Questo pezzo non comincia con me che cammino sotto il sole abbagliante del Giappone (quando non ci sono tifoni), ma con me al buio dell'entrata di un cinema di Osaka mentre fisso la macchinetta automatica per scegliere il posto in sala.
È da quando ho visto per la prima volta “秒速5センチメートル” (5 cm al secondo) che mi sono innamorata delle opere di Shinkai Makoto, che ho recuperato una per una.
Quindi quando capita che mi trovi in Giappone proprio quando esce il suo nuovissimo film, di cui sto consumando il trailer da mesi, volete che non vada direttamente a guardarlo il giorno di uscita?!
Non so bene da dove cominciare.
È stato magico. Tutto.
Innanzitutto l'atmosfera che si respira al cinema, che non cambia mai, dovunque si vada.
I rumori sono ovattati, non si sente il calore che viene dall'esterno, anche il chiacchiericcio rimane fuori. I colori sono scuri, ma non troppo, le luci basse ma abbastanza chiare da permetterti di vedere dove vai.
Ho scelto, quasi per caso, lo spettacolo in una sala piccolina, 90 persone massimo, compresi i posti per le sedie a rotelle, che ammetto di non aver ancora visto da noi.
Mi è piaciuto vedere che prima di entrare c'era una specie di rastrelliera piena di cuscini belli alti che si possono prendere in prestito. Perfetti per i bambini, ma non solo!
La trepidazione prima dell'inizio è sempre quasi palpabile.
Poi “君の名は”(Il tuo nome) è cominciato e sono stata in un sogno per un'ora e mezza.
Ha la delicatezza e la forza dei film di Shinkai, con i suoi paesaggi perfetti, pieni di luce, in cui ogni particolare è talmente curato che sembra di essere in quei luoghi, di camminarci attraverso, di poter toccare gli edifici e sentire il vento sulla pelle.
E la musica… La musica colpisce dritta al cuore.
Le canzoni composte dai RADWIMPS, gruppo musicale giapponese, insieme al montaggio delle scene fanno venire i brividi e rendono ogni momento indimenticabile.
Finalmente, lo ripeto, finalmente, anche i personaggi hanno delle fattezze ben disegnate, il character design è stato lasciato allo stesso artista che si è occupato di Anohana, e quindi i protagonisti non sono più delle creature abbozzate che si muovono in un mondo perfetto.
Ci sono momenti divertenti, ho riso più di una volta e ogni tanto ripensando ad alcune scene rido ancora, e altri molto tristi (ho visto anche la ragazza seduta di fianco a me asciugarsi le lacrime alla fine, proprio mentre stavo asciugando le mie).
Poi è finito e io ho ricominciato a respirare.
Ho adorato che le luci, nemmeno quelle per aiutare l'uscita, si siano accese fino alla fine dei titoli di coda.
Tutti sono rimasti seduti fino a quando l'ultimo nome non è scomparso e lo schermo si è fatto nero.
Fuori dalla sala ci aspettavano due addette al ritiro dei rifiuti. Le persone portavano fuori il loro bel vassoietto (perché sì, ti danno il vassoietto per portare popcorn e bibita – o anche solo uno dei due-) e lo consegnavano alle ragazze che separavano rigorosamente per tipo gli scarti.
Questa mia prima volta in un cinema qui è come la prima volta che si viene in Giappone, lo vedo sui volti delle persone che accompagno in tour e so che era la stessa che avevo io.
Quell'espressione di stupore continua, gli occhi spalancati per catturare ogni particolare per quanto la luce possa essere abbagliante. E alla fine, quando si ritorna in Italia si ricomincia a respirare, chiedendosi se si abbia vissuto un sogno o se sia stato tutto vero.
Ci sono alti e bassi, sia nel film sia nei viaggi, è ovvio che non sia sempre tutto bello, ma ha abbastanza fascino per lasciarti un ricordo di cui farai tesoro.
Ma soprattutto sono le piccole cose, cui noi spesso non pensiamo ma che fanno sempre piacere, che rendono tutto un po' più speciale: un cuscino in più, una finestra illuminata in più disegnata sullo sfondo lontano di un fotogramma nella scena di un film…
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See you space cowboy!
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Postilla:
per chi non ne avesse mai sentito parlare, “君の名は”(Il tuo nome) è la storia di un ragazzo e una ragazza che non si conosco e che abitano in due parti diverse del Giappone che una mattina si ritrovano uno nel corpo dell'altra.
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