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Wolfenstein II: The New Colossus – Le Fiamme della Rivoluzione

I nazisti sono da sempre tra i nemici più ricorrenti nei videogiochi, basti pensare a quanti sparatutto ambientati nella seconda guerra mondiale siano stati realizzati fino ad ora. Scavando nel passato, scopriamo che sono stati anche i nemici del primo sparatutto che ha reso grande il genere, ovvero Wolfenstein 3D, uscito nel 1992 e creato dalla storica id Software, che l’anno dopo diede vita anche a Doom. Da allora il genere degli sparatutto si è evoluto molto, diventando anche sinonimo di multiplayer, infatti è raro trovare un appartenente alla categoria privo della modalità multigiocatore, anzi, è più facile che abbia solo questa che il single player. Pochi sono i titoli che ancora oggi osano concentrarsi solo sulla componente a giocatore singolo, ma fortunatamente c’è chi ancora punta sulle belle storie, come Bethesda, che ha affidato ai talentuosi ragazzi svedesi di MachineGames la sorte dello storico marchio targato Wolfenstein. Già nel 2014 il primo titolo, The New Order, ci stupì in positivo, essendo un mix fra gameplay da sparatutto anni ‘90 e una storia ben narrata e più profonda che in molti altri “colleghi” di sparatorie in prima persona. A distanza di tre anni ecco che arriva il seguito Wolfenstein II: The New Colossus e noi siamo qui per narrarvi del nostro secondo incontro con il grande B.J. Blazkowicz.

La storia riprende esattamente dopo la conclusione del primo titolo; il terribile dottor Deathshead è morto e Blazkowicz, soprannominato dai nazisti Terror-Billy, sembra ormai spacciato dopo la vittoria sull’arcinemico. Poco prima dello sgancio della bomba sul complesso nazista, però, gli alleati del nostro eroe giungono in suo soccorso. B.J viene trasportato sul sottomarino nazista “Il Martello di Eva”, fiore all’occhiello dell’esercito tedesco e ora base dei ribelli. Le sue condizioni non sono tuttavia delle migliori e, dopo essere rimasto a letto per molti mesi, fatica ancora a camminare e le sue ferite non fanno sperare nulla di buono. Ma il nemico non aspetta certo che il lupo si lecchi le ferite, così il sottomarino viene scovato e attaccato dalle forze di Frau Engel, vecchia conoscenza del primo episodio e nuova nemesi di questo secondo capitolo. Non vogliamo fare spoiler, ma durante quest’attacco succederanno diverse cose incredibili e presto ricorderete l’odio provato nel primo titolo nei confronti della macchina nazista, odio moltiplicato per cento, soprattutto nei confronti di Frau Engel. Così inizia la storia di The New Colossus, che nelle sue circa 15 ore di gioco vi trasporterà in una guerra di liberazione in giro per un’America ormai sotto il giogo nazista. Un’ucronia ben raccontata sin nei suoi dettagli più particolari, come Bethesda ci ha mostrato nei mesi scorsi tramite video promozionali che mostrano gli Stati Uniti in pieno stile anni ‘60, con l’unica differenza di un dominio nazista.

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La storia di Wolfenstein II è probabilmente una delle migliori che abbiamo visto negli ultimi anni nel genere FPS, comprendendo, nell’insieme, anche il primo capitolo. La forza è tutta nei suoi personaggi, che vengono caratterizzati ottimamente in poche battute, facendoci affezionare a ognuno di loro e al loro carattere, a cominciare da Blazkowicz, il nostro protagonista, di cui impareremo a conoscere anche l’infanzia tramite alcuni interessanti flashback. Terror Billy dovrà combattere non solo contro i nazisti, ma anche contro i suoi demoni interiori e le sue condizioni di salute, cose a cui si aggiunge la preoccupazione per i gemelli che aspetta dalla sua compagna Anya, suo grande sostegno. “Mi venga un colpo se crescerò i miei figli in un mondo dominato da bastardi nazisti.”  Queste le sue parole e il suo credo, che gli dona un’ulteriore forza per andare avanti e continuare a massacrare i soldati del Reich. Anche i personaggi di supporto e le new entry dimostrano carattere da vendere, come ad esempio Sigrun Engel, figlia di Frau Engel, giovane innocente che non riesce ad accettare l’ideologia nazista, diventando presto una preziosa alleata, o Grace, donna piena di forza e risolutezza a capo dei ribelli di Manhattan. Ogni personaggio ha il suo ruolo e ognuno, a suo modo, è indispensabile. Anche i nemici sono ben costruiti: finalmente troviamo in Frau Engel una nemesi degna di questo nome, talmente riuscita che è impossibile non odiarla ferocemente. In generale, le nefandezze dei nazisti vi renderanno senza pietà, facendovi quasi provare piacere nel portare giustizia sotto forma di proiettili contro questi mostri travestiti da umani.

