Il Mago di Oz lo ha dimostrato senza ombra di dubbio: non c’è bisogno di alcune potere speciale per fare magie. Basta saper realizzare un grande spettacolo per incantare chi guarda (e ascolta). Jon M. Chu ha appreso bene la lezione e ha girato un film che incanta l’occhio in ogni momento. Anche se forse avrebbe potuto risparmiarselo, con due protagoniste così: Cynthia Erivo e Ariana Grande danno a Wicked (Parte 1), il film che vi raccontiamo in questa recensione, tutta la magia di cui poteva avere bisogno. Elphaba e Glinda sono perfette e rendono obbligatorio ai fan del musical correre al cinema. Anche se temiamo che lo spettatore occasionale potrebbe stupirsi per la trama, molto più da Broadway che da Hollywood.
La nostra recensione di Wicked (Parte 1)
Quando i fan (soprattutto quelli che, come noi, sono Orgogliosamente Nerd) commentano un film tratto da un libro o da un fumetto, la prima cosa che valutano è quanto sia “fedele all’originale”. Qualcosa di difficile da definire e mettere in pratica. Anche perché il primo obiettivo di sceneggiatori, attori e registi è di essere fedeli al proprio pubblico, e creare un buon film — anche al costo di tagliare personaggi e riscrivere dialoghi.
La situazione non è poi molto più semplice quando si adatta uno spettacolo teatrale, specie quando si tratta di un musical. Sebbene la struttura delle storie possa sembrare simile, i modi di raccontare sono diversi. Le canzoni dei musical ci fanno entrare nella testa di tutti i personaggi come non succede nei film; le coreografia semplificano le scene d’azione; i personaggi evolvono nell’arco di un grande numero musicale, invece che in più scene in cui la telecamera li segue. Quindi, anche quando si adatta uno show di Broadway, bisogna scegliere se essere più fedeli all’opera originale o al medium cinematografico. Wicked ha scelto la fedeltà al musical: è più Broadway che Hollywood.
Winnie Holzman e Stephen Schwartz, gli sceneggiatori di questo film, hanno scritto anche rispettivamente la storia e le canzoni del musical del 2003 (basato sul romanzo Strega di Gregory Maguire e sui personaggi del Mago di Oz di L. Frank Baum). E l’avere il produttore Marc Platt e il regista Joe Mantello del musical nel team produttivo ha chiaramente dato una direzione alla realizzazione di questo film. Che ricalca strettamente la trama dello show di Broadway.
Intendiamoci: noi siamo felici di aver visto una versione molto fedele dello show. Ma considerando che nei trailer si mostra poco il collegamento con il teatro (e non si cita quasi mai il fatto che questo film sia solo il primo atto della storia), temiamo che lo spettatore curioso possa trovarsi spaesato. Soprattutto perché alcuni punti della trama, come la convocazione a Oz di Elphaba, sono un po’ troppo sbrigative per chi non frequenta il teatro. In un film di oltre due ore e mezza, forse Jon M. Chu avrebbe potuto trovare il tempo di fondere questi due mondi. Anche se va detto che non è semplice costruire un mondo come quello di Oz.
Da questo link Film e show | Disney+
Streghe si nasce, malvage si diventa
Come il musical originale, il film inizia con il Paese di Oz in festa per la morte della malvagia strega dell’Ovest. Ma le masse in festa chiedono a Glinda, la strega buona del Sud interpretata da Ariana Grande, se è vero che fosse amica della sua perfida omologa dell’Ovest. Scopriamo così che conobbe Elphaba, interpretata da Cynthia Erivo, quando accompagno sua sorella Nessarose (Marissa Bode) alla scuola di Shiz.
Cogliendo i grandi poteri magici di Elphaba, Madame Morrible (Michelle Yeoh) chiede di seguire il suo corso di magia. Nella scuola, troviamo un po’ più personaggi di quelli del musical originale, ma le basi restano le stesse.
