È morto Andrea Purgatori, giornalista, scrittore e conduttore televisivo, scomparso all’età di 70 anni a causa di una malattia fulminante dopo un breve ricovero ospedaliero a Roma. Autore di inchieste giornalistiche importanti, sceneggiatore e a volte persino attore, si è spenta una voce davvero importante del nostro Paese.
Andrea Purgatori è morto
Animo eclettico, Purgatori non si dedicava solo alla cronaca, come nel 1991 come sceneggiatore del film Il muro di gomma, basato sull’inchiesta giornalistica da lui stesso condotta sulla strage di Ustica. O, più recentemente, con la docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi. Sapeva anche prendersi in giro in storie irriverenti come quella della iconica serie televisiva Boris, e nei film di Carlo Verdone Posti in piedi in paradiso e L’abbiamo fatta grossa.
Purgatori era diventato giornalista professionista nel 1974 e nel 1980 aveva ottenuto un master in Science in Journalism alla Columbia University di New York. Tra il 1976 e il 2000 ha lavorato come inviato del Corriere della Sera. Diversi i suoi reportage sugli “anni di piombo” e la strage di Ustica. Come sottolinea l’AGI, ha portato alla luce numerosi delitti di mafia e ha coperto vari conflitti internazionali, dalla guerra in Libano del 1982 alla guerra tra Iran e Iraq degli anni ottanta, fino alla guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria.
Ha scritto per l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique. Inoltre, ha contribuito a programmi di approfondimento come Uno di notte su Rai 1, Dossier, Spazio Sette e Focus su Rai 2, Confini su Rai 3. Autore di saggi come A un passo dalla guerra nel 1995, Il bello della rabbia nel 1997 e I segreti di Abu Omar nel 2008. Nel 2019 ha debuttato nel mondo della narrativa con il romanzo Quattro piccole ostriche, pubblicato da HarperCollins.
Dal 2017-2018 ha condotto su LA7 la nuova edizione di Atlantide, oltre a intervenire come giornalista esperto in tantissime altri programmi negli ultimi anni. Una voce profonda e un’abilità nel raccontare che l’hanno reso noto anche alle giovani generazioni, fra gli appassionati di politica e cronaca. Una voce che si è spenta, ma che non dimenticheremo.
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