I ritmi della narrazione sono ben gestiti, passando da momenti seri e cupi ad altri esaltanti e di pura adrenalina, fino a momenti davvero sopra le righe che più di una volta ci hanno strappato una risata per l’assurdità delle situazioni. Non mancano i colpi di scena, pochi ma davvero ben confezionati, fino a un finale che si incastra alla perfezione nella trama e che ripaga il giocatore di ogni minuto d’odio passato a far esplodere le teste dei nazisti.Segnaliamo inoltre che vale la pena rigiocare il titolo almeno una seconda volta per vedere gli effetti della fatidica scelta su chi salvare fra i due compagni di Blazkowicz, Fergus e Wyatt; questa era già stata una scelta importante nel primo episodio, ma ci verrà riproposta proprio all'inizio del gioco. Le cutscene e sidequest successive cambieranno in base a chi sceglieremo di lasciare in vita, inoltre ci verrà donata un'arma diversa e unica a seconda del personaggio sopravvissuto.

A far da contorno alle vicende, un gameplay realizzato in maniera superba. Lo stile di gioco non si discosta molto dal suo predecessore, ma si riconferma eccellente sotto ogni punto di vista, specialmente grazie al potenziamento grafico che questo sequel ha ricevuto e che riesce a portare l’azione sui 60fps anche a 4K. Le sparatorie sono adrenaliniche, riprendendo in un certo modo l’eredità degli sparatutto anni ‘90. Saremo nella maggior parte delle situazioni circondati dai nemici, dovendo costantemente muoverci per trovare copertura e non essere aggirati. Wolfenstein II non è affatto un gioco facile e anche a difficoltà medie le morti saranno plurime, specie in certi punti particolarmente complessi. Ad aiutarci a portare distruzione e morte fra le file naziste ci sarà un arsenale di tutto rispetto di armi di base, quali pistole, fucili d’assalto, fucili a pompa e altre, che avremo sempre con noi con la possibilità di equipaggiarle in qualsiasi momento; ci saranno poi le armi pesanti, in genere portate dai nemici corazzati o fissate su delle torrette, ma che potremo staccare e usare. Queste ci rallenteranno i movimenti e saranno utilizzabili solo al momento, ma la loro potenza di fuoco sarà devastante. Raggi laser, lanciarazzi e mitragliatori pesanti ci aiuteranno a falciare con facilità interi plotoni di nazisti (qui trovate un approfondimento sulle armi).

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L’azione è rapida e brutale, con arti mozzati e corpi che esplodono in gran quantità, e spesso questa dinamicità nelle sparatorie ci farà sentire davvero potenti, specie dopo alcuni particolari eventi della storia. Era davvero molto tempo che uno sparatutto non ci donava queste sensazioni, divertendoci così tanto. Senza spoilerare troppo, una delle nostre sezioni preferite è in sella a un Panzerhund, dove potremo devastare l’esercito di Hitler con la terribile bocca di fuoco del segugio metallico. Wolfenstein II però non è solo cariche a testa bassa, infatti saremo anche liberi di scegliere l’approccio da noi preferito nelle missioni, potendo anche preferire una via più stealth grazie a silenziatori e abilità che ci permetteranno di nasconderci in modo più efficace. I livelli sono infatti ampi e costruiti in modo da permettere diversi tipi di tattiche con cui essere affrontati; spetterà a noi scegliere quella che ci è più congeniale. Unica pecca, le Boss Battle, davvero poche e non molto ispirate, spesso infatti si tratterà semplicemente di abbattere nemici più corazzati di altri, senza grosse particolarità che rendano gli scontri memorabili.