Elphaba e G(a)linda devono condividere la stessa stanza, sebbene si disprezzano dal profondo. Scoprono che gli animali parlanti come il Dottor Dillamond (Peter Dinklage in originale) non possono più insegnare, con sommo disdegno di Elphaba. Si invaghiscono entrambe di Fiyero (Jonathan Bailey). E fra un numero spettacolare e l’altro, arrivano a conoscere il Mago di Oz (Jeff Goldblum).
Nel mix ci sono anche Ethan Slater nel ruolo di Boq, interesse sentimentale di Nessarose, e Bowen Yang amico di Glinda (che non ha molto spazio per far vedere il proprio talento comico). E altre due figure di cui non vi diciamo nulla per non rovinarvi la sorpresa. Ma sappiate che chi ha amato il musical originale sarà contento, pur con qualche variazione la storia è quella che ha debuttato a Broadway.
Recensione Wicked (Part 1): Erivo e Grande sono perfette
Il film arricchisce di ulteriori dettagli la trama rispetto al musical teatrale, anche con qualche parte di narrazione cantata. Ma resta fedele nella storia come nelle canzoni — e in questo primo atto ce ne sono di grandiose. No One Mourns the Wicked fa capire subito cosa possiamo aspettarci dal film: coreografie complesse, set ben costruiti (che fanno un po’ sfigurare i pochi elementi in CGI). E ci presentano Ariana Grande, che non da subito dimostra di voler essere perfetta con il suo soprano. Cynthia Erivo risponde poco dopo con The Wizard and I, che le dà la possibilità di dimostrare tutte le sue (enormi) doti canore (che hanno reso molto complicato sostituirla in Il Colore Viola).
Se altri brani come Dancing Through Life e A Sentimental Man danno spazio agli altri interpreti per brillare, è chiaro che loro due sono la colonna portante del musical. What is this Feeling?, Popular, I’m not that Girl e soprattutto la finale Defying Gravity sono difficili da interpretare e complicatissime da cantare. Eppure, Erivo e Grande non ci hanno fatto rimpiangere Idina Menzel e Kristin Chenoweth, che dopo aver visto Wicked in anteprima per questa recensione siamo certi saranno orgogliose delle loro “sostitute”.
Non è solo perché Grande sa tenere l’acuto perfettamente in Popular ed Erivo canta a piena potenza in Defying Gravity. La dinamica fra le due è perfetta: Elphaba sa commuoverci ma anche farci sorridere per la sua intelligenza, Glinda è perfettamente vanesia ma carismatica come poche. Tutte le interazioni fra le due valgono il prezzo del biglietto. Anche perché, sebbene giochino con la telecamera nei primi piani, hanno recitato in maniera teatrale, quasi esagerata — ma perfetta per questo film.
Non vogliamo sminuire il lavoro del regista e delle varie maestranze, che hanno curato il mondo di Oz nei minimi dettagli. Dalla strada di mattoni gialli alla Città di Smeraldo, hanno fatto diventare Oz un posto reale, come non succedeva dal 1939 con il film di Victor Fleming. Ma avremmo guardato due ore di bisticci cantati fra Erivo e Grande anche se avessero recitato dal camerino.
Precisiamo che abbiamo visto la versione in lingua originale con sottotitoli, mentre in quella doppiata anche le canzoni saranno in italiano (e quindi non le canteranno Grande, Erivo e gli altri). Non sappiamo quindi come sono nella nostra lingua, ma possiamo assicurare che le voci originali valgono lo sforzo di seguire l’inglese.
Un film per chi ama il teatro
Chiudendo questa recensione, abbiamo capito che Wicked ci ha fatto lo stesso effetto che ci provoca sempre vedere un musical ben realizzato. Canticchiamo le canzoni quando siamo sovrappensiero, cerchiamo le playlist in streaming, proviamo a consigliarlo a tutti. E se anche voi amate il teatro musicale, siamo certi che vi saprà coinvolgere — anche se pensiamo che avrebbe potuto rendere più “cinematografica” la trama e più graduale l’evoluzione dei personaggi.
L’unica nota veramente negativa è che dovremo aspettare il 21 novembre 2025 per il secondo atto — un intervallo un po’ troppo lungo. Ma nel frattempo, abbiamo una playlist da riascoltare a ripetizione.
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