggio di Ariadne Oliver ha sicuramente delle somiglianze con me stessa“.

Il fatto che Oliver sia amica di Poirot, ma critichi il dective da lei creato Sven Hjerson rappresenta il rapporto complicato della stessa Christie con il suo personaggio più riuscito, Hercule Poirot. L’autrice inglese sa che il belga è un personaggio adorato dai suoi fan, quindi costruisce ancora le sue storie attorno a lui. Ma non rinuncia a punzecchiarlo tramite le critiche che Mrs Oliver fa di Hjerson.

Ma Christie non usa Oliver solo per prendere in giro Poirot. Per esempio, in Fermate il Boia, Oliver dice di aver sbagliato a riportare la misura di una cerbottana di quasi un metro, come aveva fatto Christie in Delitto in Cielo. E a volta fa addirittura “pubblicità” per Christie: dice di aver scritto C’è un cadavere in biblioteca ben sei anni prima che l’autrice in carne e ossa pubblichi un romanzo con lo stesso nome.

Oltre ad autocriticarsi, la signora Oliver ogni tanto prende il posto del narratore nel dare indizi a chi legge. In La Sagra del Delitto, invita Poirot a una specie di “cena con delitto”, dicendo che ha fornito sei indizi nel gioco. Come sono sei gli indizi che lettrici e lettori devono cercare nel romanzo.

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Credit: 20th Century Studios

In questo modo, Oliver compensa la voce distaccata e impersonale che Agatha Christie utilizza solitamente nelle sue opere (che pure non sono prive di stile). Fornisce un commentario sull’autrice e sullo stato dei romanzi gialli, con l’ironia che permea tutta l’opera di Christie.

La versione di Tina Fey

Nella serie con il Poirot di David Suchet, il ruolo di Ariadne Oliver spetta a Zoë Wanamaker (la Madama Bumb di Harry Potter), che però per lo show si “invecchia” per combaciare meglio con la descrizione fatta da Christie. Folti capelli grigi, pettinati in maniera voluminosa. Che servono a Christie per farci sorridere – come succede per le descrizioni di Poirot e dei suoi baffi. Allo stesso modo, le sue manie e la sua sfrenata fantasia vogliono farci divertire, senza sminuire la sua intelligenza.

Tina Fey interpreta una signora Oliver, sul piano estetico, molto diversa dalla caratterizzazione dei romanzi. Ma potremmo dire lo stesso del Poirot di Kenneth Branagh. Che già in Assassinio sul Nilo ci aveva mostrato un passato inedito del detective belga. Insomma, Branagh ha fatto più volte capire che per lui la grandiosità della Christie sono le trame gialle precise come un orologio, mentre sui personaggi si sente libero di inventare.

Quindi, difficile capire cosa aspettarsi dalla Ariadne Oliver di Tina Fey: anche noi scriviamo questo articolo prima di vederla in sala. Ma siamo molto curiosi: Fey non solo ha il talento per farci sorridere, ma ha anche dimostrato di amare i gialli con Only Murders in the Building. Voi cosa ne pensate? Avete già visto il film? Vi è piaciuto? Fatecelo sapere nei commenti.

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  • Christie, Agatha (Autore)

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, Nerd da prima che andasse di moda.

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