Presente anche un semplice sistema di crescita del personaggio, che si baserà sull’adempimento di alcuni piccoli compiti. Ad esempio, uccidendo i nemici con due armi equipaggiate alla volta potremo aumentare i danni che queste infliggono, oppure, uccidendo diversi nemici, potremo aumentare la capienza delle granate. Anche le armi saranno potenziabili trovando dei particolari kit. Questi aggiungeranno nuove caratteristiche come un silenziatore o dei proiettili potenziati. A circa metà della storia potremo anche ottenere dei moduli di potenziamento che ci daranno ulteriori abilità basate sul nostro approccio preferito, ad esempio Ariete ci permetterà di sfondare porte e ostacoli, inoltre ci renderà più robusti in modo da resistere a più colpi nemici, invece Costrittore ci permetterà di muoverci in spazi molto ristretti per aggirare e sorprendere gli avversari. In realtà, tramite alcune sidequest potremo ottenere tutti e tre i moduli, non dovendo limitarci alla scelta di uno solo. Le sidequest sono una piccola novità di questo secondo capitolo.
La storia in sé è molto simile, come svolgimento, al primo capitolo, ma fra una missione e l’altra potremo fare delle quest secondarie per i membri dell’equipaggio de Il Martello di Eva, solitamente piccole cose risolvibili trovando qualche oggetto o risolvendo alcuni enigmi ambientali. Più importanti invece le cacce ai generali nazisti. Queste si renderanno disponibili una volta trovati dei codici indossati dai gerarchi del Reich: tornati alla base, potremo decodificarli e individuare la posizione del generale nemico. Fatto questo, il gioco ci porterà nell’area della missione, solitamente una porzione di mappa già visitata nella storia, e qui dovremo scovare e uccidere l’obiettivo. Nulla di particolarmente intrigante, dobbiamo dire, ma non distrae troppo dalla narrazione riuscendo anzi ad integrarsi bene. Ovviamente non mancheranno i collezionabili, qui davvero molti (e alcuni anche interessanti, sotto forma di documenti che andranno ad approfondire alcune parti di storia).

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Graficamente il titolo eccelle per fluidità e per i modelli dei personaggi principali, davvero dettagliati; il passaggio all’id Tech 6 ha giovato anche alle animazioni e agli effetti di luce. Abbiamo notato alcune sbavature soltanto in alcune texture in bassa risoluzione. La versione PC da noi provata ci ha garantito un’ottima qualità grafica in 4K con 60fps quasi costanti, con brevi cali quasi impercettibili. Il comparto sonoro è ben realizzato, per quanto riguarda sia la colonna sonora, con pezzi rock e metal che aumentano l’esaltazione durante i massacri di nazisti, che il doppiaggio in italiano, di buon livello.

Wolfenstein II: The New Colossus si pone come uno dei FPS meglio riusciti degli ultimi anni, scommettendo con coraggio soltanto sul comparto single player e riuscendo a vincere senza problemi. La nuova avventura di B.J. Blazkowicz ci porta una storia ben fatta dal punto di vista sia narrativo che dei personaggi, unita a un gameplay adrenalinico e diverso rispetto a quanto visto in giro di recente (se si esclude Doom, sempre di Bethesda). Aspettiamo con ansia il terzo e, probabilmente, ultimo capitolo di questa trilogia (come MachineGames ha rivelato secondo i suoi piani), con la speranza di vedere un ulteriore grande capitolo della serie Wolfenstein.

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Silvio Mazzitelli

Di stirpe vichinga, sono conosciuto soprattutto con il soprannome “Shiruz”, tanto che quasi dimentico il mio vero nome. Videogiocatore incallito sin dall’alba dei tempi, adoro il mondo videoludico perché dopo tanto tempo riesce sempre a sorprendermi come la prima volta. Scrivo ormai da diversi anni di questa mia passione per poterla condividere con tutti. Sono uno dei fondatori di Orgoglio Nerd e sono anche appassionato di tutto ciò che riguarda la cultura giapponese e la mitologia (in particolare quella nordica).

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